Via libera alla rottamazione quinquies 2026 nella nuova Manovra Finanziaria ma con qualche modifica rispetto alle regole inizialmente proposte: cosa cambierà
Nella Manovra Finanziaria 2026, la cosiddetta Rottamazione Quinquies rappresenta uno degli interventi più discussi e attesi e di definizione agevolata pensato per rispondere alle esigenze di cittadini e imprese alle prese con debiti fiscali e contributivi accumulati dal 2000 al 2023. Nasce dalla volontà di promuovere la regolarizzazione del magazzino fiscale, riducendo al minimo sanzioni e interessi per coloro che, pur avendo dichiarato il dovuto, non sono riusciti a provvedere ai versamenti a causa di difficoltà economiche.
Il meccanismo si rivolge ai carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, con una distinzione chiara rispetto alla natura delle somme: viene richiesto il pagamento del solo debito principale e delle spese legate alle procedure esecutive e di notifica, mentre vengono esclusi sanzioni, interessi e il cosiddetto aggio.
La rateizzazione è uno degli aspetti di maggiore interesse: la quinta edizione della pace fiscale era stata annunciata in durata decennale, cioè fino a 120 rate in dieci anni, per regolarizzare le proprie situazioni debitorie con il Fisco. Ma, con la prima approvazione della Manovra, qualcosa è cambiato: la durata massima della rateizzazione potrebbe essere ridotta a nove (108 rate) o forse otto anni (96 rate). La decisione finale sarà presa con la definizione ufficiale della prossima Manovra.
I primi tre versamenti della nuova rottamazione quinquies sarebbero previsti entro il 31 luglio, il 30 settembre e il 30 novembre 2026. Dalla quarta rata, le scadenze diventeranno fisse a fine gennaio, marzo, maggio, luglio, settembre e novembre di ciascun anno, compatibilmente con la durata accordata, per un ampio margine di pianificazione finanziaria.
Un esempio concreto aiuta a comprendere il vantaggio: un debito di 10.000 euro affidato all’Agente della riscossione verrebbe saldato senza interessi o sanzioni, con rate pari tra loro e la possibilità, in caso di scelta su nove anni, di importi mensili accessibili, anche grazie al tasso agevolato previsto (intorno al 2%). È comunque prevista la decadenza dall’agevolazione dopo il mancato pagamento di due rate anche non consecutive, o di quella unica nel caso di scelta per il versamento totale immediato.
La misura si rivolge a contribuenti e imprese che abbiano regolarmente presentato le dichiarazioni fiscali, ma si trovino al 31 dicembre 2023 con carichi debitori iscritti a ruolo per imposte dichiarate e non versate oppure per contributi previdenziali INPS.
Non sono previsti limiti legati alla natura giuridica del debitore: possono aderire sia persone fisiche sia società, a condizione che i carichi di cui chiedono la definizione agevolata non derivino da accertamenti fiscali o da mancata presentazione delle dichiarazioni.
La nuova rottamazione vale per:
La sanatoria esclude:
Chi ha debiti di importo basso, infatti, dovrà completare i pagamenti in tempi molto più brevi, poiché non potrà abbassare ulteriormente l’importo delle singole rate. Per esempio, un contribuente che ha un debito di 1.000 euro dovrà completare il piano in meno di due anni, mentre solo chi supera determinate soglie potrà aderire ad una rateizzazione più estesa.
Chi intende accedere ai benefici della sanatoria dovrà presentare domanda esclusivamente in modalità telematica attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate -Riscossione entro la data fissata dal legislatore, prevista per il 30 aprile 2026 nella bozza attualmente in discussione.
Le fasi operative sono così articolate: