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Di quanto aumenta pensione e TFR dopo rinnovo del CCNL Enti Locali 2022-2024 e chi riceverà arretrati anche tra i già pensionati

di Marianna Quatraro pubblicato il
aumenta pensione TFR dopo rinnovo CCNL E

Anche i pensionati hanno diritto a percepire gli arretrati relativi recente rinnovo del Ccnl enti Locali relativi al periodo dal primo gennaio 2024: come funziona il ricalcolo per pensioni e Tfr spettante

L’accordo relativo al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per gli Enti Locali, riferito al triennio 2022-2024, rappresenta un passaggio determinante per oltre un milione e mezzo di dipendenti pubblici impiegati presso Comuni, Province e Regioni. La firma ufficiale del nuovo CCNL introduce novità di rilievo per stipendi, pensioni e trattamenti di fine rapporto (TFR), con effetti retroattivi che rispondono alla domanda di adeguamento alle mutate condizioni economiche e all’erosione del potere d’acquisto dovuta all’inflazione.

Il contratto non riguarda solo il personale attualmente in servizio, ma anche chi è cessato dal servizio negli anni di vigenza del CCNL, garantendo che nessuno venga penalizzato da ritardi istituzionali. Gli aumenti previsti, decorrenza e metodologia di ricalcolo incidono direttamente sia su pensioni che su TFR, offrendo un’opportunità di adeguamento anche per coloro che hanno raggiunto la quiescenza dopo il termine formale del precedente contratto.

Aumenti contrattuali previsti dal rinnovo: cifre, fasce e decorrenza

Gli incrementi economici stabiliti dal rinnovo del Ccnl enti Locali 2022-2024 riguardano ogni categoria professionale. Secondo quanto definito nella trattativa tra ARAN e sindacati, l’aumento medio lordo si attesta tra i 120 e i 145 euro mensili per il triennio 2022-2024, ma l’effetto netto varia significativamente a seconda della fascia di appartenenza e degli anni di servizio. In particolare:

  • L’area D (funzionari ed elevate professionalità) vede un aumento lordo mensile di circa 144 euro, identico per tutte le fasce ma con un effetto netto decrescente per chi vanta maggiore anzianità.
  • I livelli più bassi beneficiano di arretrati netti più cospicui: ad esempio, un funzionario D1 ottiene oltre 350 euro netti di arretrati in più rispetto al collega D7.
  • Gli arretrati una tantum, calcolati fino a 2.500 euro lordi per il periodo 2022-2024, assicurano un’integrazione significativa per tutti, tenendo conto sia degli importi fissi sia di quelli proporzionati alla qualifica.
L’applicazione retroattiva del rinnovo prevede che gli aumenti abbiano decorrenza dal 1° gennaio 2024, ma che siano riconosciuti anche agli ex dipendenti che hanno maturato il diritto alla pensione nel corso del triennio di riferimento. 

Parallelamente agli incrementi della retribuzione mensile, sono previste ulteriori novità come:

  • Incremento della retribuzione di posizione per elevate qualificazioni, salita da 18.000 a 22.000 euro annui;
  • Ampliamento dei diritti legati alla conciliazione vita-lavoro, come la settimana corta (36 ore in 4 giorni);
  • Buoni pasto riconosciuti anche in modalità di lavoro agile e flessibilità organizzativa incrementata per soggetti fragili e caregiver.

Chi riceverà gli arretrati: personale in servizio e già pensionati

Gli arretrati derivanti dal rinnovo vengono riconosciuti a tutti coloro che erano in servizio negli anni coperti dal nuovo CCNL. Questa platea include non solo il personale attivo al momento della sottoscrizione, ma anche i lavoratori che hanno cessato il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2022 e il 3 novembre 2025, data di firma definitiva.

Nel dettaglio:

  • I dipendenti attualmente in servizio ricevono automaticamente gli arretrati direttamente in busta paga, evidenziati nel cedolino del primo versamento utile.
  • Per chi è andato in pensione durante il periodo di vigenza del contratto (dal 2022 al 2024), la legge riconosce il diritto sia all’adeguamento dell’importo pensionistico sia al pagamento degli arretrati maturati.
Per questa seconda categoria, tuttavia, la modalità di erogazione è differente: anziché comparire nel cedolino NoiPA, l’adeguamento avviene tramite un ricalcolo a cura dell’INPS, che aggiornerà sia la pensione sia il TFR considerando la retribuzione aumentata per gli anni interessati. L’atto di riliquidazione e il pagamento degli arretrati avvengono solo dopo la comunicazione ufficiale delle nuove voci stipendiali da parte dell’ex amministrazione o dell’ufficio personale all’istituto previdenziale.

