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Perchè si può entrare liberamente ancora oggi mercoledì 12 Novembre sui siti porno quando dovvrebbe essere bloccato accesso?

di Marcello Tansini pubblicato il
siti per adulti blocco 12 novembre

Nonostante l'obbligo di verifica dell';età sui siti porno da ggi mercoled 12 novembre, molte falle e ritardi permettono ancora l'accesso libero. Aspetti tecnici, dubbi normativi e questioni sulla privacy alimentano il dibattito.

Da oggi mercoledì 12 novembre, in Italia è entrato in vigore l’obbligo per decine di piattaforme di contenuti per adulti di introdurre un sistema di verifica dell’età che consenta l’accesso solo agli utenti maggiorenni. 
I portali coinvolti, tra cui i più noti come Pornhub, YouPorn, Xvideos e OnlyFans, sono 48 nella prima lista ufficiale pubblicata dall'Agcom, ma l’elenco è destinato ad ampliarsi. In caso di inadempienza, le sanzioni previste sono severe: si arriva fino a 250mila euro e al rischio di oscuramento dell’accesso dal territorio nazionale. Già oggi, però, è evidente che molti siti non hanno ancora applicato un blocco efficace, permettendo l’accesso anche senza alcuna verifica automatizzata o anonima dell’età.

Le falle tecniche e legali: perché si può ancora accedere liberamente ai siti per adulti anche oggi 12 novembre 2025

Nonostante l’entrata in vigore della normativa e delle relative disposizioni Agcom, il funzionamento dei nuovi blocchi risulta ampiamente parziale. Ad oggi, molti siti della lista consentono ancora l’accesso senza alcuna effettiva barriera, rendendo di fatto inefficace la misura nei primi giorni di applicazione.

  • La procedura di verifica non è stata implementata uniformemente sia per difficoltà tecniche sia per ritardi organizzativi: alcuni siti, soprattutto quelli minori o gestiti all’estero, faticano a trovare fornitori certificati per la verifica dell’età.
  • Manca un elenco ufficiale di aziende ritenute idonee dall’Agcom: ogni portale si è trovato costretto a selezionare autonomamente fornitori spesso già operativi in altri Paesi, con costi aggiuntivi variabili tra 1 e 3 centesimi di euro per utente, cifra non trascurabile soprattutto per i siti con grandi volumi di traffico.
  • La certificazione delle aziende di “age assurance” non è ancora stata completata e la stessa Agcom non ha indicato una procedura chiara e omogenea, lasciando margini interpretativi che hanno rallentato fortemente l’applicazione della legge.
  • Non esistendo ancora una app pubblica nazionale certificata, le piattaforme si sono dovute affidare a soluzioni private la cui validità è ancora da verificare appieno.
Queste criticità hanno portato, al momento, alla mancata adozione dei sistemi di verifica su diversi portali. In alcuni casi, come quello del portale Bang.com, l’accesso dall’Italia è stato sospeso volontariamente proprio per l’impossibilità di implementare il doppio anonimato a norma di legge. In molte altre situazioni, invece, i portali non hanno ancora pubblicato alcuna notifica di cambiamento delle modalità di accesso per gli utenti italiani, consentendo il collegamento senza impedimenti concreti.

Motivi dei ritardi: dubbi interpretativi, mancanza di certificazioni e comunicazioni Agcom

Le cause dei ritardi nell’attivazione dei nuovi sistemi vanno rintracciate in una serie di fattori normativi, procedurali e organizzativi:

  • Dubbi interpretativi: la delibera Agcom, pur stabilendo il principio del doppio anonimato e i criteri generali, non è accompagnata da linee guida applicative dettagliate. I gestori dei portali hanno dovuto decifrare autonomamente quali soluzioni tecniche adottare per risultare conformi.
  • Assenza di fornitori certificati: non esiste ancora una lista ufficiale di provider riconosciuti per la verifica dell’età, e la procedura di validazione delle piattaforme da parte di un’Autorità non è stata chiaramente identificata. Molti portali, quindi, non si sentono sicuri nell’adottare un sistema per non incorrere in violazioni involontarie.
  • Comunicazioni e tempi ristretti: La lista dei portali soggetti all’obbligo è stata pubblicata solo il 31 ottobre, lasciando meno di due settimane di tempo per adeguarsi, senza un confronto diretto preventivo con i gestori degli stessi siti.
  • Costi e investimenti: L’obbligo comporta oneri economici, soprattutto per le piattaforme medio-piccole che, a differenza dei grandi nomi già attivi in Francia o Regno Unito, non hanno potuto replicare soluzioni consolidate o accedere facilmente a provider esteri già certificati.
Questi ritardi hanno determinato che, alla data prevista, la protezione tanto auspicata fosse ancora in larga parte solo teorica, lasciando aperta la strada a un accesso pressoché libero ai portali per adulti anche dall’Italia. Il quadro normativo resta, quindi, in una fase di transizione, in attesa di chiarimenti e del pieno coordinamento tra Agcom, fornitori di servizi di identificazione e siti coinvolti.

Come dovrebbe funzionare il blocco dei siti porno e il sistema del doppio anonimato

Il sistema di accesso introdotto dalla nuova regolamentazione si fonda su un modello chiamato "doppio anonimato". Si tratta di un procedimento in cui due soggetti agiscono in modo indipendente: il sito per adulti e un ente terzo certificato che si occupa di accertare la maggiore età.

  • L’utente, prima di accedere al portale, viene reindirizzato a una piattaforma di verifica predisposta da aziende specializzate.
  • Questo ente di verifica fornisce all’utente una "prova dell’età", un codice o token digitale che attesta esclusivamente che l’utente è maggiorenne, senza però trasmettere alcun dato personale né l’identità reale.
  • Il sito per adulti, ricevendo il token, riconosce solo la conformità all’età richiesta e consente l’accesso, ma non ha modo di collegare l’identità dell’utente ai contenuti fruiti.
  • In parallelo, l’ente di verifica non è in grado di sapere a quale sito specifico l’utente stia tentando di accedere, in piena tutela della privacy e rispetto delle prescrizioni del GDPR europeo.
I metodi tecnici riconosciuti includono sistemi basati su documenti d’identità digitali, tecnologie biometriche (come la scansione e confronto dei volti) o la generazione di token a validità temporanea tramite app esterne.

Tuttavia, per garantire la massima sicurezza, è vietato l’utilizzo di SPID, CIE e strumenti che non consentano la separazione tra dati identificativi e portale di destinazione. Questa architettura è stata ispirata da soluzioni testate già in Francia e Regno Unito, dove solo fornitori certificati sono abilitati alla verifica, in attesa di una vera e propria app europea standard prevista per il 2026.

L'aggiramento tramite VPN e altri metodi: limiti pratici dell'efficacia dei blocchi

Persino laddove i sistemi di verifica risultassero pienamente attivi, la possibilità di aggiramento della normativa è particolarmente elevata per utenti dotati di competenze digitali minime. Il metodo più praticato è l’utilizzo di VPN (Virtual Private Network):

  • Con una VPN è possibile mascherare il proprio indirizzo IP, facendo apparire come se la connessione provenisse da un Paese dove non vigono blocchi o controlli sull’accesso ai siti per adulti.
  • La diffusione delle VPN è già alta e destinata ad aumentare: lo testimoniano i dati provenienti dal Regno Unito, dove, subito dopo l’entrata in vigore delle leggi di verifica dell’età, si sono registrati picchi di download di app VPN fino a 1.800%.
  • Alcuni servizi VPN, se gratuiti, comportano rischi per la privacy e la sicurezza poiché possono raccogliere e rivendere dati sensibili degli utenti, mentre quelli più affidabili sono spesso a pagamento.
Oltre alle VPN, risultano possibili altri metodi di elusione come:
  • Utilizzo di documenti contraffatti, identità sintetiche o account di adulti (ad esempio, genitori o conoscenti).
  • Accesso attraverso siti intermedi non sottoposti ai blocchi italiani, oppure piattaforme emergenti meno note e non inserite nell’elenco Agcom.
L’efficacia della regolamentazione dipende, quindi, anche dalla rapidità con cui potranno essere aggiornate e allargate le blacklist di piattaforme vietate e dalla cooperazione internazionale nella lotta ai sistemi di elusione, tenendo conto che la tecnologia evolverà sempre nuovi strumenti per aggirare i blocchi.

I rischi sulla privacy e le criticità dei controlli sull'età

L’introduzione di sistemi di verifica dell’età ha sollevato numerosi dubbi in merito alla tutela della privacy e alla sicurezza dei dati personali.

  • Doppio anonimato non sempre garantito: la separazione completa tra ente certificatore e sito adulto è un principio, ma nella pratica alcune app, come Yoti, raccolgono dati quali numero di telefono, volto e documento, alimentando incertezze su un’effettiva deidentificazione dell’utente.
  • Esistenza di rischi di furto dati: fornitori di servizi di verifica, specie se gratuiti o non pienamente affidabili, possono subire attacchi informatici, con la conseguente esposizione dei dati sensibili raccolti.
  • Esclusione digitale: alcune persone, prive di documenti digitali, dispositivi compatibili o residenti in aree con difficoltà di accesso, rischiano l’esclusione o la discriminazione nell’accesso legittimo a contenuti per adulti.
Sebbene i regolatori abbiano specificato che non saranno conservate copie di documenti o informazioni associabili all’identità, le garanzie fornite non annullano i timori degli utenti, molti dei quali restii a condividere dati sensibili per via del permanere di uno stigma sociale legato al consumo di pornografia.

Esperienze europee e scenari futuri per la regolamentazione in Italia

L’Italia non è il primo Paese a introdurre la verifica obbligatoria dell’età sui siti per adulti; esperienze simili sono già in corso in Francia, Regno Unito e Germania.

  • In Francia, la legge impone l’intervento di enti terzi per la verifica, con diversi portali bloccati temporaneamente per protesta o impossibilità di conformarsi; uno dei maggiori attori, Aylo, ha oscurato le proprie piattaforme prima che una sentenza intermedia sospendesse temporaneamente l’obbligo.
  • Nel Regno Unito, l’Online Safety Act prevede la registrazione tramite e-mail, carta di credito o telefono; la reazione degli utenti ha portato a una forte riduzione del traffico verso i portali regolamentati e a una parallela crescita dell’uso delle VPN.
  • In Germania, il sistema è attivo da anni con l’adozione di tecnologie biometriche, ma anche lì emergono criticità legate a errori di riconoscimento e limiti demografici dei sistemi automatici.
In ambito europeo, la Commissione UE sta sperimentando un’app unica per la verifica dell’età, che dovrebbe essere operativa nel 2026 come parte del portafoglio digitale europeo. Per E quindi ora cosa succede ai siti porno? In Italia, l’impressione è che il prossimo futuro sarà segnato da periodi di transizione: traffico migrante verso servizi meno controllati, uso diffuso di VPN e una costante messa a punto delle misure tecniche e giuridiche. Resta centrale la questione dell’equilibrio tra tutela dei minori, diritto alla riservatezza e libertà d’accesso degli adulti, sotto il costante monitoraggio di Agcom e delle autorità privacy.