Al via i controlli della Guardia di Finanza sulla formazione dei prezzi di benzina e diesel dopo la revisione delle accise per evitare abusi
Quali sono i controlli che sta svolgendo la Guardia di Finanza dopo la revisione delle accise? Dopo le modifiche approvate sulle accise, la Guardia di finanza ha avviato un piano nazionale di controlli mirati per contrastare qualsiasi forma di speculazione e assicurare la trasparenza e la correttezza della filiera distributiva.
Le verifiche mirano a verificare che gli esercenti rispettino l’obbligo di esposizione e comunicazione dei prezzi praticati, in linea con la normativa vigente, per favorire la trasparenza del mercato e la tutela degli automobilisti.
L'obiettivo del lavoro della Gdf è contrastare le condotte illecite che modificano la formazione dei prezzi e danneggiano i consumatori e la concorrenza leale. Come spiegano dal Comando generale il rafforzamento dei controlli e l’adozione di strumenti digitali per la tracciabilità dei carburanti rappresentano una risposta concreta ad un fenomeno decisamente radicato.
Il decreto interministeriale entrato in vigore il 15 maggio ha stabilito un riallineamento delle accise che prevede, in particolare, la riduzione dell’aliquota applicata alla benzina di 1,50 centesimi di euro per litro e l’aumento, dello stesso importo, dell’accisa sul gasolio come carburante.
In particolare, l'accisa sulla benzina è scesa di 1,5 centesimi al litro (da 728,40 a 713,40 euro per mille litri), mentre quella sul gasolio è aumenta della stessa cifra (da 617,40 a 632,40 euro per mille litri).
Secondo il Codacons, l’aumento delle accise sul gasolio implica per gli automobilisti che hanno auto diesel una spesa aggiuntiva annua di 364,5 milioni di euro. Per chi effettua due pieni al mese, il rincaro medio è pari a 21,96 euro all’anno.
La riduzione delle accise sulla benzina porta, invece, un risparmio complessivo stimato in 374,5 milioni di euro all’anno per i proprietari di veicoli a benzina.