Il montaggio dell'alcolock effettuato da officine autorizzate, indicate dai produttori e comunicate al MIT.
L'introduzione dell'alcolock nel sistema normativo italiano è una delle novità contenute nella riforma del Codice della Strada 2024-2025. Si tratta di un dispositivo che impedisce l'accensione del motore del veicolo se, al momento dell'avvio, il conducente ha un tasso alcolemico superiore a zero. L'obbligo non è generalizzato per tutti gli automobilisti, ma riguarda i condannati in via definitiva per guida in stato di ebbrezza.
In base al decreto attuativo 2025 notificato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all'Unione europea, l'alcolock dovrà essere installato obbligatoriamente per due anni da chi abbia superato il limite di 0,8 grammi per litro di alcol nel sangue. Se il tasso alcolemico rilevato supera 1,5 grammi per litro, la durata dell'obbligo si estende a tre anni. Il periodo parte alla sospensione della patente imposta dal prefetto, che varia dai sei mesi ai due anni in base alla gravità del caso. In sostanza, il dispositivo diventa una misura accessoria e rieducativa per prevenire la recidiva e responsabilizzare il conducente dopo un'infrazione grave.
A differenza di altri paesi europei dove l'alcolock è già in uso da tempo come misura alternativa alla sospensione della patente, in Italia si configura come strumento di controllo post-sanzione. L'obiettivo è ridurre gli incidenti causati dall'alcol, ma anche ristabilire un equilibrio tra libertà di circolazione e responsabilità individuale. Vediamo tutti i dettagli:
Dal punto di vista tecnico, il montaggio dell'alcolock è effettuato da officine autorizzate, indicate dai produttori e comunicate al MIT. Una volta installato, l'apparato è sigillato con dispositivi autodistruttivi anti-manomissione, che garantiscono l'integrità del sistema. Ogni tentativo di alterazione viene rilevato e segnalato. Al termine dell'intervento, il centro autorizzato rilascia un certificato di taratura, che il conducente è tenuto a conservare nel veicolo e a esibire in caso di controllo stradale. La documentazione ha valore legale e deve essere aggiornata con regolarità, poiché la taratura del sensore va verificata periodicamente per garantirne l'accuratezza.
Uno degli aspetti più discussi è l'impatto del dispositivo sulle abitudini di guida in famiglia. Se il veicolo è utilizzato da più persone, tutti i guidatori devono effettuare il test prima di mettersi alla guida, anche se non sono soggetti all'obbligo.
Dal punto di vista economico, l'obbligo dell'alcolock comporta costi a carico dell'automobilista. L'installazione ha un prezzo medio stimato intorno ai 2.000 euro, a cui vanno aggiunte le spese per la manutenzione, la taratura periodica e l'acquisto dei boccagli monouso, essenziali per garantire l'igiene e la precisione delle rilevazioni. Il MIT ha confermato che nessuna di queste spese è a carico dello Stato, nemmeno per i soggetti economicamente svantaggiati,.
Non mancano neppure le perplessità sul piano tecnico. Alcuni esperti, come i periti dell'Aiped (Associazione italiana periti estimatori danni), si interrogano sulla responsabilità dell'automobilista in caso di danneggiamento accidentale del sigillo o di guasto del dispositivo, ad esempio a seguito di un sinistro. In queste circostanze, il rischio è che il conducente venga accusato di manomissione senza dolo, con conseguenze penali e amministrative non previste in origine.
La scelta di demandare l'individuazione delle officine autorizzate ai produttori ha poi sollevato dubbi da parte di Federcarrozzieri, che teme una restrizione della concorrenza a danno delle piccole officine indipendenti. Il timore è che si crei un mercato chiuso, in cui solo alcune realtà selezionate possano accedere a un settore in crescita, frenando la libera concorrenza e aumentando i costi per gli utenti finali.