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Petti di pollo Coop, Esselunga e Conad con strisce bianche fanno male? Le alternative da comprare e cosa dice la legge

di Marcello Tansini pubblicato il
petti di pollo con strisce bianche fanno

I petti di pollo con strisce bianche venduti da Coop, Esselunga e Conad sollevano dubbi tra consumatori e appassionati di alimentazione. L'articolo analizza le cause del fenomeno, le implicazioni nutrizionali e di benessere animale, il quadro normativo e le possibili alternative di consumo, offrendo una panoramica completa su sicurezza, trasparenza

Negli scaffali della grande distribuzione italiana, i petti di pollo confezionati attraggono per il loro aspetto uniforme e apparentemente sano. Tuttavia, un fenomeno sempre più diffuso sta sollevando dubbi sulla reale qualità di questi prodotti: la presenza di strisce bianche visibili, riscontrata specialmente nelle referenze a marchio Coop, Conad ed Esselunga. Queste irregolarità superficiali non sono semplici imperfezioni, bensì il segnale di problematiche connesse alle pratiche di allevamento intensivo e alle scelte genetiche. 

Che cos'è il white striping e come si manifesta nei petti di pollo

Il termine "white striping" identifica una miopatia degenerativa dei muscoli pettorali del pollo. Si presenta mediante linee o fasce bianche parallele alle fibre muscolari, visibili soprattutto sui filetti confezionati. Tali striature derivano dalla sostituzione delle fibre muscolari danneggiate con tessuto grasso e fibroso, in risposta alla crescita eccessivamente rapida degli animali. L'aspetto finale risulta compromesso: al taglio, la carne mostra venature chiare, mentre in cottura tende a subire alterazioni di consistenza.

Numerosi studi condotti su campioni italiani hanno evidenziato una prevalenza superiore al 90% di white striping nei petti di pollo marchiati dai principali supermercati. Più della metà presenta un livello rilevante di degenerazione. Questo fenomeno interessa particolarmente le razze a rapida crescita, ampiamente utilizzate nelle grandi filiere per garantire produttività e riduzione dei costi. White striping, tuttavia, non è un semplice difetto estetico: rappresenta il sintomo di profonde modifiche a livello fisiologico causate dalla pressione esercitata sui polli negli allevamenti industriali.

Altri problemi muscolari correlati a filiere intensive includono il cosiddetto "petto legnoso" (carne indurita e difficile da tagliare) e la "carne a spaghetti", caratterizzata da fibre separate e consistenza sfibrata. Tutte queste alterazioni sono riconducibili a stress di crescita e sovraccarico fisiologico. La presenza di tali anomalie riduce il valore commerciale e qualitativo del prodotto, suscitando preoccupazione sia tra gli addetti ai lavori sia tra i consumatori attenti.

Cause del white striping: allevamenti intensivi, razze selezionate e crescita rapida

L'accumulo di strisce bianche nella carne di pollo è il risultato diretto delle moderne tecniche di produzione, nate per soddisfare la crescente domanda di carne economica. Gli allevamenti intensivi hanno rivoluzionato il comparto, puntando su razze selezionate geneticamente—come Ross 308 e Cobb 500—capaci di aumentare di peso fino a 60 grammi al giorno. Gli animali raggiungono la macellazione in appena 35-45 giorni: questi ritmi innaturali hanno profonde ripercussioni sull'organismo del pollo.

All'interno di capannoni chiusi, decine di migliaia di esemplari vivono in condizioni di spazio ridotto e con scarsa possibilità di movimento. L'alimentazione, spesso concentrata e ricca di proteine, stimola una crescita muscolare sproporzionata rispetto allo sviluppo del sistema circolatorio. Il risultato è la comparsa frequente di miopatie muscolari (white striping in primis) e altre lesioni, anche a carico delle zampe per via di ambienti umidi e sovraffollati.

  • Genetica spinta: selezione di animali con rapidissimo accrescimento
  • Sovraffollamento: numero elevato di polli per metro quadro
  • Alimentazione iperproteica: stimola un rapido sviluppo dei muscoli petto, ma non ha tempo sufficiente per una adeguata ossigenazione
  • Assenza di stimoli ambientali: movimento ridotto e mancata esposizione a luce naturale
Tali pratiche rispondono in primo luogo a esigenze economiche della filiera, spesso a discapito della qualità della carne e della salute animale. La quasi totalità dei petti di pollo venduti nei supermercati italiani segue questo iter produttivo—indipendentemente dalla marca—poiché le filiere sono altamente omologate e centralizzate.

