Numerose prestazioni mediche ed esami Lea, circa 3000, che dovevano essere gratuite, dal 30 dicembre e poi per tutto il 2025 sono state bloccate. I motivi e cosa succede ora
Il recente blocco del nuovo tariffario sanitario sta suscitando un grande polverone come giusto che sia. Questo tariffario era destinato a introdurre importanti modifiche nei livelli essenziali di assistenza (Lea), offrendo oltre 3.000 prestazioni sanitarie gratuite o a tariffa agevolata. Tuttavia, l'intervento del Tar del Lazio ha fermato il decreto che determinava l'applicazione di queste nuove tariffe. Il ministero della Salute, coinvolto in questo processo di riforma da anni, ora si trova a dover affrontare il rischio di un ulteriore rinvio per l'applicazione di servizi sanitari attesi da lungo tempo dai cittadini.
Il blocco del nuovo tariffario sanitario è stato innescato da una serie di dinamiche complesse. Il Tar del Lazio ha deciso di sospendere il decreto in virtù di un'istanza cautelativa presentata dalle principali associazioni di categoria, tra cui FederAnisap, Uap e Aiop. Le motivazioni del tribunale si basano sull'argomentazione dell'insussistenza dell'urgenza, dato che il decreto è stato adottato dopo oltre vent'anni dai precedenti aggiornamenti dei nomenclatori. Inoltre, i ricorrenti hanno sottolineato che le nuove tariffe rappresentavano un potenziale taglio dei rimborsi di oltre il 70% per laboratori e strutture private che collaborano con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
La reazione delle parti coinvolte è stata notevole. Le strutture sanitarie accreditate e le associazioni di categoria hanno espresso soddisfazione per il provvedimento di sospensione, considerandolo una vittoria nella tutela dei propri interessi economici e professionali. Dall'altro lato, il Ministero della Salute ha manifestato l'intenzione di presentare un ricorso d'urgenza al Consiglio di Stato per tentare di sbloccare il processo e avviare l'esecuzione del nuovo tariffario.
La questione del tariffario sanitario bloccato non si limita a un mero conflitto tra istituzioni, ma influisce profondamente sulla capacità del sistema sanitario di offrire prestazioni essenziali in modo equo e sostenibile.
Tra le prestazioni a rischio di rinvio vi è la procreazione medicalmente assistita, una possibilità di enorme rilevanza per molte coppie italiane che altrimenti non potrebbero permettersi questi costosi trattamenti. Oltre a ciò, vi sono importanti innovazioni nel settore della oncologia, come la radioterapia stereotassica e l'adroterapia, avanzamenti terapeutici che potrebbero significativamente migliorare le possibilità di cura per i pazienti oncologici.
Altre prestazioni a rischio includono nuove tecnologie diagnostiche, come la tomografia ottica computerizzata per la diagnosi di disturbi oculari gravi, e l'uso di videocapsule per endoscopie non invasive, innovazioni che avrebbero potuto ridurre significativamente i tempi e i costi delle diagnosi.
Nel campo delle malattie rare, i Lea prevedevano aumenti degli screening neonatali e più ampio accesso alla diagnostica avanzata per condizioni come la celiachia e l'endometriosi. Questi aggiornamenti avrebbe potuto migliorare significativamente la diagnosi precoce e l’approccio terapeutico per molte persone. Inoltre, nuove protesi e ausili tecnologici, come apparecchi acustici digitali e attrezzature domotiche, erano destinati a migliorare l'autonomia e la qualità della vita dei pazienti.
Le conseguenze della sospensione del nuovo tariffario sanitario da parte del Tar del Lazio si stanno riverberando drammaticamente sul sistema sanitario nazionale. Dal punto di vista economico, l'incertezza causata da questo blocco mette sotto pressione le finanze delle strutture sanitarie, che devono affrontare costi operativi elevati senza la possibilità di adeguare le loro prestazioni alle nuove tariffe. Questo potrebbe portare a una maggiore rinuncia alle cure da parte dei pazienti, che si vedrebbero privati di servizi essenziali, e all'aumento del ricorso ai pronto soccorso, già sovraccarichi.
Inoltre, la mancata attuazione delle nuove tariffe rischia di accentuare le disparità regionali, influendo negativamente sulle strutture sanitarie del Centro-Sud, spesso più fragili dal punto di vista finanziario. Queste regioni, infatti, potrebbero trovare ancora più difficile attrarre investimenti e aggiornare le infrastrutture necessarie per adottare le nuove tecnologie e terapie previste.
Cosa attednerci concretamente ora? Fino al 28 Gennaio, dovrebbe essere tutto bloccato, salvo interventi del Governo, che sta facedno pressioni molto forti, per risolvere la situazione che a dir poco grave.
Il 28 Gennaio, ci dovrebbe essere la Camera di Consiglio del Tar, che potrebbe rivedere la sua prima decisione di blocco delle cure e degli esami, come in molti auspicano. Ma il problema dei fondi rimane.