Quali sono i bonus e agevolazioni fiscali disponibili nel 2025 per assumere lavoratori e lavoratrici pagando meno tasse e contributi possibili
Stando a quanto riportano i dati recenti, il mercato occupazionale italiano è in risalita. Sono state molte le assunzioni stabili registrate negli ultimi mesi, grazie anche alle agevolazioni contributive e agli incentivi fiscali disponibili che permettono di ridurre notevolmente il costo del lavoro per ogni stabilizzazione lavorativa.
In questo articolo esploreremo tutte le opportunità per i datori di lavoro che desiderano assumere nuovo personale nel 2025 beneficiando di sgravi contributivi, esoneri fiscali e incentivi all'occupazione.
Dal primo settembre 2024 è entrato in vigore un importante incentivo per l'assunzione dei giovani sotto i 35 anni, che continuerà ad essere operativo per tutto il 2025.
La misura prevede uno sgravio contributivo totale fino a 500 euro mensili per due anni. Questo beneficio è ulteriormente potenziato nelle regioni meridionali: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, dove l'importo massimo dello sgravio sale a 650 euro mensili.
Per accedere all'agevolazione, i giovani non devono aver mai avuto contratti di lavoro a tempo indeterminato in precedenza. Il bonus, valido fino a dicembre 2025, può essere utilizzato anche per assunzioni successive se il primo datore di lavoro non ne fruisce interamente a causa dell'interruzione anticipata del rapporto lavorativo.
È importante sottolineare che questo incentivo occupazionale non è applicabile alle imprese che, nei sei mesi precedenti l'assunzione, hanno effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo.
Parallelamente all'incentivo precedente, è disponibile un'ulteriore agevolazione specifica per i giovani con meno di 30 anni. I datori di lavoro del settore privato che assumono giovani mai contrattualizzati a tempo indeterminato possono beneficiare di un esonero contributivo pari al 50% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, fino all'importo massimo di 3.000 euro.
Questa misura rappresenta un'opportunità significativa per le aziende che intendono investire su personale giovane, riducendo l'impatto economico iniziale dell'assunzione e favorendo l'ingresso nel mondo del lavoro delle nuove generazioni.
Il legislatore ha previsto specifici incentivi per l'inserimento lavorativo femminile, particolarmente vantaggiosi per il 2025. Per le lavoratrici di qualsiasi età, disoccupate da almeno 24 mesi (o sei mesi per le residenti nel Sud Italia), è disponibile un esonero totale dei contributi INPS e INAIL fino a 650 euro mensili per 24 mesi.
Questa importante agevolazione contributiva è valida per le assunzioni effettuate tra il primo luglio 2024 e il 31 dicembre 2025. Si prevede che possa affiancarsi alla decontribuzione per le donne già in vigore, con possibilità di proroga per l'anno successivo.
Tali misure si inseriscono nel più ampio contesto delle politiche di sostegno all'occupazione femminile, ancora penalizzata rispetto a quella maschile nel mercato del lavoro italiano, con l'obiettivo di ridurre il gender gap occupazionale.
Un'attenzione particolare è rivolta alle donne con figli. Tra i soggetti per cui è prevista una maggiorazione della deduzione fiscale fino al 130% figurano le donne con almeno 2 figli minorenni. Questa misura rappresenta un ulteriore incentivo per l'assunzione di madri, facilitando la conciliazione tra vita familiare e professionale.
Il 2025 conferma importanti agevolazioni per l'inserimento lavorativo dei beneficiari di sussidi pubblici, con l'obiettivo di favorire il loro reinserimento nel mondo del lavoro.
Per i datori di lavoro che assumono beneficiari dell'assegno di inclusione (che ha sostituito il reddito di cittadinanza), è previsto un esonero contributivo significativo. L'agevolazione si applica sia per l'attivazione di contratti subordinati o a tempo indeterminato (anche part-time), sia per contratti di apprendistato o trasformazioni da tempo determinato, nonché per contratti a termine o stagionali.
