Quali sono i casi in cui l’azienda è responsabile della malattia professionale di un suo dipendente e deve riconoscergli il risarcimento
Quando scatta la responsabilità dell’azienda per una malattia professionale? La malattia professionale è una condizione medica che si sviluppa in maniera graduale nel tempo a causa dell’esposizione prolungata a rischi derivanti dal lavoro che si svolge.
Il lavoratore a cui viene riconosciuta la malattia professionale ha diritto a ricevere dall’Inail specifiche prestazioni economiche, sanitarie e integrative.
Dunque, una malattia si considera professionale quando la sua causa è direttamente connessa all'attività lavorativa, la quale ha provocato l'infermità in maniera esclusiva o prevalente.
E’ stata la Corte di Cassazione con una recente sentenza a precisare quali sono i casi in cui è l’azienda responsabile dell’insorgere di una malattia professionale.
Secondo i giudici, dunque, il datore di lavoro non ha l’obbligo di risarcimento danni per la malattia professionale di un dipendente, perchè non ha la responsabilità oggettiva in caso di danno alla salute del dipendente, derivante da rischi connaturati all’attività e precedentemente accettati dal lavoratore danneggiato.
Tale obbligo scatta solo ed esclusivamente nei casi in cui il datore di lavoro assuma comportamenti specifici e anomali.
Per riassumere, la nuova sentenza della Cassazione ha chiarito che il datore di lavoro non è automaticamente responsabile della malattia professionale di un dipendente se non viene dimostrato che abbia assunto atteggiamenti e comportamenti tali da farla scaturire.
In questi ultimi casi, una sua eventuale responsabilità deve essere comprovatamente accertata volta per volta. Bisogna, dunque, dimostrare che il datore non ha fatto tutto il possibile per tutelare il proprio lavoratore.