L'Agenzia delle entrate interviene sulla questione dell'inidoneitŕ della prima casa per rientrare nelle agevolazioni fiscali per l'acquisto di una seconda abitazione.
L'acquisto di una seconda casa a causa dell'inutilizzabilità della prima non sempre è una scelta libera, né può essere sempre considerato come possesso di due immobili a tutti gli effetti, dato che il primo non può essere utilizzato.
Questa situazione ha sollevato interrogativi riguardo alla possibilità di beneficiare delle agevolazioni fiscali destinate alla prima casa. La Corte di Cassazione ha modificato il proprio orientamento in merito a questa questione, consentendo il riconoscimento delle agevolazioni sull'acquisto della seconda casa in determinate circostanze.
In particolare, l'Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti in materia, influenzando di conseguenza la giurisprudenza. In pratica, chi è costretto ad acquistare una seconda casa a causa dell'inutilizzabilità della prima ha diritto alle agevolazioni fiscali, a condizione che l'immobile soddisfi determinati requisiti. Ecco cosa è importante sapere in merito:
La possibilità di beneficiare nuovamente delle agevolazioni è subordinata alla certificazione dell'inidoneità della prima casa e perdura finché questa condizione permane. La risoluzione 107/E del primo agosto 2017 dell'Agenzia delle entrate specifica questa condizione, facendo riferimento a un immobile reso inagibile a seguito di un evento sismico.
Il principio sotteso è che se la prima casa diventa inutilizzabile a causa di eventi al di fuori del controllo del contribuente, questi ha diritto di riaccedere alle agevolazioni previste dalla legge, purché l'inagibilità sia dimostrabile.
Finché l'immobile rimane in condizioni di inidoneità, il contribuente è considerato privo di diritti su un'abitazione rilevante ai fini delle agevolazioni sulla prima casa. Di conseguenza, anche se l'inagibilità viene revocata in seguito, il diritto alle agevolazioni persiste, a condizione che i requisiti fossero soddisfatti al momento dell'acquisto.
Il principio in questione stabilisce che in caso di inutilizzabilità della prima casa dovuta a eventi indipendenti dalla volontà del contribuente, è possibile riavere accesso alle agevolazioni previste dalla legge, a condizione che sia dimostrata l'inagibilità dell'immobile.
Fino a quando l'immobile rimane in condizioni di inidoneità, il contribuente è considerato privo di diritti su un'abitazione rilevante ai fini delle agevolazioni sulla prima casa. Anche se l'inagibilità viene revocata successivamente, il diritto alle agevolazioni persiste, a patto che i requisiti fossero soddisfatti al momento dell'acquisto. È foindamentale che la causa dell'inagibilità o del sequestro sia completamente estranea alla volontà e alle scelte del proprietario, il quale deve essere completamente incolpevole. Questa situazione deve essere documentata, così come lo stato dell'immobile.
Ad esempio, si verifica quando l'abitazione viene dichiarata inagibile a causa di eventi come terremoti, alluvioni o altri eventi fortuiti, o quando emergono problemi strutturali o agli impianti che compromettono l'uso o la sicurezza dell'immobile. Nel caso del sequestro, un esempio può essere la necessità dell'immobile per condurre indagini.
Per richiedere nuovamente il bonus prima casa, è necessario presentare all'autorità fiscale la documentazione che attesti lo stato di inagibilità dell'immobile o il sequestro, insieme alla causa che ha determinato tali condizioni.
Bisogna dimostrare che l'immobile è in cattive condizioni o che manca dei requisiti tecnici, strutturali, igienico-sanitari e di sicurezza necessari per l'abitabilità. Occorre allora disporre di perizie tecniche che attestino ciò, insieme alle cause. Nel caso del sequestro è sufficiente certificare lo stato di sequestro dell'immobile da parte delle autorità, a condizione che il contribuente sia completamente estraneo alle ragioni che lo hanno provocato.