Quali sono le modifiche per le donazioni tra genitori e figli e i casi in cui si pagano e no le tasse: cosa cambia e i chiarimenti
Quando si devono pagare le tasse sulle donazioni di soldi o altri beni tra genitori e figli dopo le ultime modifiche al via? Cambiano le regole per la gestione delle donazioni, soprattutto tra genitori e figli, che riguardano i beni mobili o immobili, soldi, titoli di credito, azioni e quote di società, aziende, che fanno parte del patrimonio effettivo e reale del donante e non di beni futuri. Vediamo quali sono le principali novità previste.
La donazione, di qualsiasi bene, segue leggi specifiche, a partire dal fatto che, se il genitore decide di dare dei soldi o un altro bene, per esempio una casa, ad un figlio quando ancora in vita, non deve mai ledere le cosiddette quote di legittima, cioè le percentuali di eredità per legge spettanti ad ogni figlio e altro erede del de cuius.
Se, dunque, un genitore vuole donare una consistente somma di denaro a uno dei suoi figli, deve riuscire a garantire anche agli altri, magari con il testamento, il rispetto di tali quote.
Le modifiche al via quest’anno 2025 sulle donazioni tra genitori e figli prevedono innanzitutto l'abolizione del coacervo sui soldi donati da genitori ai figli e quelle ereditati.
Il coacervo è la somma tra le donazioni e l’eredità su cui si applicano le dovute aliquote di pagamento delle imposte secondo percentuali differenti in base al grado di parentela fra defunto ed eredi.
Con l'abolizione del coacervo, il cumulo tra somme donate ed ereditate viene cancellato, favorendo gli eredi di patrimoni rilevanti, che se prima dovevano pagare tasse a volte anche molto alte, d’ora in poi potrebbero vedere del tutto azzerarsi i pagamenti.
Per esempio, se un padre fa una donazione di soldi di 400mila euro ad un figlio e quest’ultimo eredita al decesso del genitore altri 700 mila euro, non si dovrà pagare alcuna imposta.
Con l’abolizione del coacervo successorio, dunque, le donazioni fatte in vita dal genitore al figlio non rientrano più nell’asse ereditario.
Non si deve pagare alcuna imposta neppure sulle donazioni informali e indirette di modico valore, cioè quelle fatte in vita da un contribuente verso i congiunti, e non sono registrate in atti ufficiali.
L’esenzione dal pagamento delle tasse per le donazioni tra genitori e figli vale, dunque, solo se si resta entro determinati limiti.
Restano, invece, confermate le aliquote di tassazione sulle donazioni previste dalla legge oltre specifici importi, che nel dettaglio del:
Precisiamo, infine, che dal primo gennaio 2025 sono aumentati gli importi della Tassa Ipotecaria, da 35 euro a 65 euro, per la presentazione della Dichiarazione di Successione tramite Modello F24.
Le modifiche sulle tasse per le donazioni non sono l’unica novità al via quest’anno. Per il calcolo e il versamento delle imposte sulle donazioni e successioni tra genitori e figli è stata introdotta anche l’autoliquidazione.
Ciò significa che i figli che ricevono donazioni, sia di soldi che di altri beni, dai genitori possono d’ora in poi gestire in autonomia tutte le pratiche, senza necessariamente rivolgersi a commercialisti o altri professionisti.
Si può, dunque, pagare l’imposta autoliquidata e, in presenza di eventuali errori o discrepanze dopo il pagamento iniziale, il Fisco può richiedere un’imposta aggiuntiva, chiamata imposta complementare.