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Polizze catastrofali Pmi, proroga al 31 Marzo 2026 solo per 2 categorie con il Milleproroghe. Cosa devono fare le altre

di Marcello Tansini pubblicato il
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Le polizze catastrofali per le PMI sono state prorogate fino al 31 marzo 2026 solo per due categorie, generando incertezza per le altre imprese escluse. Analisi delle nuove regole, delle reazioni del settore e degli impatti sui benefici pubblici.

L’introduzione dell’obbligo di assicurazione contro i rischi catastrofali rappresenta una svolta per la sicurezza economica delle piccole e medie imprese (PMI) italiane, sempre più esposte a eventi naturali estremi come alluvioni e terremoti. Negli ultimi anni, il quadro normativo è stato oggetto di vari interventi per garantire che il sistema imprenditoriale sia in grado di affrontare situazioni di emergenza. Il recente decreto Milleproroghe, nelle sue ultime versioni, ha disposto il differimento di alcune scadenze collegate a tali obblighi assicurativi, ma solo per alcune categorie produttive, generando un acceso dibattito tra gli operatori e le associazioni di rappresentanza. L’attuale scenario richiede alle imprese non solo attenzione alle nuove tempistiche, ma anche consapevolezza dei differenti trattamenti normativi previsti dal decreto. 

Le nuove scadenze per le polizze catastrofali: a chi si applica la proroga e chi resta escluso

Il provvedimento di fine anno appena approvato dal Consiglio dei Ministri ha previsto un’estensione dei termini per l’adempimento assicurativo esclusivamente a favore di due categorie: le micro e piccole imprese del settore turistico-ricettivo e quelle che gestiscono pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande. Questi soggetti beneficiano di una proroga che fa slittare la scadenza originariamente fissata al 31 dicembre 2025 fino al 31 marzo 2026. Per le imprese della pesca e dell’acquacoltura, poi, lo stesso termine è stato posticipato addirittura al 31 dicembre 2026, in linea con una logica di tutela dei comparti maggiormente impattati. 

Al fine di fornire una visione chiara:

Categoria Termine per la stipula
Micro e piccole imprese turistico-ricettive 31 marzo 2026
Pubblici esercizi (alimenti e bevande) 31 marzo 2026
Imprese pesca e acquacoltura 31 dicembre 2026
Altre micro/PMI (escluse sopra) 31 dicembre 2025

Tutte le restanti PMI escluse dalle categorie sopracitate restano quindi in regime di obbligo, con termini invariati e fissati al 31 dicembre 2025. Questa scelta legislativa si inserisce in un contesto normativo delineato dalle recenti modifiche della legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023 art. 1, c. 101), successivamente ridefinite dal D.L. 39/2025 e dai successivi interventi. 
 

È importante sottolineare che la disparità nella calendarizzazione degli adempimenti deriva dalla volontà di concedere un periodo extra a settori riconosciuti come particolarmente esposti a rischi naturali o soggetti a maggiore stagionalità, a scapito tuttavia di una parte consistente del tessuto produttivo non oggetto di proroga.

Obblighi assicurativi: cosa cambia per le altre PMI escluse dalla proroga

Le imprese non incluse nell’estensione dei termini si trovano oggi ad affrontare l’imminente obbligo di stipula della copertura assicurativa entro il 31 dicembre 2025. Per queste realtà, non sono previsti ulteriori slittamenti e l’ottemperanza all’obbligo diventa condizione sine qua non per il corretto funzionamento aziendale dal prossimo anno. Le principali implicazioni riguardano sia l’aspetto economico che organizzativo:

  • Ricerca e valutazione di prodotti assicurativi adatti alle diverse caratteristiche territoriali e strutturali.
  • Adeguamento ai requisiti tecnici e giuridici definiti dal DM 30 gennaio 2025, n. 18, che stabilisce parametri uniformi a livello nazionale.
  • Gestione dell’incertezza sui costi delle polizze, in assenza di uno schema contrattuale tipo pienamente operativo e di strumenti di trasparenza, come il comparatore IVASS non ancora attivo.
Le imprese, soprattutto le micro e piccole fuori dalla proroga, denunciano la difficoltà di pianificare tempestivamente le opportune scelte assicurative a causa della scarsità di strumenti di confronto rapidi e trasparenti, lasciando temere ricadute finanziarie non prevedibili.

In sostanza, il nuovo assetto normativo comporta per una parte rilevante delle PMI l’onere immediato di dotarsi di idonee polizze contro eventi calamitosi, pena esclusione da benefici pubblici e possibili ripercussioni sulla sostenibilità economica nel medio periodo.

Reazioni e criticità: le istanze delle associazioni di categoria e le disparità generate

La decisione di limitare la proroga ai soli settori dell’accoglienza e dei pubblici esercizi ha generato un’ondata di proteste, specialmente da parte delle associazioni di rappresentanza del mondo produttivo. Tra gli interventi più significativi, spicca quello della CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa – che ha definito la norma “inaccettabile” e portatrice di disparità ingiustificate tra imprese che condividono le stesse vulnerabilità territoriali davanti ai fenomeni meteorologici estremi.

Secondo i rappresentanti di categoria, l’attuale situazione normativa:

  • Genera uno squilibrio tra settori economici che peraltro spesso convivono negli stessi territori, ma si vedono sottoposti a regole di adempimento differenti.
  • Impiega schemi assicurativi ancora non del tutto definitivi, con imprese costrette a scegliere prodotti le cui condizioni sono difficilmente comparabili.
  • Espone molte microimprese al rischio di dover affrontare costi elevati e imprevisti, senza garanzie sulla reale efficacia delle polizze proposte dal mercato in questa fase di avvio.
Le istanze sollevate dalle associazioni chiedono un ripensamento della norma, sollecitando una proroga uniforme con condizioni di trasparenza, chiarezza e sostenibilità per tutte le PMI, così da prevenire contraccolpi gravi sull’intero sistema produttivo nazionale.

Vincoli all’accesso ai benefici pubblici e impatti sulle imprese

L’obbligo di polizza non si limita a una mera questione assicurativa: l’adempimento incide direttamente sul diritto alle agevolazioni e ai contributi pubblici. La disciplina, infatti, stabilisce l’esclusione dalle misure di sostegno finanziario – siano esse ordinarie o straordinarie per calamità – delle imprese non in regola con la stipula.

Le possibili conseguenze per le imprese possono essere così sintetizzate:

  • Impossibilità di accedere a finanziamenti pubblici dedicati alla ripresa dopo eventi calamitosi.
  • Esclusione da bandi e incentivi ordinari, anche relativi ad azioni di rilancio e sviluppo.
  • Necessità di presentare prova dell’assicurazione idonea come prerequisito per partecipare a iniziative di sostegno istituzionale.
L’impatto su chi non adempie all’obbligo rischia di tradursi in una grave penalizzazione competitiva, soprattutto per quelle imprese che si trovano a competere sullo stesso mercato di aziende beneficiarie della proroga. Si tratta pertanto di un tema che non può essere sottovalutato nella programmazione aziendale.