Come cambiano le carriere e i guadagni dei 50-60enni rispetto ai 30-40enni di oggi: cosa riportano i dati recenti emersi
Quanto guadagna un 50-60enne rispetto ad un 30-40enne in Italia secondo i dati recenti? Secondo gli ultimi dati emersi dal XIV rapporto Adepp sulla previdenza privata, c’è una netta differenza di guadagni tra i 30enni e i 40enni italiani e i colleghi 50enni e 60enni, con diverse novità. Vediamo allora nel dettaglio quali sono.
A seconda della professione, c'è chi guadagna infatti sui 75mila euro annui, chi arriva a superare i 100mila euro annui e chi supera anche tale cifra e in alcuni casi anche di molto. Basti pensare ai grandi architetti o ingegneri che possono arrivare a guadagnare anche 300-350mila euro annui.
Aumenta anche il numero dei pensionati attivi. Oggi sono oltre 119mila e rappresentano l’8% rispetto a 1,489 milioni di iscritti non pensionati e dal 2005 sono aumentati del 183% rispetto al +19% degli iscritti attivi. Negli ultimi dieci anni, poi, questi ultimi sono cresciuti solo dell’1% mentre i pensionati attivi del 61%.
Tale aumento dipende da diversi motivi: se alcuni professionisti decidono di continuare a lavorare perché non hanno voglia di abbandonare la professione dopo tanti anni di impegni e sacrifici, altri lo fanno per aumentare l’importo dell’assegno finale e continuare a garantire alla famiglia un buon tenore di vita.
Il fenomeno dei pensionati attivi sottolinea chiaramente il prolungamento della vita lavorativa. D’altro canto, i giovani iniziano a lavorare ‘seriamente’ molto più tardi.
Se la percentuale di professionisti over 60 è quasi raddoppiata negli ultimi 19 anni e i loro guadagni sono sempre medio-alti, cambia la situazione per i 30enni-40enni di oggi.
Stando ai dati emersi dal Rapporto, i contribuenti attivi sono nettamente diminuiti negli ultimi anni e ciò significa che i più giovani rispetto ai più ‘navigati’ lavorano e guadagnano molto meno, versando, di conseguenza, meno contributi.
Inoltre, se per i liberi professionisti, in media, considerando i numeri riferiti al 2023, il guadagno annuo è di 44.213 euro, per i dipendenti si è attestato sui 30mila euro. Inoltre, sotto i 30 anni il reddito medio risulta di 14.622 euro, meno di un quarto rispetto ai 50-60enni e questa disparità reddituale riflette chiaramente le difficoltà dei giovani professionisti a inizio carriera.
E’, inoltre, emerso dalla rilevazione che le donne costituiscono il 54% degli iscritti sotto i 40 anni. La percentuale scende al 36% nella fascia 50-60 anni, diminuendo ulteriormente con l'aumentare dell'età.
Anche nel caso dei lavoratori dipendenti, i guadagni dei più 'grandi' sono sempre più alti di quelli degli impiegati più giovani.
I 50-60enni che oggi ricoprono ruoli apicali e dirigenziali riescono, infatti, a guadagnare molto ma queste categorie di persone 'bloccano' in un certo senso la crescita professionale dei più giovani 30enni e 40enni. Si va in pensione sempre più tardi, per cui chi è ‘in alto’ ci resta per molto e diventa difficile per i più giovani fare carriera e ottenere guadagni maggiori.
Iniziando a lavorare con uno stipendio medio compreso tra i 1.200-1.400 euro netti, si sale di Livello, con contestuali aumenti retributivi, in modo lento, per cui un giovane può avere sempre meno di quanto percepito da un 50enne-60enne.