Dalla popolaritŕ crescente dei fondi ETF emerge una fetta di mercato popolata da prodotti insoliti e spesso rischiosi. I pericoli nascosti dietro ETF “strani” e come riconoscerli e selezionare strumenti realmente efficaci e adatti a costruire un portafoglio solido.
Negli ultimi anni il mercato finanziario statunitense ha assistito a una crescita senza precedenti degli ETF (Exchange Traded Funds), strumenti che permettono agli investitori di accedere in modo semplice a un ampio ventaglio di titoli. Il fenomeno ha raggiunto tale ampiezza da contare, nelle principali borse USA, più fondi quotati rispetto alle azioni. Questo scenario offre opportunità di diversificazione e gestione efficiente per molti risparmiatori, ma porta con sé anche nuove complessità.
Nel contesto di una tale varietà, emergono prodotti finanziari fortemente specialistici, a volte bizzarri, che rischiano di trasformarsi in semplici strumenti di speculazione. L'attuale dinamica del mercato americano va quindi esaminata con attenzione per evitare di cadere nell'illusione di facili guadagni e di sovraesporsi a rischi spesso poco evidenti.
L'adozione degli ETF nei portafogli degli investitori è il risultato di una combinazione di fattori macroeconomici e di evoluzione tecnologica. Da un lato, la necessità di soluzioni a basso costo e trasparenti ha portato gli operatori a preferirli rispetto ai fondi comuni tradizionali, soggetti a costi superiori e gestione attiva. Gli ETF consentono infatti di replicare l'andamento di un indice o di un settore con precisione e trasparenza, grazie a politiche di gestione passive e a regole ben definite.
Parallelamente, le piattaforme digitali di trading hanno reso questi strumenti più accessibili, favorendo un incremento di scambi e una maggiore democratizzazione dell'investimento. Questo ha trasformato il mercato, favorendo la nascita di una miriade di prodotti altamente personalizzabili, che spaziano da indici generali come l'S&P 500 a segmenti molto specifici e, talvolta, di dubbia qualità.
In aggiunta, la pressione competitiva tra le società di gestione ha accelerato l'immissione di ETF sempre più settoriali e tematici, nel tentativo di attrarre capitali cavalcando le mode del momento. Il risultato è un mercato in cui la crescita quantitativa degli ETF ha superato di gran lunga quella qualitativa, rendendo fondamentale un approccio critico nella selezione degli strumenti più affidabili.
All'interno della vasta offerta di ETF, anche a zero costi e commissioni, sono emerse numerose categorie che si distinguono per la loro natura atipica e i rischi associati. Tra queste si annoverano prodotti legati a segmenti settoriali di nicchia, strumenti con leva finanziaria, ETF tematici su tendenze speculative e fondi con esposizione geografica fortemente concentrata. Questi strumenti presentano spesso caratteristiche simili:
Per valutare se uno strumento quotato sia o meno assimilabile a una scommessa, è essenziale analizzare alcuni fattori chiave. Gli ETF che non conviene acquistare sono accomunati da una predominanza di rischi specifici che non vengono remunerati da un premio di mercato. Tra le inefficienze tipiche si rilevano:
Fattore |
Impatto potenziale |
Concentrazione settoriale |
Nessuna diversificazione, rischio elevato |
Leva finanziaria |
Ampia volatilità dei risultati, erosione del rendimento |
Liquidità bassa |
Difficoltà di acquisto/vendita, spread significativo |
Storie speculative |
Rischio di narrazione, assenza di dati solidi |
La presenza di uno o più di questi fattori suggerisce prudenza: i prodotti che ne sono affetti rientrano tipicamente tra gli ETF su cui non conviene investire, a maggior ragione in ottica di portafogli diversificati ed efficienti.
La polarizzazione del mercato ha favorito la moltiplicazione di ETF settoriali e tematici, strutturati per intercettare mode, tendenze transitorie o fenomeni circoscritti. I settori ad alto rischio includono tecnologia di frontiera, energie rinnovabili, semiconduttori, difesa e mercati emergenti. Tra gli esempi più emblematici si trovano prodotti che replicano performance di indici composti esclusivamente da società di intelligenza artificiale, blockchain, robotica o comparti energetici specifici. In pratica:
Uno dei pericoli più insidiosi nella scelta di questi strumenti è l'affidarsi a narrazioni seducenti senza un'analisi rigorosa dei dati sottostanti. Il fenomeno della FOMO (Fear of Missing Out) conduce numerosi risparmiatori verso ETF promossi come “imperdibili” grazie a performance passate o potenziali rivoluzioni di settore. Tuttavia, queste narrazioni tendono a trascurare la natura aleatoria dei mercati e la scarsità di fondamenti robusti. L'ingresso massiccio di capitali sulla scia di story telling e mode può portare a sopravvalutazioni, generate più dal consenso del breve periodo che da reali prospettive di crescita.
Molti ETF allineano la loro struttura a trend mediatici e campagne di marketing, senza offrire effettive tutele dall'instabilità economica o dalla volatilità.
La precedente esperienza dei mercati dimostra che le bolle speculative spesso scoppiano all'improvviso, lasciando gli investitori con perdite significative e una consapevolezza tardiva dell'assenza di premi quantificabili per il rischio assunto.
Il rischio di lasciarsi condizionare da narrazioni persuasive è quindi elevato, e comporta la necessità di una verifica oggettiva delle caratteristiche dello strumento selezionato.
Il criterio guida rimane quello della consistenza statistica: gli ETF nati da mode temporanee tendono a rivelarsi inefficaci e sconvenienti rispetto a prodotti con una struttura solida e consolidata.
In uno scenario così affollato e articolato, la selezione risulta determinante per il successo dell'investimento. I criteri da considerare, esposti nelle ricerche accademiche e nelle pratiche degli esperti, possono essere sintetizzati nei seguenti punti:
Criterio |
Dettaglio |
Diversificazione |
Indice globale o multi-asset, basso rischio specifico |
Costi |
TER sotto 0,3% e spreed ridotto |
Solidità dell'emittente |
Gestori di rilievo, ampia massa gestita |
Replica fisica |
Assenza di rischio controparte |
Un portafoglio efficiente richiede disciplina, monitoraggio continuo e capacità di distinguere mode passeggere da trend strutturali, aderendo così ai principi di competenza, autorevolezza, affidabilità ed esperienza.