Cosa prevede la nuova recente sentenza della Cassazione per i coniugi che vogliono usufruire della doppia esenzione Imu: i chiarimenti e i requisiti fissati
L'Imu è l'imposta municipale che grava su tutti gli immobili di proprietà, con l'esclusione delle prime case adibite ad abitazione principale. La normativa prevede esenzioni e agevolazioni ben definite sia a livello nazionale che locale, poiché ogni Comune ha facoltà di stabilire aliquote specifiche e determinare eventuali sconti.
Tra i casi più dibattuti riguardanti l'applicazione dell'Imu emerge quello relativo ai coniugi con residenze diverse. Recentemente, la Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti che hanno risolto diverse controversie in materia.
La Corte di Cassazione, attraverso le sue recenti ordinanze, ha fornito chiarimenti determinanti in ambito fiscale relativi all'esenzione Imu per i coniugi che hanno abitazioni separate e mantengono residenze distinte.
In particolare, la Suprema Corte ha confermato la possibilità di esenzione dal pagamento dell'imposta per l'abitazione principale anche quando i coniugi hanno stabilito residenze separate, fornendo così una tutela concreta ai contribuenti interessati dalla questione.
La decisione stabilisce un principio fondamentale: se i due coniugi non convivono, per qualsiasi ragione (fine della relazione, allontanamento, motivi lavorativi o personali), e occupano due immobili diversi, ogni coniuge ha diritto a beneficiare dell'esenzione dall'Imu sulla propria abitazione principale.
Questo orientamento giurisprudenziale elimina le incertezze interpretative e riduce le restrizioni precedentemente applicate dai Comuni in tali situazioni, che spesso avevano portato a contenziosi fiscali.
La Cassazione ha precisato che, per poter usufruire della doppia esenzione dall'Imu, è indispensabile soddisfare uno specifico requisito: la residenza anagrafica deve essere fissata nell'immobile per cui si richiede il beneficio fiscale. Questo vale per entrambi i coniugi.
Per evitare il pagamento della doppia Imu, quindi, i due coniugi devono necessariamente avere la residenza anagrafica presso l'immobile per cui richiedono l'agevolazione. Solo rispettando tale condizione, ciascun coniuge può beneficiare dell'esenzione dall'imposta per la propria abitazione principale.
Oltre alla residenza anagrafica, è fondamentale dimostrare anche la dimora abituale nell'immobile. Questo significa che l'abitazione deve essere effettivamente utilizzata come centro principale della vita quotidiana del soggetto.
Per dimostrare la dimora abituale, i Comuni possono verificare i consumi delle utenze domestiche (elettricità, gas, acqua) e altri elementi oggettivi che attestino l'effettivo utilizzo dell'immobile. È pertanto consigliabile conservare documentazione come bollette e altre prove che dimostrino l'utilizzo abituale dell'abitazione.
Prima delle recenti ordinanze della Cassazione, la Corte Costituzionale aveva già affrontato la questione con la sentenza 209, stabilendo un principio fondamentale: se due coniugi hanno residenze separate in località diverse e si tratta di residenze effettive e non fittizie, possono entrambi beneficiare dell'esenzione Imu per le rispettive abitazioni principali.
La Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto a non pagare l'Imu per ogni abitazione principale delle persone sposate o unite civilmente, anche per le cosiddette seconde case, purché siano effettivamente utilizzate come abitazione principale, anche se i coniugi non sono separati o divorziati ufficialmente.
Questa interpretazione ha eliminato una disparità di trattamento che esisteva tra coppie sposate e conviventi di fatto. Prima di questa sentenza, infatti, i conviventi potevano godere della doppia esenzione mentre i coniugi no, creando una situazione discriminatoria nei confronti di chi aveva scelto il matrimonio o l'unione civile.
Nonostante la possibilità di ottenere la doppia esenzione per coniugi con residenze separate, esistono situazioni in cui questa agevolazione non è applicabile.
Un caso particolare riguarda i coniugi che hanno residenze diverse ma all'interno dello stesso Comune. In questa circostanza, l'esenzione Imu può essere applicata a una sola delle due abitazioni, quella scelta dai coniugi.
Inoltre, l'esenzione non è applicabile se uno dei due coniugi non ha stabilito la propria residenza anagrafica nell'immobile per cui richiede l'agevolazione. Come stabilito dalla Cassazione, entrambi i requisiti (residenza anagrafica e dimora abituale) devono essere soddisfatti per poter accedere al beneficio.
Non sono ammesse situazioni fittizie create al solo scopo di ottenere un vantaggio fiscale.
Per richiedere l'esenzione Imu in caso di coniugi con residenze separate, è necessario seguire alcuni passaggi fondamentali: