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Riscatto laurea a 900 euro per andare in pensione a 60 anni: chi potrebbe beneficiarne e funzionamento della nuova legge

di Marianna Quatraro pubblicato il
Riscatto laurea 900 euro pensione 60 ann

Riscatto agevolato della laurea per il personale scolastico e universitario, con costi ridotti da oltre 6.000 a circa 900 euro l’anno: la nuova proposta avanzata

Negli ultimi mesi è tornata al centro del dibattito politico e sindacale una proposta che potrebbe modificare in modo significativo le condizioni di accesso alla pensione per il personale scolastico e della ricerca. Il tema riguarda la possibilità di usufruire di un riscatto degli anni universitari a condizioni fortemente agevolate, aprendo così la strada a una pensione anticipata già a partire dai 60 anni di età. L’iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di revisione delle politiche previdenziali.

Il contesto normativo e la nuova proposta sul riscatto laurea

Oggi la normativa sul riscatto di laurea prevede un calcolo dell’onere in base all’aliquota contributiva vigente nel fondo di appartenenza e alla retribuzione del richiedente. Anche con l’introduzione, nel 2019, del cosiddetto riscatto agevolato, la soglia rimane alta: per il 2025, ad esempio, riscattare un solo anno di studi costa circa 6.123 euro.

Il disegno di legge Bucalo è la nuova proposta, in esame presso la X Commissione del Senato, quindi non ancora legge approvata, che vuole rendere più accessibile il riscatto di laurea ai fini pensionistici, fissando il costo a 900 euro annui riscattati con un’aliquota al 5%.

Uno degli elementi fondanti della proposta riguarda la tutela contro il forte stress lavorativo, diffuso soprattutto tra gli insegnanti over 60 e i lavoratori di lunga esperienza nel sistema scolastico. L’elevato numero di anni di servizio richiesto, unito alla tardiva immissione in ruolo (intorno ai 49 anni di età), ha conseguenze dirette sulle prospettive pensionistiche e sulla salute degli operatori.

Il funzionamento del nuovo riscatto di laurea a 900 euro prevederebbe:

  • Aliquota agevolata: il nuovo schema prevede una aliquota del 5% quale base di calcolo per ciascun anno universitario riscattato, con un importo fisso di circa 900 euro per ogni anno, fino a un massimo di cinque anni. Questo rappresenta una riduzione del costo di quasi l’85% rispetto agli importi dovuti con la modalità ordinaria o persino con il cosiddetto riscatto laurea agevolato introdotto nel 2019.
  • Condizioni richieste: gli interessati devono aver portato a termine un corso universitario abilitante (laurea triennale, magistrale o ciclo unico), ma possono scegliere se riscattare l’intero periodo legale di studi o solo una sua parte. Non sono inclusi eventuali anni fuori corso, né periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa.
  • Accessibilità: il nuovo sistema scollega il calcolo del riscatto dal reddito personale della persona interessata e garantisce così una maggiore equità tra i lavoratori, rendendo la misura potenzialmente accessibile anche a chi percepisce stipendi medi o bassi.
La seguente tabella mostra la differenza tra i costi previsti dai vari regimi di riscatto:
Tipologia di riscatto Costo medio annuo
Attuale riscatto ordinario 6.000 - 9.000 euro
Riscatto laurea agevolato (2019) Oltre 6.000 euro
Nuova proposta legge 900 euro

Inoltre, il pagamento potrà essere effettuato sia in un’unica soluzione sia in modalità rateale, con versamento diretto all’ente previdenziale di riferimento secondo le modalità definite dall’INPS. 

Chi sono i potenziali beneficiari della legge: criteri, categorie e numeri coinvolti

L’applicazione della misura riguarda, secondo la proposta legislativa, il personale appartenente al comparto scuola e ricerca. Le categorie coinvolte includono:

  • Docenti di ogni ordine e grado
  • Dirigenti scolastici
  • Personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA)
  • Ricercatori universitari
  • Personale delle accademie, conservatori ed enti di ricerca
La legge stabilisce che potranno accedere al riscatto agevolato sia lavoratori a tempo indeterminato sia a tempo determinato, compresi coloro che, pur essendo temporaneamente non occupati, abbiano maturato periodi utili di lavoro all’interno del settore istruzione e ricerca.

Secondo le stime fornite dalle organizzazioni sindacali e da fonti governative, la platea potenziale dei beneficiari è pari a circa 1,2 milioni di lavoratori sul territorio nazionale. 

Impatto sul sistema previdenziale e vantaggi per lavoratori e comparto scuola

L’introduzione di un riscatto di laurea agevolato degli anni universitari implicherebbe una serie di potenziali benefici, tanto sul piano personale quanto a livello di sistema. In particolare:

  • Per i lavoratori: la proposta favorisce l’anticipo dell’accesso alla pensione per una fascia di popolazione professionale che sconta spesso anni di precariato, ingresso tardivo in ruolo e condizioni di lavoro particolarmente impegnative. L’importo agevolato consente, inoltre, di riscattare periodi di studi altrimenti inaccessibili per ragioni economiche, valorizzando così ogni anno di formazione acquisito.  Inoltre, se il Ddl venisse approvato, riscattare una laurea di cinque anni costerebbe circa 4.500 euro invece degli oltre 30.000 attuali.
  • Per il comparto scuola e ricerca: la misura rappresenta uno strumento di welfare che potrebbe favorire il turnover; l’uscita anticipata dei lavoratori di maggiore anzianità permetterebbe di creare spazi di accesso per i giovani laureati, favorendo il rinnovamento anagrafico e culturale. Il riconoscimento della formazione universitaria come requisito che incide sui tempi di pensionamento invia un messaggio positivo sul valore sociale della scuola e dell’istruzione.