I pensionati che non hanno ancora ricevuto l’aggiornamento dovranno quindi verificare la corretta comunicazione dei dati stipendi da parte dell’ente di appartenenza e, in caso di ritardo o omissione, potranno attivare specifiche procedure di sollecito.

Non sono invece compresi tra i beneficiari degli arretrati quei lavoratori cessati dal servizio in epoca anteriore rispetto al 1° gennaio 2022, né i supplenti brevi e coloro il cui contratto era a termine oltre il triennio ricompreso nel rinnovo.

Come gli aumenti e gli arretrati incidono sul calcolo della pensione e del TFR

L’adeguamento delle retribuzioni a seguito del nuovo CCNL comporta un duplice effetto: da un lato, incrementa l’importo della pensione futura o già in erogazione per quanti sono andati in quiescenza dopo il 1° gennaio 2022; dall’altro, modifica la base di calcolo per il TFR spettante.

Il meccanismo prevede che la pensione sia ricalcolata sulla base delle ultime retribuzioni percepite, comprendendo anche i nuovi importi definiti dal CCNL. Questo si traduce in:

  • Aumento percentuale della pensione, determinato dagli importi aggiunti alla voce stipendio tabellare e alle altre competenze accessorie;
  • Pagamento degli arretrati previdenziali, corrispondenti alle differenze stipendiali maturate tra il 2022 e la data di cessazione dal servizio.
La rivalutazione si riflette anche sul trattamento di fine rapporto. In particolare:
  • Il TFR viene calcolato tenendo conto anche degli incrementi retributivi del triennio 2022-2024;
  • L’adeguamento è correlato solo agli importi di stipendio effettivamente maturati fino alla data di pensionamento;
  • La liquidazione è rivista e le somme aggiuntive spettanti saranno versate tramite l’atto di riliquidazione INPS.
I dati economici mostrano che l’impatto degli arretrati può risultare particolarmente vantaggioso per i profili con meno anzianità, a causa della struttura degli aumenti. Tuttavia, l’incidenza di questi adeguamenti consente a tutti coloro che hanno cessato il servizio nel triennio di ottenere quanto maturato, pur con effetti diversi in base alla posizione.
Qualifica Arretrati (lordi) Aumento mensile
Operatori fino a 2.000 € 120 €
Assistenti fino a 2.200 € 127 €
Funzionari/Elevate Qualificazioni fino a 2.500 € 144 €

L’applicazione retroattiva degli aumenti garantisce la parità di trattamento tra chi è rimasto in servizio e chi ha raggiunto la pensione negli anni coperti dal rinnovo, confermando la centralità dell’equità nel sistema.

Procedura per il ricalcolo di pensione e TFR: come devono agire i pensionati

Per ottenere il ricalcolo e la contestuale liquidazione degli aumenti e degli arretrati, i pensionati devono seguire una procedura ben definita. Il processo si articola in più fasi, che coinvolgono sia l’ex datore di lavoro sia l’INPS:

  • Verifica della posizione: il pensionato accerta se il proprio periodo lavorativo coincide con gli anni di vigenza del CCNL (2022-2024) contattando l’ufficio personale dell’ente di appartenenza.
  • Comunicazione delle nuove voci stipendiali: l’ente trasmette formalmente all’INPS gli importi aggiornati.
  • Domanda di ricalcolo: l’interessato presenta richiesta di adeguamento pensionistico e TFR tramite il portale INPS (utilizzando SPID, CIE o CNS) oppure tramite CAF o intermediari abilitati.
  • Emissione dell’atto di riliquidazione: una volta ricevuti i dati, l’INPS provvede sia ad aggiornata la pensione sia a corrispondere gli eventuali arretrati maturati.
Se il pensionato riscontra ritardi nell’adeguamento, è consigliabile inoltrare un sollecito all’ufficio personale e, successivamente, all’INPS territoriale. 


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