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Quanto guadagnano operai, impiegati e dirigenti nel 2025. Gli stipendi lordi e netti reali in Italia

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Nuovo studio sugli stipendi

Nel 2025, gli stipendi in Italia a seconda della posizione lavorativa e dell'essere operai, impiegati e dirigenti variano e non di poco.

Il mercato del lavoro italiano mostra segni di stagnazione salariale, fuga di talenti e difficoltà nel reperire professionisti qualificati. Questo quadro preoccupante emerge chiaramente dal rapporto Jp Salary Outlook 2025 dell'Osservatorio JobPricing. L'analisi, basata su dati concreti, evidenzia non solo le problematiche strutturali ma identifica anche i settori dove le retribuzioni stanno registrando incrementi significativi.

Sebbene la situazione generale rimanga critica, un'attenta valutazione permette di individuare aree economiche in espansione con retribuzioni in crescita. Nel complesso, le buste paga italiane continuano a posizionarsi tra le più basse in Europa, nonostante l'aumento costante del costo della vita. Esaminiamo la situazione attuale basandoci sulle più recenti rilevazioni statistiche.

Retribuzioni di operai, impiegati e dirigenti nel 2025

Nel periodo 2015-2025, mentre il costo della vita in Italia ha subito un incremento del 19,6%, le retribuzioni lorde hanno mostrato una crescita decisamente inferiore. I dirigenti d'impresa hanno visto un aumento minimo dello 0,5%, i quadri del 5,6%, gli impiegati del 5,9% e gli operai del 7,1%. Questi incrementi percentuali si applicano a livelli retributivi già notevolmente differenziati: attualmente, un dirigente percepisce mediamente 104.778 euro lordi annui, un quadro circa 56.000 euro, gli impiegati poco più di 30.000 euro, mentre gli operai si attestano intorno ai 26.000 euro.

Considerando i valori netti, al netto di imposte e contributi, le disparità diventano ancora più evidenti. Un dirigente percepisce mediamente 4.524 euro netti mensili (a fronte di 8.060 euro lordi), rispetto ai 1.549 euro netti di un operaio (su 2.006 euro lordi). Le retribuzioni nette degli impiegati si attestano sui 1.837 euro mensili, mentre i quadri arrivano a 2.698 euro.

Differenze retributive per settore economico

I livelli salariali presentano significative variazioni a seconda del comparto economico. Secondo le analisi dell'Osservatorio JobPricing, il settore dei servizi finanziari offre le retribuzioni più elevate, con una retribuzione annua lorda media di quasi 46.000 euro, nettamente superiore alla media nazionale di 30.838 euro. Seguono le utility (33.459 euro), l'industria di processo (32.259 euro) e quella manifatturiera (31.475 euro).

All'estremo opposto, i comparti con le retribuzioni più contenute risultano essere i servizi generali (29.564 euro), il commercio (29.926 euro), l'edilizia (27.896 euro) e l'agricoltura (25.198 euro).

I settori più remunerativi per operai e impiegati includono oil&gas e quelli connessi all'innovazione tecnologica come telecomunicazioni, apparecchiature elettroniche e industria aeronautica. Per i dirigenti, le retribuzioni più competitive si riscontrano nel settore della moda.

Nonostante le retribuzioni medie relativamente basse, il settore alberghiero e della ristorazione ha registrato gli incrementi salariali più consistenti tra il 2015 e il 2025, con un aumento del 17,8%. Seguono il settore bancario (+16,6%), le assicurazioni e i servizi di architettura e design (+12,1%), il legno (+11,9%), il tessile-abbigliamento (+11,2%) e la moda (+11%).

Analisi regionale delle retribuzioni in Italia

Nel 2025, le retribuzioni in Italia mostrano marcate differenze territoriali, con un divario significativo tra Nord e Sud del paese. Secondo i dati più recenti, gli operai percepiscono mediamente tra 20.000 e 30.000 euro lordi annui, con variazioni considerevoli in base al settore e alla collocazione geografica. Nel settore industriale dell'Emilia-Romagna, ad esempio, le retribuzioni degli operai possono raggiungere i 30.000 euro lordi all'anno, mentre nelle regioni meridionali si attestano su valori sensibilmente inferiori.

