Quali sono le conseguenze del voto al Referendum sul Lavoro 2025 di giugno per i contratti a termine a seconda che vinca il sì o il no
Cosa cambia per i contratti a termine se vince il si o il no al Referendum sul Lavoro 2025 di giugno? I prossimi 8 e 9 giugno 2025 gli italiani sono chiamati al voto per esprimersi su lavoro e cittadinanza italiana. I quesiti da votare saranno, infatti, 5, di cui 4 dedicati al lavoro e uno che chiede di modificare alcuni requisiti per ottenere la cittadinanza italiana per chi vi risiede. Analizziamo di seguito il quesito numero tre sui contratti a termine.
Queste ultime sono le motivazioni per cui si ha la necessità di stipulare contratti a tempo determinato e servono, dunque, a spiegare perché il datore di lavoro ha scelto di assumere il lavoratore a termine invece che con un’altra tipologia contrattuale.
Generalmente, le motivazioni per la stipula di un contratto a termine sono:
Ciò significa che spetta ancora al datore di lavoro definire le causali precise per evitare la nullità del contratto.
Se vince il sì, per assumere un lavoratore con un contratto a termine dovrà essere nuovamente indicata una motivazione tra quelle valide per legge e secondo i contratti collettivi nazionali, superando la precarietà attuale, considerando che, secondo i numeri recenti, a marzo 2025 ben 2 milioni e 700 mila persone erano risultavano così occupare.
Il sì al referendum abolisce la possibilità di fare contratti inferiori ai 12 mesi senza alcuna motivazione, e che le causali per i contratti di durata fra i 12 e i 24 mesi siano definite dalla contrattazione aziendale o personale fra datore di lavoro e lavoratore, che non hanno lo stesso potere.
Dunque, se vince il sì al referendum, il contratto a tempo determinato si potrà stipulare solo se si riporterà una motivazione specifica individuata dalla contrattazione collettiva nazionale. Se vince il no, non ci sarà alcun cambiamento rispetto a quanto attualmente previsto.