Definiti già i prossimi incontri per il rinnovo del Ccnl Metalmeccanici: c'è ancora distanza tra le parti ma la trattativa per un accordo potrebbe chiudersi entro la fine dell'autunno
Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore metalmeccanico rappresenta una delle fasi salienti del panorama delle relazioni industriali italiane, che coinvolge milioni di lavoratori e migliaia di imprese in un comparto che costituisce l’ossatura dell’industria manifatturiera. Il processo negoziale ha assunto particolare rilievo anche alla luce delle pressioni inflazionistiche, delle trasformazioni tecnologiche e della forte richiesta di tutela del potere d’acquisto dei salari.
Negli ultimi anni le dinamiche contrattuali del settore sono state segnate da lunghi periodi di stallo, mobilitazioni sindacali e momenti di confronto serrato tra le parti sociali. Le tappe più recenti, con i tavoli ripresi tra la fine dell’estate e l’autunno 2025, hanno visto un intenso dialogo tra le rappresentanze dei lavoratori (Fim, Fiom, Uilm) e quelle datoriali (Federmeccanica, Assistal). L’obiettivo della trattativa è duplice: rinnovare le tutele normative in linea con i cambiamenti del mondo produttivo e garantire efficaci meccanismi di difesa salariale, individuando un equilibrio tra esigenze dei dipendenti e sostenibilità d’impresa.
Il percorso negoziale ha vissuto un’accelerazione grazie all’impegno delle parti a riprendere il dialogo dopo 40 ore di sciopero e interventi decisi dei lavoratori nel corso dell’estate. Gli incontri tecnici di settembre e il tavolo plenario del 6 ottobre hanno posto le basi per i due momenti chiave del 15 e 17 ottobre, quando le delegazioni di Fim, Fiom, Uilm, Federmeccanica e Assistal si sono riunite a Roma per affrontare i nodi centrali della piattaforma rivendicativa.
Durante questi appuntamenti si è dato spazio sia agli aspetti normativi sia alle questioni economiche, con il salario posto al centro del confronto. Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato l’urgenza di risposte concrete, mentre le controparti datoriali hanno confermato la reale volontà di giungere a una sintesi in tempi brevi.
Il problema principale è sempre lo stesso: l’aumento retributivo. Mentre Fim, Fiom e Uilm rilanciano sulla proposta di 280 euro lordi calcolati sul livello C3, nel triennio, le associazioni datoriali hanno ribadito che gli aumenti devono essere commisurati all’Ipca, insomma agganciati all’inflazione.
Il resto delle richieste in discussione è più semplice da affrontare, a partire dalla richiesta di una riduzione progressiva dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali, a parità di salario, per cui si pensa ad una sperimentazione da parte delle aziende e su base volontaria.
La novità degli incontri di ottobre è la volontà emersa di entrambe le parti di definire un calendario serrato di lavori. Da un lato i lavoratori richiedono il rafforzamento delle garanzie contrattuali e il riconoscimento economico dell’impatto dell’inflazione, dall’altro le imprese chiedono certezze sui costi e strumenti di flessibilità per affrontare il contesto incerto della manifattura nazionale ed europea.
In particolare, come già noto, le sigle Fim, Fiom e Uilm hanno scandito una piattaforma rivendicativa articolata, con le seguenti priorità:
Le organizzazioni rappresentative delle imprese, in particolare Federmeccanica e Assistal, hanno ribadito la volontà di arrivare a una conclusione condivisa del percorso negoziale, ponendo però alcuni vincoli rilevanti nel dibattito:
Punto | Sindacati | Associazioni datoriali |
Incremento salariale | Oltre 200 €/mese | Ipca depurato + innovazione |
Durata del rinnovo | 3 anni | Flessibile |
Salvaguardia inflazione | Clausola rigida | Costi sotto controllo |
Gli incontri di metà ottobre hanno lasciato intravedere una possibile accelerazione nelle prossime settimane. Sarebbero già stati fissati i prossimi incontri il 22 e 23 e il 30 e 31 ottobre. L'obiettivo, dichiarato da entrambe le parti, è di arrivare ad un accordo entro la fine dell’autunno.