L'incentivo consiste in un esonero pari al 50% della contribuzione a carico del datore di lavoro, nel limite massimo di 4.000 euro per un anno e comunque non oltre la durata del rapporto di lavoro. Questa misura mira a incentivare l'assunzione di persone a rischio di esclusione sociale, facilitando il loro reinserimento professionale.
Resta in vigore anche nel 2025 il bonus per l'assunzione di disoccupati che percepiscono la NASPI. Questo incentivo consiste in un contributo mensile pari al 20% dell'indennità mensile residua che sarebbe stata corrisposta al lavoratore.
Il beneficio viene riconosciuto ai datori di lavoro (incluse cooperative e agenzie di somministrazione) che assumono disoccupati, senza limiti di età, con contratto a tempo pieno e indeterminato, o che trasformano contratti da tempo determinato.
Il contributo può essere erogato per un massimo di 2 anni, con un importo che non può superare la retribuzione del lavoratore stesso, né eccedere la NASPI già percepita. Questo meccanismo incentiva le aziende a dare opportunità a chi si trova in stato di disoccupazione, riducendo al contempo la spesa pubblica per i sussidi.
Il quadro degli incentivi occupazionali per il 2025 si completa con diverse altre misure particolarmente vantaggiose per le imprese.
Una delle misure più rilevanti è lo sgravio contributivo fino al 120% per le imprese che effettuano nuove assunzioni a tempo indeterminato nel 2025. Le aziende possono beneficiare di una maggiorazione dell'importo deducibile ai fini fiscali del 20%, portando quindi la deduzione totale al 120%.
Questo beneficio sale di un ulteriore 10%, raggiungendo il 130%, in caso di assunzione di soggetti appartenenti alle categorie svantaggiate, tra cui:
Anche nel 2025 resta in vigore la Decontribuzione Sud, che prevede la riduzione del 30% degli oneri sociali dovuti dai datori di lavoro nelle regioni meridionali. Questa misura si affianca al nuovo bonus per le micro e piccole imprese operanti nella ZES unica Sud con meno di 10 dipendenti.
L'incentivo prevede agevolazioni contributive specifiche per i lavoratori e le lavoratrici under 35 operanti nelle regioni di Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. La decontribuzione si applica per 30 mesi (a partire dal primo settembre 2024) e rappresenta un'opportunità significativa per stimolare l'occupazione nelle aree economicamente più svantaggiate del Paese.
Per beneficiare delle agevolazioni descritte, i datori di lavoro devono rispettare specifici requisiti e seguire precise procedure amministrative.
Innanzitutto, è necessario verificare la regolarità contributiva dell'azienda attraverso il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva). Inoltre, l'impresa deve rispettare le norme a tutela delle condizioni di lavoro e gli accordi e contratti collettivi nazionali, regionali, territoriali o aziendali.
Per la maggior parte degli incentivi, è necessario presentare domanda telematica all'INPS tramite i servizi online dedicati. È consigliabile consultare i portali ufficiali dell'INPS e dell'Agenzia delle Entrate per verificare le modalità specifiche di accesso a ciascun bonus, poiché procedure e tempistiche possono variare.
È importante anche considerare che molti incentivi sono soggetti a limiti di budget complessivo, quindi l'accesso potrebbe essere subordinato all'ordine cronologico di presentazione delle domande fino ad esaurimento delle risorse disponibili.
L'utilizzo combinato di questi incentivi fiscali e contributivi può ridurre significativamente il costo del lavoro per le imprese. Considerando l'esempio di un'assunzione a tempo indeterminato di un giovane under 35 in una regione del Sud, il risparmio potrebbe arrivare fino al 65-70% del costo complessivo nei primi due anni.
Per un'azienda di medie dimensioni che effettua 5-10 nuove assunzioni agevolate all'anno, questo si traduce in un risparmio potenziale di diverse decine di migliaia di euro, risorse che possono essere reinvestite in innovazione, formazione o ulteriore crescita occupazionale.
Inoltre, la super-deduzione del costo del lavoro (120-130%) rappresenta un vantaggio fiscale significativo in termini di riduzione dell'imponibile, con conseguente risparmio sull'IRES.