Scopri dati OsMed AIFA su uso, abusi, spesa e tipologie di farmaci in Italia tra adulti e bambini, tra trend, criticità e sfide attuali.
L’ultimo Rapporto OsMed 2025, appena pubblicato da AIFA, restituisce un quadro complesso e aggiornato sull’impiego dei medicinali tra la popolazione italiana. I dati mostrano una crescita della spesa e dei consumi, sia tra adulti che minori, accompagnata da sfide strutturali in termini di appropriatezza prescrittiva, regionalismo nei consumi e sostenibilità dei costi. Analizzando i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali, emerge come l’assistenza farmaceutica rimanga una componente rilevante del comparto sanitario nazionale, con impatti significativi su salute pubblica, comportamento prescrittivo e abitudini d’acquisto dei cittadini. Il documento sottolinea inoltre la necessità di un uso più consapevole dei farmaci e di strategie mirate per migliorare innovazione, accessibilità ed equità nell'erogazione.
Secondo il Rapporto OsMed appena presentato, la spesa farmaceutica totale in Italia nel 2023 ha raggiunto i 36,2 miliardi di euro, segnando un incremento del 6,1% rispetto all’anno precedente. Di questa cifra, il 68,7% è stato sostenuto dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), pari a 24,9 miliardi, mentre la quota a carico dei cittadini – attraverso l’acquisto diretto o la compartecipazione alle spese – ha raggiunto 10,6 miliardi, con una crescita del 7,4%.
I dati confermano una prevalenza d’uso diffusa in tutta la popolazione. Nel 2024, circa il 68% degli assistiti ha ricevuto almeno una prescrizione, con un consumo medio di 1.895 dosi di farmaci ogni 1.000 abitanti al giorno (1,9 dosi a testa). In età adulta e soprattutto nel segmento over 65, la prevalenza supera il 90% e raggiunge il 100% oltre i 74 anni. La popolazione anziana assorbe più del 60% della spesa totale e delle dosi, riflettendo la politerapia legata alle cronicità.
Divari di genere risultano marcati: il 72% delle donne riceve prescrizioni contro il 63% degli uomini – una differenza particolarmente evidente fra 20 e 59 anni, periodo in cui si registra un uso maggiore di antibiotici, antidepressivi e farmaci per patologie specifiche femminili.
Chiave di lettura importante sono le differenze regionali:
Nell’ultimo anno, il consumo di farmaci in Italia ha mantenuto una struttura stabile nelle principali classi terapeutiche destinate al trattamento delle malattie croniche e acute. Le quattro categorie a maggior utilizzo sono:
I prodotti destinati al trattamento di ipertensione, scompenso cardiaco e malattie vascolari rappresentano la quota principale sia nei consumi sia nella spesa pubblica convenzionata. Nel 2024 si sono registrate oltre 523 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti per i medicinali cardiovascolari, con una spesa pro capite SSN di oltre 60 euro.
Gli inibitori del sistema renina-angiotensina, ACE-inibitori, beta-bloccanti e sartani restano centrali nelle prescrizioni. Il consumo di questi prodotti è più alto nelle regioni del Sud e nelle Isole, sottolineando trend regionali diversi.
I farmaci per l’apparato gastrointestinale, tra cui gli inibitori della pompa protonica per reflusso e ulcere peptiche, occupano la seconda posizione nei consumi, con picchi di utilizzo che vanno oltre 100 dosi giornaliere/1.000 abitanti in alcune aree meridionali. In media la spesa è di circa 59 euro per persona.
Il comparto oncologico e immunomodulante si conferma il più rilevante per impatto sulla spesa acquistata direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche (oltre 8,2 miliardi di euro). Gli inibitori del checkpoint immunitario e gli anticorpi monoclonali costituiscono le sottocategorie a maggior investimento, con aumenti a doppia cifra rispetto all’anno precedente.
Il consumo di antibiotici è tornato a salire del 6,4%, raggiungendo 17,2 dosi giornaliere per 1.000 abitanti. Quasi quattro persone su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione, con una marcata variabilità geografica che suggerisce criticità nell’appropriatezza prescrittiva:
L’utilizzo di psicofarmaci nei bambini e negli adolescenti ha segnato un raddoppio della prevalenza nell’ultimo decennio. Nel 2024, lo 0,57% dei minori ha ricevuto prescrizioni di antipsicotici, antidepressivi, farmaci per l’ADHD (+4,1% rispetto al 2023). La fascia più coinvolta è quella 12-17 anni, con una prevalenza dell’1,17%.
Sebbene il trend segua dinamiche internazionali (collegate anche agli effetti della pandemia sulla salute mentale giovanile), in Italia le percentuali restano tra le più basse d’Europa e del mondo: 0,57% contro il 1,61% della Francia e oltre il 24% negli Stati Uniti.
| Farmaci equivalenti | 23,5% della spesa e 31,6% dei consumi nel 2024, ma con l’Italia al terzultimo posto in Europa. Permane una diffusa diffidenza e il mercato è caratterizzato da disomogeneità: nelle regioni meridionali il ricorso agli equivalenti oscilla tra il 19 e il 21%, al Nord tocca valori fino al 44%. |
| Biosimilari | In netta crescita, l’Italia si distingue per l’adozione rapida: 80,8% di incidenza sulla spesa e 66,9% sui consumi, ben al di sopra della media europea. |
| Classe C | Spesa superiore a 7,1 miliardi (+9,8%), trainata da benzodiazepine, farmaci per la disfunzione erettile e contraccettivi orali. Il 54% riguarda prodotti con prescrizione obbligatoria. |
Le opportunità risiedono in un ulteriore incremento degli equivalenti – che consentirebbe risparmi ai cittadini e al SSN – oltre a una maggior formazione e informazione. L’introduzione tempestiva dei biosimilari ha già portato vantaggi notevoli sotto il profilo finanziario e dell’innovazione terapeutica.
Il tema dell’aderenza terapeutica resta centrale. Un terzo degli over 65 assume almeno 10 farmaci differenti, con il 68% che riceve prescrizioni per almeno 5 principi attivi l’anno, a conferma della forte esposizione alla politerapia cronica. La scarsa aderenza, soprattutto nelle tipologie croniche, compromette efficacia delle terapie e sostenibilità del sistema sanitario, generando costi accessori, ospedalizzazioni e peggioramenti clinici.