Implicazioni per la qualità, il valore nutrizionale e il benessere animale

La presenza di white striping e patologie affini nei petti di pollo incide direttamente su diversi aspetti della carne destinata al consumatore. Dati scientifici evidenziano che tali alterazioni portano a un aumento significativo della componente lipidica (fino al 224% rispetto ai polli non affetti), a scapito della frazione proteica (-9%). L'infiltrazione di tessuto adiposo riduce il valore nutrizionale della carne, rendendola meno ricca di proteine e più calorica.

Queste modifiche si traducono anche in una peggiore resa in cucina: i filetti risultano meno succulenti, con texture fibrosa o gommosa, e sono meno apprezzati anche dal punto di vista organolettico. Il consumatore può avvertire la differenza non solo alla vista, ma anche al momento del taglio e della cottura.

  • Riduzione del contenuto proteico
  • Aumento dei grassi
  • Incremento della presenza di collagene
Sul fronte del benessere animale, il white striping segnala condizioni di stress cronico e patologie dovute alla crescita forzata. Polli allevati con questi metodi sono spesso incapaci di muoversi adeguatamente nelle ultime fasi di vita, con una qualità della vita sensibilmente compromessa. Lo squilibrio tra produttività e salute animale costituisce un motivo di dibattito sia tra ricercatori che tra associazioni per la tutela degli animali.

Cosa dice la legge: la definizione di pollo “sano” e la sicurezza alimentare

In merito alla sicurezza dei prodotti avicoli, la normativa vigente distingue tra patologie infettive e alterazioni di altra natura. In Italia e in Europa, la legge (Regolamento CE 852/2004/CE e successivi) impone che le carni in commercio siano igienicamente sicure per il consumatore finale. Il white striping, essendo una miopatia non infettiva, non rappresenta un pericolo diretto per la salute umana secondo le autorità veterinarie e sanitarie.

Questo significa che, dal punto di vista legale e sanitario, anche i polli affetti da strisce bianche vengono classificati come "sani" e destinati regolarmente alla vendita. Si tratta tuttavia di una sanità limitata ai parametri di sicurezza alimentare, senza tenere conto delle degenerazioni muscolari e delle condizioni di vita degli animali. Le direttive relative al benessere animale, come lo European Chicken Commitment, sono su base volontaria e non ancora recepite nella normativa italiana, se non per alcune linee di prodotto specifiche (biologici o a crescita lenta).

Esistono alternative? Il pollo a crescita lenta, i marchi e i costi

Negli ultimi anni si è sviluppata maggiore attenzione verso metodi di produzione alternativi, che riducano l'incidenza di white striping nei polli. Le principali opzioni si concentrano sull'allevamento di razze a crescita lenta, l'aumento degli spazi disponibili nei capannoni e il miglioramento delle condizioni ambientali.

Fra i marchi che hanno optato per tali modelli, figurano alcune linee selezionate di Fileni, Campese Amadori, Carrefour Italia e produttori biologici. Il framework di riferimento internazionale è lo European Chicken Commitment, sottoscritto da alcune aziende e grandi gruppi, tra cui Eataly.

Marchio Tipologia Tempo di accrescimento Prezzo medio/kg
Campese Amadori Crescita lenta 56 giorni Superiore alla media
Fileni Bio Biologico, crescita lenta Oltre 70 giorni Molto elevato
Martin Ruspantino Crescita lenta Oltre 73 giorni Superiore alla media

Il costo di produzione dei polli a crescita lenta è più alto. Secondo stime europee, si può registrare un incremento di prezzo attorno al 17-18% rispetto al convenzionale. Inoltre, questi prodotti rappresentano solamente una piccola percentuale dell’offerta sugli scaffali. Nonostante i benefici in termini di qualità, gusto e benessere animale, la loro diffusione è frenata dai maggiori costi e dalla domanda di carne a basso prezzo.

Conclusioni: informare il consumatore e promuovere la trasparenza

L'aspetto esteriore dei petti di pollo in vendita non sempre riflette la qualità o lo stato di salute degli animali da cui provengono. Le strisce bianche rappresentano la manifestazione di un sistema produttivo orientato all'efficienza ma spesso carente sotto il profilo del benessere animale e della qualità nutrizionale della carne.

La costante presenza di white striping solleva interrogativi etici, scientifici ed economici. L'informazione trasparente sulle condizioni di allevamento e le opzioni disponibili, come i prodotti a crescita lenta o biologici, consente ai consumatori di effettuare scelte più consapevoli, contribuendo così a innalzare sia gli standard qualitativi che quelli etici della filiera avicola. Diffondere dati oggettivi, sensibilizzare sul significato di queste alterazioni e monitorare costantemente le innovazioni produttive rappresentano passi chiave verso una maggiore responsabilità degli operatori e dei distributori.