Quali sono i casi in cui viene riconosciuto linfortunio sul lavoro e quando non puņ essere classificato come tale: cosa prevede la normativa in vigore
Quando l'infortunio sul lavoro non viene riconosciuto dall'Inail? La normativa in vigore in Italia definisce chiaramente le modalità di riconoscimento dell’infortunio sul lavoro, nonché la posizione e le responsabilità dei datori di lavoro e delle aziende e il ruolo dell’Inail. Vediamo allora quando specificatamente un infortunio non viene riconosciuto.
Si parla, infatti, non di infortunio sul lavoro ma di rischio elettivo, quando l’incidente che determina l’infortunio avviene a causa di un libero atto di volontà del lavoratore o di scelte individuali voluttuarie, a causa di comportamenti definiti abnormi rispetto al fine lavorativo aziendale o di esibizionismo (che non è infrequente nelle aziende).
Perché si definisca un infortunio sul lavoro, è necessario che sussista un nesso causale tra l’attività lavorativa e l’incidente occorso. Non basta, dunque, la sola circostanza che l’infortunio sia avvenuto durante o sul luogo di lavoro.
L’Inail ha chiarito che, per poter ottenere il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro e far scattare la relativa copertura assicurativa, bisogna definire i concetti di occasione di lavoro e causa violenta. Se questi non vengono dimostrati, il lavoratore non ha alcuna possibilità di ottenere l’infortunio sul lavoro.
Un infortunio sul lavoro per poter classificato come tale deve verificarsi durante l’orario e sul luogo di lavoro e a condizione che ci sia un nesso tra l’attività svolta e l’incidente e ne deve conseguire una inabilità, un danno biologico o, nel peggiore dei casi, la morte.
Il Ministero del Lavoro definisce l’infortunio sul lavoro ogni lesione originata, in occasione di lavoro, da causa violenta che causa la morte della persona o ne menomi parzialmente o totalmente la capacità lavorativa.
Sono principalmente tre gli elementi che caratterizzano l’infortunio sul lavoro: