Nel 2025, le gelaterie italiane affrontano nuove sfide tra fatturato medio, costi di gestione, investimento iniziale e margini di profitto.
L’Italia rappresenta da sempre una delle patrie indiscusse del gelato artigianale, con un tessuto imprenditoriale che vanta migliaia di attività distribuite sull’intero territorio nazionale. Il comparto prosegue nel 2025 a evidenziare tassi di crescita costanti, grazie anche al valore gastronomico riconosciuto e alla capacità delle gelaterie di adattarsi alle nuove tendenze in fatto di gusti, esigenze alimentari e modalità di consumo.
In uno scenario concorrenziale simile emerge l’interesse verso l’analisi dei guadagni medi di una gelateria, dei modelli di costi, dei margini di profitto e delle strategie vincenti per rafforzare la redditività delle piccole imprese del settore.
Nel 2025, il fatturato medio annuale di una gelateria in Italia può oscillare tra 80.000 € e oltre 250.000 € annui, a seconda di una pluralità di fattori. Fra le variabili chiave che incidono più significativamente emergono la posizione geografica (centro urbano, zona turistica o residenziale), la tipologia di servizio offerto (esclusivo asporto, consumo sul posto, laboratorio artigianale), la stagionalità e le abitudini di consumo.
Le presenze turistiche nelle città d’arte e i flussi estivi nelle località balneari tendono a innalzare la media del settore. Il ticket medio per scontrino si attesta generalmente tra 3 € e 6 €, con numeri più elevati laddove si integrano servizi aggiuntivi quali pasticceria, caffetteria o vendita di prodotti complementari. Le realtà in franchising, grazie a economie di scala e notorietà del marchio, fanno spesso registrare incassi maggiori a parità di dimensione e posizione.
La sostenibilità di una gelateria è strettamente collegata alla struttura dei costi e all’investimento richiesto per avviare l’attività. L’esborso iniziale varia tipicamente fra 50.000 € e 100.000 €, includendo spese per arredi, macchinari, adeguamento locali, autorizzazioni e materie prime per l’avvio. In presenza di format in franchising, il capitale richiesto tende a essere inferiore (fra 10.000 € e 60.000 €), grazie a pacchetti chiavi in mano che comprendono asset e formazione.
Per valutare i margini di profitto occorre distinguere fra profitto lordo, calcolato come differenza tra ricavi da vendita e costi delle materie prime, e utile netto, che considera tutte le spese di gestione. Nel caso delle gelaterie italiane, il margine lordo può superare il 65-70%, dato l’alto ricarico sulle materie prime alimentari impiegate nel prodotto finito.
Fatturato annuo |
Utile netto |
80.000 € |
8.000 € - 16.000 € |
200.000 € |
20.000 € - 40.000 € |
250.000 € |
25.000 € - 50.000 € |
Le oscillazioni sono fortemente condizionate dalla tipologia di locale, dalla gestione degli sprechi, dalla capacità di incrementare lo scontrino medio e dall’ottimizzazione del personale. Raggiungere un break even point sostenibile è essenziale per stabilizzare la redditività.
La competitività nel settore richiede capacità di innovazione costante e attenzione ai trend di mercato. Diversificazione dell’offerta e focus su segmenti specifici rappresentano due leve determinanti per accrescere i guadagni medi di una gelateria. Tra le strategie più incisive: