Quali sono le tasse che cambieranno, aumenteranno o diminuiranno nel 2025 come annunciato per la prossima Manovra Finanziaria: i chiarimenti
Quali tasse aumenteranno e per chi con la nuova Manovra Finanziaria 2025? Si prosegue con i lavori per la definizione della nuova Manovra Finanziaria e ampio capitolo è chiaramente dedicato alle tasse. Il timore dei cittadini è una eventuale nuova crescita dei loro costi, ma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha assicurato che non ci saranno né aumenti né nuove tasse per i cittadini e le famiglie.
E' interessante proprio notare che una parte del governo parla di non aumentare le tasse per nessuno, ma si parla contestualmente di una revisione delle detrazioni e di procedere con una spending review, che ormai da anni viene annunciata ma che non è mai stata fatta, ad ora.
E’ stato, innanzitutto, proposto un aumento di 5 euro del costo delle sigarette. L’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) ha, infatti, presentato in Senato la campagna ’SOStenereSSN’, promossa da Aiom, Fondazione Aiom e Panorama della Sanità per allertare sui numeri crescenti dei tumori da fumo.
Come spiegato, il fumo è la causa del 90% dei casi di tumore al polmone, pari a 40mila nuove diagnosi nel 2023. Chiediamo alle Istituzioni di approvare una tassa di scopo sulle sigarette, con l’obiettivo ridurre il consumo di tabacco e disporre di ulteriori risorse, fino a 13,8 miliardi, da destinare al finanziamento del Ssn.
La tassa di scopo sul tabacco ha riscosso anche l'appoggio del Pd che auspica un accordo per questa misura.
Allo studio ci sarebbe anche un meccanismo di allineamento tra i prezzi di diesel e benzina. Si tratta, in realtà, di una rimodulazione che dovrebbe interessare i costi dei carburanti e che inevitabilmente avrebbe ripercussioni sull’indotto.
Aumentano i prezzi del diesel, aumentano i costi dei trasporti e aumentano, per esempio, anche i costi dei cibi, così come di altri beni trasportati.
Per il resto, non è ancora chiaro quali tasse dovrebbero aumentare, forse l'Ires dovuta dalle società di capitali (srl o spa), dalle cooperative, dalle società europee e dai trust, o forse quelle per le grandi imprese e le multinazionali, nonchè quelle specifiche per alcune categorie e settorei che negli ultimi anni hanno ottenuto importanti guadagni, come le banche, o le imprese del settore energetico.
Potenzialmente, per esempio, si vorrebbe agire anche sugli extraprofitti delle banche, ma si tratta di una questione piuttosto controversa e ancora molto incerta però.
Di contro, ci sono alcune tasse che caleranno per diversi cittadini, a partire dall’Irpef. Tra la revisione della soglia della no tax area, che si vorrebbe aumentare da 8.500 a 12mila euro, e quella del secondo scaglione di reddito, che dovrebbe ridursi dal 35% al 33% per redditi fino a 60mila euro e non più fino a 50mila euro, sono diversi i cittadini che beneficerebbero di tale modifica.
Dovrebbe, inoltre, essere confermato il taglio del cuneo fiscale fino al 7% per redditi fino a 25mila euro annui e al 6% per redditi tra 25mila e 35mila euro lordi all’anno.
Per le partite Iva ordinarie, i forfettari e le micro imprese si va avanti con il concordato biennale preventivo, con tasse ridotte, tra il 10 e il 15%, e la possibilità di un condono tombale