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Elon Musk, azionisti accettano di dargli 1000 miliardi ma non saranno di stipendio. Ecco cosa dovrà fare per averli

di Marcello Tansini pubblicato il
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Elon Musk ottiene il via libera dagli azionisti Tesla a un pacchetto da 1000 miliardi, vincolato a obiettivi sfidanti. Un maxi-compenso che riapre il dibattito su governance, rischi, benefici e futuro dell'azienda.

L’assemblea degli azionisti Tesla, svoltasi ad Austin, Texas, ha segnato l’approvazione di un pacchetto retributivo senza precedenti per il CEO Elon Musk. Questo accordo, che si distingue per la sua portata e complessità, si basa su una struttura di incentivi totalmente innovativa nel mondo delle grandi imprese. Gli investitori hanno ufficializzato, con una maggioranza superiore al 75%, un’opzione di remunerazione che condiziona il conferimento delle azioni a risultati estremamente ambiziosi. La notizia ha catalizzato l’attenzione dei media e degli esperti finanziari a livello globale, ponendo nuove domande sia sul futuro della casa automobilistica statunitense che sulla gestione dei compensi nelle aziende quotate, in particolare per le figure carismatiche e divisive come il patron sudafricano.

Il maxi-compenso approvato dagli azionisti di Tesla

L’assemblea ha visto gli azionisti approvare, a larghissima maggioranza, un maxi-compenso strettamente legato al raggiungimento di obiettivi straordinari. Non si tratta di un tradizionale stipendio in denaro: il piano consiste nell’assegnazione di azioni suddivise in dodici tranche distribuite su dieci anni, erogate solo al raggiungimento di specifiche soglie di performance finanziaria e operativa. Il valore complessivo di circa 1.000 miliardi di dollari rappresenta non solo la cifra più elevata mai riconosciuta a un direttore d’azienda ma anche una svolta nella concezione stessa dei processi retributivi

  • Meccanismo basato su quote azionarie anziché su compensi fissi, allineando così l’interesse del CEO agli obiettivi di lungo periodo dell’azienda.
  • L’approvazione è giunta dopo un ampio dibattito, con il 75% dei voti favorevoli provenienti sia da grandi investitori istituzionali, tra cui BlackRock, Vanguard e State Street, sia da una larga fetta di piccoli azionisti.
  • La presidente Robyn Denholm ha svolto un intenso ruolo di mediazione con la compagine azionaria, sottolineando come la mancata approvazione avrebbe potuto minare la stabilità e le prospettive dell’azienda, vista la minaccia di addio da parte di Musk.
Questo storico via libera si inserisce in un contesto di forti contrasti interni e pressioni da parte di organismi di controllo, sindacati e fondi pensione contrari, ma riflette anche il peso strategico riconosciuto a Musk nella crescita di Tesla e nel mantenimento della fiducia degli investitori.

Come funziona il pacchetto retributivo: obiettivi, condizioni e modalità di assegnazione

L’accordo prevede una struttura a premi progressiva, dove Musk potrà ricevere azioni solo dopo il raggiungimento di precisi obiettivi di capitale e produttività. Di seguito, un riepilogo schematico delle condizioni che regolano il piano:

Durata 10 anni
Tranche 12, ognuna legata a specifici traguardi
Valore massimo 1.000 miliardi di dollari in azioni
Tipologia di incentivo Attribuzione solo in caso di successi
  • Target di capitalizzazione di mercato: Musk dovrà spingere il valore totale di Tesla a livelli mai raggiunti: dagli attuali circa 1.500 miliardi fino a 8.500 miliardi di dollari, divisi in soglie progressive.
  • Risultati operativi: previsti milestones tra cui la produzione di 20 milioni di veicoli l’anno, la messa in strada di 1 milione di taxi autonomi e altrettanti robot umanoidi Optimus.
  • Utile operativo (Ebitda): crescita dagli attuali 4,2 miliardi fino a obiettivi intermedi di 50 e massimi di 400 miliardi all’anno.
  • Altri requisiti: almeno 10 milioni di abbonamenti ai software di guida autonoma e la conferma della leadership anche nella produzione di robotica avanzata.
La particolare struttura del piano consente anche, in alcune circostanze straordinarie (ad esempio in caso di pandemie, guerre o cambi normativi rilevanti), la deroga a certi obiettivi, garantendo comunque la corresponsione di un premio parziale a Musk.

