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Più tasse in Italia secondo l'Istat, il Governo ha fallito per alcuni, ma per altri no. Dove sta la verità?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Aumento della pressione fiscale

Il governo ha ottenuto risultati nella riduzione del deficit e nel sostegno al reddito delle famiglie ma l'aumento della pressione fiscale contraddice le promesse di riduzione delle tasse.

I dati pubblicati dall'Istat indicano un aumento della pressione fiscale in Italia, che ha raggiunto il 40,5% nel terzo trimestre del 2024, con un aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Questo dato contrasta con le dichiarazioni del governo, che aveva promesso una riduzione delle tasse per cittadini e imprese. Nonostante l'aumento della pressione fiscale, altri indicatori economici mostrano segnali positivi. Facciamo il punto della situazione:

  • Aumento della pressione fiscale: una questione controversa
  • Dove si colloca la verità sulla questione delle tasse in Italia

Aumento della pressione fiscale: una questione controversa

I dati pubblicati dall’Istat hanno acceso un dibattito sulla pressione fiscale in Italia, che nel terzo trimestre del 2024 ha raggiunto il 40,5% del Pil con un incremento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo aumento è stato percepito da molti come un tradimento delle promesse elettorali del governo, che aveva posto la riduzione delle tasse al centro della propria agenda politica. La pressione fiscale, che include imposte, tasse e contributi sociali, è un indicatore chiave del peso del sistema tributario sui cittadini e sulle imprese. Per alcuni osservatori, l’aumento riflette un fallimento strutturale nell’alleggerire il carico fiscale; per altri è invece un prezzo necessario per garantire la stabilità dei conti pubblici.

Nonostante l’aumento delle tasse, l’economia italiana presenta alcuni segnali di miglioramento. L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è sceso al 2,3% nel terzo trimestre del 2024, un dato inferiore rispetto al 6,3% dello stesso periodo del 2023. Questo risultato testimonia l’efficacia di alcune misure di controllo della spesa pubblica e di aumento delle entrate fiscali. In parallelo il reddito disponibile delle famiglie ha registrato un aumento dello 0,6%, accompagnato da una crescita dei consumi pari all’1,6%. Ma questa apparente vitalità economica nasconde criticità: la propensione al risparmio è calata al 9,2% ovvero una difficoltà per le famiglie a mettere da parte risorse per il futuro.

L’aumento delle tasse ha avuto un impatto sulla fiducia dei cittadini e sulla percezione del governo. Sebbene il potere d’acquisto delle famiglie abbia continuato a crescere per il settimo trimestre consecutivo, il ritmo di questo aumento si è rallentato. Molti italiani avvertono un senso di disagio poiché il maggiore carico fiscale incide sulla loro capacità di spesa e risparmio. Questo dato si scontra con le aspettative generate dalla promessa di un alleggerimento del carico fiscale e solleva dubbi sulla sostenibilità delle politiche economiche adottate.

Dove si colloca la verità sulla questione delle tasse in Italia

La questione della pressione fiscale in Italia non può essere analizzata in maniera univoca. Da un lato il governo ha ottenuto risultati positivi nel controllo del deficit e nel miglioramento del reddito disponibile. Dall’altro lato, l’aumento delle tasse sembra contraddire l’impegno di ridurre il peso fiscale su cittadini e imprese, alimentando un sentimento di sfiducia. La realtà appare complessa e sfumata: le politiche fiscali adottate hanno permesso di raggiungere alcuni obiettivi macroeconomici, ma a costo di sacrificare la percezione di equità e sostenibilità da parte della popolazione.

La questione che il governo deve affrontare ora è duplice: da un lato, bilanciare il rigore fiscale con la necessità di alleviare il carico tributario; dall’altro, rafforzare la fiducia dei cittadini, comunicando con maggiore trasparenza i benefici delle scelte politiche intraprese e impegnandosi a lungo termine per una riforma strutturale del sistema fiscale.

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