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Le 2 soluzioni per la beffa dei soldi per statali, scuola e sanità disponibili ma bloccati senza rinnovo CCNL

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quanti sono i soldi stanziati per i rinnovi contrattuali degli Statali e perché sono bloccati: cosa sta succedendo, la situazione e i chiarimenti

Perché sono bloccati i soldi stanziati per i rinnovi dei contratti degli Statali e cosa sta succedendo? Mentre il Contratto degli Statali delle Funzioni Centrale diventa ufficiale, con gli aumenti definiti attesi a febbraio, insieme al pagamento dei dovuti arretrati, e il riconoscimento dei buoni pasto anche per le giornate di smart working, sembra in deciso stallo la trattativa per il rinnovo dei altri contratti Statali. E la situazione non sembra affatto semplice da risolvere.

  • I soldi disponibili e bloccati per i rinnovi dei Contratti degli Statali 
  • Quali sono i motivi del blocco e le possibili soluzioni

I soldi disponibili per i rinnovi dei Contratti degli Statali 

I soldi per i rinnovi dei contratti degli Statali ci sono ma sarebbero bloccati.

Stando a quanto riportano le ultime notizie, infatti, per garantire gli aumenti degli stipendi a oltre 2 milioni di statali, dai dipendenti di Comuni e Regioni, agli infermieri, ai docenti della scuola, sarebbero disponibili ben cinque miliardi di euro inutilizzati nelle casse del Tesoro.

A tale somma si devono aggiungere altri 5,5 miliardi già stanziati per gli aumenti del prossimo triennio, il 2025-2027, per un totale di 11 miliardi di aumenti per i dipendenti pubblici.  Si tratta di risorse che porterebbero un aumento dello stipendio di circa l’11%.

Ma per i sindacati non bastano: nel settore Sanità NursingUp ha bloccato sia i 172 euro lordi mensili medi di aumento per tutto il comparto e sia gli ulteriori 366 euro lordi per gli infermieri dei pronto soccorso già finanziati, ma la cui erogazione ufficiale era rimandata al rinnovo del contratto.

Per i dipendenti Comunali, il blocco riguarda aumenti medi mensili tra 111 e 141 euro lordi. Ma ci sono anche altri elementi previsti dagli accordi che non entreranno in vigore, come il pagamento dei buoni pasto durante le giornate di smart working.

Quali sono i motivi del blocco e le possibili soluzioni

I soldi stanziati sono bloccati a causa delle posizioni contrarie di Cgil e Uil che chiedono maggiori risorse per il recupero integrale del potere d’acquisto perso dai dipendenti pubblici (ma anche dai privati) con l’impennata dell’inflazione del biennio 2022-2023. In questo caso, la cifra necessaria salirebbe da 11 miliardi oggi disponibili a circa 32 miliardi di euro. Decisamente troppo.

Gli aumenti sono stati fermati, dunque, perché per i sindacati sono decisamente inferiori alle perdite di questo periodo. 

A bloccare gli aumenti degli stipendi c’è anche lo stop alle discussioni, sempre da parte dei sindacati, in vista del prossimo appuntamento con l’elezione delle Rsu per la rappresentanza nelle amministrazioni pubbliche. 

Poche sono le soluzioni possibili a questo punto: o si riprendono i tavoli negoziali proseguendo le trattative o si potrebbe arrivare ad aumenti decisi per legge.

Lo stesso ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha parlato della possibilità di un’erogazione unilaterale che, però, si porrebbe come una sconfitta per tutti. Meglio raggiungere i rinnovi per concertazione che per via normativa anche perché, in quest’ultimo caso, verrebbero sì riconosciuti gli aumenti stabili ma non ci sarebbero tutte le altre novità definite, come, per esempio, l’introduzione del patrocinio legale per la sanità, l’assistenza psicologica e la possibilità per l’azienda di costituirsi parte civile quando si verificano le aggressioni. 


 

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