Per quanto riguarda gli impiegati, la retribuzione media oscilla tra 25.000 e 35.000 euro lordi annui. Anche in questo caso, le regioni settentrionali offrono pacchetti retributivi più generosi rispetto al Centro e al Sud Italia. In Lombardia, uno stipendio medio impiegatizio può superare i 34.000 euro annui, con valori analoghi riscontrabili in altre regioni del Nord-Ovest.

I dirigenti rappresentano la categoria con le retribuzioni più elevate, con compensi annui lordi che variano da 100.000 a oltre 150.000 euro, in funzione del settore e della collocazione geografica. I dirigenti operanti nel settore finanziario e bancario risultano tra i più remunerati, con stipendi che possono oltrepassare i 146.000 euro annui. Anche in questa fascia professionale, le regioni settentrionali come Lombardia e Piemonte offrono retribuzioni più competitive rispetto al resto del territorio nazionale.

Il divario Nord-Sud nelle retribuzioni

Le disparità retributive tra le diverse aree geografiche italiane sono particolarmente accentuate. Il Nord Italia garantisce generalmente stipendi più elevati rispetto al Sud e alle Isole, con la Lombardia che si conferma la regione con le retribuzioni più alte per tutte le categorie professionali.

Per gli operai, regioni come l'Emilia-Romagna offrono stipendi superiori alla media nazionale, mentre per dirigenti e impiegati, il divario tra le regioni settentrionali e meridionali può risultare particolarmente significativo. Questo fenomeno contribuisce alla migrazione interna di professionisti verso le aree economicamente più dinamiche del paese.

Il divario retributivo Nord-Sud riflette le differenze strutturali nell'economia italiana, con il Nord caratterizzato da un tessuto industriale più sviluppato e una maggiore presenza di settori ad alto valore aggiunto. Secondo le rilevazioni più recenti, un operaio che lavora in Lombardia può guadagnare fino al 25% in più rispetto a un collega con mansioni analoghe in Calabria o Sicilia.

Confronto con gli standard europei

Nonostante alcuni settori mostrino segnali di crescita, le retribuzioni italiane rimangono tra le più basse dell'Europa occidentale. Un confronto con paesi come Germania, Francia e paesi scandinavi evidenzia un divario significativo, soprattutto per operai e impiegati.

Secondo i dati Eurostat, nel 2025 lo stipendio medio in Italia risulta inferiore di circa il 15-20% rispetto alla media UE. Questa situazione è particolarmente critica considerando l'aumento del costo della vita, che ha eroso ulteriormente il potere d'acquisto dei lavoratori italiani.

Il divario è meno marcato per i dirigenti di alto livello, specialmente nei settori finanziari e tecnologici, dove le retribuzioni possono risultare competitive anche a livello internazionale. Tuttavia, questa categoria rappresenta una percentuale minima della forza lavoro nazionale.

Tendenze future e prospettive salariali

Le previsioni per il futuro prossimo indicano una possibile accelerazione della crescita salariale in alcuni settori strategici. I comparti legati alla transizione digitale e alla sostenibilità ambientale mostrano segnali di dinamismo, con una domanda crescente di professionisti specializzati che potrebbe tradursi in incrementi retributivi.

Il settore tecnologico, in particolare, continua a offrire opportunità di crescita professionale e economica, con stipendi mediamente superiori del 15-20% rispetto ad altri settori per posizioni analoghe. Anche i profili con competenze in analisi dati, intelligenza artificiale e cybersecurity risultano particolarmente ricercati, con pacchetti retributivi competitivi.

Per contrastare la fuga di talenti, alcune aziende stanno implementando politiche retributive più aggressive, includendo benefit e incentivi non monetari.

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