Quali sono le regole, i limiti e la tassazione in vigore nel 2025 per chi è in pensione ma lavora: i chiarimenti e le spiegazioni
Quali sono le modifiche delle regole al via nel 2025 per chi lavora mentre è in pensione? Chi va in pensione ha la libertà di scegliere se continuare a lavorare una volta collocato a riposo.
Dal primo gennaio 2009, sono stati cancellati i divieti e i limiti di cumulo tra lavoro e pensioni dirette, per cui è possibile cumulare i redditi senza problemi ma rispettando determinate regole.
Per calcolarla correttamente, bisogna conoscere prima il reddito imponibile, cioè il reddito complessivo lordo annuo su cui applicare l’imposta.
Questo si ottiene sommando il reddito derivante dalla pensione e il reddito derivante dall’attività di lavoro dipendente. Sull’importo complessivo si applica la relativa aliquota Irpef.
Ancora nel 2025 sono state confermate le tre aliquote Irpef già in vigore nel 2024, senza alcuna modifica né riduzione, come era stato inizialmente annunciato dal governo.
Se, poi, chi continua a lavorare, svolge un’attività dipendente mentre è in pensione, deve sottrarre i contributi previdenziali versati e gli altri eventuali oneri deducibili e in dichiarazione dei redditi (modello Redditi o 730) deve riportare le imposte già trattenute in busta paga e nel cedolino di pensione.
Precisiamo, infine, che per chi lavora mentre è in pensione nel 2025 non esistono limiti di importo alla cumulabilità dei redditi di lavoro con quelli di pensione.
La Manovra finanziaria 2025 ha, invece, aumentato il limite di reddito da lavoro dipendente e da pensione da 30mila a 35mila euro per chi vuole aderire alla flat tax per le partite Iva, ampliando, dunque, la platea dei potenziali soggetti beneficiari.
Si era parlato di un aumento fino a 50mila euro, ma alla fine l’asticella si è fermata a 35.000 euro.