Chi cerca un investimento più speculativo può orientarsi su Btp con scadenze lunghe o lunghissime, venduti in passato sotto la pari e oggi tornati in auge.
I Btp italiani stanno registrando una forte domanda e attirando capitali che fino a poco tempo fa guardavano altrove. Il differenziale tra il Btp decennale e il Bund tedesco si è contratto sotto i 100 punti base, sintomo che l'Italia è considerata oggi una piazza credibile. L'inversione di percezione deriva anche alla stabilità fiscale degli ultimi governi, dal contenimento del deficit e dal graduale miglioramento del rating percepito dagli investitori internazionali.
Mentre la Germania deve affrontare i costi dei nuovi piani infrastrutturali e gli Stati Uniti vedono crescere il proprio debito a ritmi allarmanti, l'Italia è oggi una scommessa considerata più solida nel breve e medio periodo. Le aste del Tesoro confermano questo scenario: titoli collocati con richieste superiori all'offerta e rendimenti in calo, soprattutto sulle scadenze intermedie. Questo contesto ha permesso ai Btp di tornare appetibili non solo per la cedola, ma anche per il potenziale di guadagno in conto capitale.
In parallelo con le mosse della Banca Centrale Europea, la curva dei rendimenti italiana sta diventando meno ripida. Il decennale è sceso al 3,4%, il quinquennale viaggia attorno al 2,6%, mentre i titoli a due anni rendono sopra il 2%. Vogliamo approfondire:
Se il lungo periodo può intimidire, i titoli a scadenza tra i 4 e i 7 anni offrono equilibrio tra rendimento, rischio e flessibilità. Btp di questo tipo si acquistano ancora sotto la pari, con prezzi tra 87 e 91, e garantiscono rendimenti netti vicini al 2,7%. Non si tratta solo di investimenti conservativi: in caso di tagli da parte della Bce, il valore di questi titoli potrebbe crescere e offrire così una plusvalenza aggiuntiva per chi decide di venderli prima della scadenza.
Il dilemma più frequente tra gli investitori è sempre lo stesso: conviene tenere in portafoglio i titoli acquistati, venderli per incassare il guadagno realizzato oppure accumulare nuove posizioni in vista di una possibile rivalutazione? La risposta dipende dal prezzo di acquisto, dal tipo di cedola e dall'orizzonte temporale. Chi ha titoli sopra la pari può valutare la vendita se il rendimento netto attuale è inferiore alle nuove opportunità. Al contrario, chi ha comprato sotto la pari può portarli a scadenza e godersi il rendimento effettivo,senza minusvalenze future.
In cima alla classifica si posiziona il Btp Futura con scadenza novembre 2033 (ISIN: IT0005466351), che ha visto il proprio prezzo salire a 87,46 euro, con una performance annua del +10,92%. Nonostante un volume medio di scambio nei dieci giorni precedenti pari a 1,78 milioni di euro, il titolo ha beneficiato di un buon andamento a tre mesi (+5,70%) e di una resa solida anche nel 2025 (+2,50%).
Ottima anche la performance del Btp con cedola 0,9% e scadenza aprile 2031 (ISIN: IT0005422891), che ha guadagnato +9,41% in un anno e ha segnato un buon volume medio di scambio, vicino a 1,87 milioni di euro, con una crescita più modesta a tre mesi (+3,75%).
Da segnalare anche il Btp Green con scadenza ottobre 2031 (ISIN: IT0005542359), che unisce l’attrattiva dell’investimento sostenibile alla solidità di una performance del +9,12% su base annua. Il prezzo attuale è pari a 106,85 euro, e il titolo si è distinto anche per un volume medio importante, superiore ai 2,2 milioni di euro.
Si distinguono per liquidità e solidità anche alcuni Btp classici, come quello con scadenza dicembre 2031 (ISIN: IT0005449969), che ha registrato un guadagno del +9,76% e una quantità media scambiata nei dieci giorni pari a 2,93 milioni di euro, grazie anche a una buona performance trimestrale (+4,18%).
Ancora più elevato è il volume di scambio associato al Btp con cedola 1,65% e scadenza marzo 2032 (ISIN: IT0005094088), che ha raggiunto 3,48 milioni di euro di media nei dieci giorni, a fronte di una performance annuale del +9,54%.
Seguono infine due titoli molto apprezzati dal mercato: il Btp con scadenza agosto 2030 (ISIN: IT0005403396), che ha ottenuto un +9,19% su base annua con scambi medi di 3,59 milioni di euro, e il Btp con cedola 4,4% e scadenza maggio 2033 (ISIN: IT0005518128), che ha messo a segno una crescita del +9,53% nell’ultimo anno.
Il titolo con tasso reale minimo garantito all'1,85% offre anche un premio fedeltà e una tassazione agevolata, oltre a una rivalutazione legata al Foi. Per i risparmiatori più avversi al rischio, questa categoria di Btp permette di ancorare il proprio rendimento all'evoluzione dei prezzi.
Non tutto però merita attenzione. Titoli con scadenze ravvicinate, acquistati sopra la pari e con cedole basse, non solo offrono poco in termini di redditività, ma rischiano anche di generare minusvalenze nel caso in cui si decida di uscire in anticipo. Il paradosso è che questi titoli, un tempo acquistati per la loro stabilità, oggi sono una trappola silenziosa poiché il loro rendimento reale si è assottigliato fino a diventare marginale.
Infine, non va sottovalutato l'impatto delle agenzie di rating e degli sviluppi politici futuri. Un upgrade da parte di Moody's o Fitch può rafforzare la reputazione del nostro debito e fare apprezzare i Btp già in circolazione.