L’impatto del piano su Tesla: controllo, governance e visione futura

L’approvazione del maxi-compenso va oltre la semplice dimensione economica, incidendo direttamente sull’assetto di controllo e la governance aziendale. Se Musk dovesse concretizzare tutti gli obiettivi previsti, arriverebbe a detenere circa il 29% delle azioni Tesla, rafforzando in modo considerevole la sua influenza sulle strategie industriali e sullo sviluppo dell’azienda, in particolare nell’intelligenza artificiale e nella robotica.

  • Accentramento delle quote azionarie: un simile livello di partecipazione azionaria assicurerebbe a Musk una posizione di rilievo nelle scelte strategiche, riducendo il rischio di scalate ostili o cambiamenti di management indesiderati.
  • Governance sotto esame: il piano ha generato discussioni sulla reale autonomia degli organi di direzione, vista la forte prossimità tra il CEO e il board, così come sulle politiche di trasparenza e gestione dei conflitti di interesse.
  • Prospettive di sviluppo: la scelta di puntare su progetti di intelligenza artificiale e robotica segna un cambio di passo per Tesla, chiamata a trasformarsi progressivamente da casa automobilistica in leader del settore hi-tech.
In aggiunta, l’integrazione con xAI, la controllata attiva nello sviluppo di tecnologie avanzate, mira a rafforzare l’ecosistema di innovazione guidato da Musk e il prestigio globale del marchio Tesla.

Il dibattito tra sostenitori e oppositori: rischi, benefici e polemiche

Il maxi-compenso ha polarizzato l’opinione pubblica e il mondo finanziario. I favorevoli ritengono che la portata degli obiettivi e la performance richiesta giustifichino il potenziale valore del pacchetto azionario: l’incentivo sarebbe l’unico modo per motivare un CEO abituato a rivoluzionare settori, premiando risultati tangibili invece della mera presenza alla guida aziendale.

  • Tra i sostenitori figurano grandi investitori come Morgan Stanley, Charles Schwab e molti piccoli azionisti, mentre sono emerse voci di dissenso da parte di importanti fondi pensione e società di consulenza, come il fondo sovrano norvegese, CalPERS, Glass Lewis e ISS.
  • Una delle principali critiche riguarda la diluizione delle quote azionarie per gli altri investitori, nonché l’ammontare giudicato sproporzionato rispetto agli standard storici delle retribuzioni manageriali.
  • Altri rischi percepiti sono legati ai conflitti d’interesse interni al board e al timore che la figura di Musk accentri eccessivamente il controllo decisionale, mettendo in secondo piano le esigenze di una governance equilibrata.
  • Non mancano preoccupazioni sulla capacità di Musk di mantenere adeguata attenzione sulla gestione Tesla, date le numerose iniziative parallele, comprese SpaceX, xAI e altre attività imprenditoriali, nonché le sue posizioni pubbliche spesso controverse.
D’altro canto, parte degli azionisti ha valutato il mantenimento di Musk in azienda come necessario per evitare oscillazioni drastiche del titolo e assicurare visibilità e attrattività nei confronti degli investitori e dei mercati finanziari.

Le nuove sfide per Musk e per Tesla dopo l’approvazione

L’attivazione del maxi pacchetto pone sia il CEO sia l’azienda di fronte a obiettivi senza paralleli nella storia corporate moderna. L’esecuzione di un simile piano richiederà una crescita esponenziale non solo in termini di produzione, ma anche di innovazione e diversificazione dei prodotti. Dal punto di vista industriale, sarà necessario spingere sull’acceleratore della guida autonoma, dei servizi digitali e della robotica, ambiti in cui la concorrenza globale si fa ogni giorno più agguerrita.

  • Trasformazione aziendale: Tesla dovrà consolidare il proprio passaggio da casa automobilistica tradizionale a hub mondiale di tecnologie avanzate, mantenendo elevati standard di sostenibilità, redditività e leadership nei rispettivi mercati.
  • Gestione delle tensioni interne: il board sarà chiamato a rafforzare i meccanismi di controllo e trasparenza, rispondendo alle istanze di maggiore diversità di governance e alle richieste di tutela anche da parte degli stakeholder più critici.
  • Risposta alle attese degli azionisti: la fiducia dimostrata dovrà tradursi in risultati concreti, con la costante verifica della validità delle strategie pluriennali e della capacità di Musk di guidare Tesla verso una valorizzazione duratura e solida.
La strada verso il raggiungimento dei livelli di capitalizzazione previsti comporta rischi elevati, ma rappresenta anche un punto di svolta per il modello di leadership, innovazione e controllo nell’industria tecnologica mondiale.


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