Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Referendum lavoro 8-9 giugno 2025, cosa cambia per i contratti a termine se vince il si o il no

di Marianna Quatraro pubblicato il
referendum contratti termine

Quali sono le conseguenze del voto al Referendum sul Lavoro 2025 di giugno per i contratti a termine a seconda che vinca il sì o il no

Cosa cambia per i contratti a termine se vince il si o il no al Referendum sul Lavoro 2025 di giugno? I prossimi 8 e 9 giugno 2025 gli italiani sono chiamati al voto per esprimersi su lavoro e cittadinanza italiana. I quesiti da votare saranno, infatti, 5, di cui 4 dedicati al lavoro e uno che chiede di modificare alcuni requisiti per ottenere la cittadinanza italiana per chi vi risiede. Analizziamo di seguito il quesito numero tre sui contratti a termine.

  • Cosa chiede il nuovo Referendum sul lavoro sui contratti a termine
  • Cosa cambia se vince il sì o il no

Cosa chiede il nuovo Referendum sul lavoro sui contratti a termine

Il terzo quesito del referendum sul lavoro 2025 chiede di abrogare le norme sui contratti di lavoro subordinato a termine relativamente alla durata massima e alle condizioni per proroghe e rinnovi con la reintroduzione delle causali. 

Queste ultime sono le motivazioni per cui si ha la necessità di stipulare contratti a tempo determinato e servono, dunque, a spiegare perché il datore di lavoro ha scelto di assumere il lavoratore a termine invece che con un’altra tipologia contrattuale.

Generalmente, le motivazioni per la stipula di un contratto a termine sono:

  • per lavoro temporaneo o sostitutivo, per esempio se un dipendente a tempo indeterminato è assente per malattia o congedo parentale e si ha necessità di un sostituto fino al suo rientro;
  • per esigenze stagionali, soprattutto in specifici settori, come quello del turismo, o della ristorazione, o dell’agricoltura, per cui le aziende possono avere bisogno di un maggior numero di lavoratori per fronteggiare i periodi più intensi;
  • per temporaneo incremento dell’attività;
  • per progetti speciali, perché un’azienda o un’impresa può assumere dipendenti a termine per lo svolgimento di progetti dalla durata definita;
  • per formazione.
Ricordiamo che il Decreto Milleproroghe ha esteso per tutto il 2025 la possibilità per le parti del rapporto di lavoro a termine, in mancanza di disciplina dei Ccnl, di poter individuare le causali per proroghe e rinnovi oltre i 12 mesi.

Ciò significa che spetta ancora al datore di lavoro definire le causali precise per evitare la nullità del contratto.

Cosa cambia se vince il sì o il no

Se vince il sì, per assumere un lavoratore con un contratto a termine dovrà essere nuovamente indicata una motivazione tra quelle valide per legge e secondo i contratti collettivi nazionali, superando la precarietà attuale, considerando che, secondo i numeri recenti, a marzo 2025 ben 2 milioni e 700 mila persone erano risultavano così occupare.

Il sì al referendum abolisce la possibilità di fare contratti inferiori ai 12 mesi senza alcuna motivazione, e che le causali per i contratti di durata fra i 12 e i 24 mesi siano definite dalla contrattazione aziendale o personale fra datore di lavoro e lavoratore, che non hanno lo stesso potere.

Dunque, se vince il sì al referendum, il contratto a tempo determinato si potrà stipulare solo se si riporterà una motivazione specifica individuata dalla contrattazione collettiva nazionale. Se vince il no, non ci sarà alcun cambiamento rispetto a quanto attualmente previsto. 
 

Leggi anche