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Se sono un volontario come avrò più punti nei concorsi pubblici e crediti a scuola e università nel 2026 con nuova normativa

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Via libera a punteggi più alti per chi effettua servizio di volontariato e sia nei concorsi pubblici che a scuola e università: cosa prevede la normativa

Nel 2026 prende avvio la nuova normativa dedicata alla valorizzazione delle esperienze di volontariato, in particolare tra i giovani, sia sul piano della crescita personale sia per la loro spendibilità nel mondo del lavoro e nei contesti formativi. Il recente decreto interministeriale, pubblicato tra ottobre e novembre 2025, ha introdotto criteri specifici per certificare e riconoscere le competenze acquisite nelle attività di volontariato.

L’obiettivo è quello di rafforzare l’apprendimento non formale e la partecipazione civica, offrendo step chiari per il riconoscimento pratico di queste esperienze sia per gli studenti delle scuole e delle università che per chi partecipa ai bandi di concorso pubblici.

Come funziona il riconoscimento delle competenze nel volontariato: criteri, percorsi e certificazione

La nuova normativa prevede modalità puntuali per individuare, validare e certificare le competenze sviluppate attraverso percorsi di volontariato. Il riconoscimento riguarda sia attività svolte all’interno di enti del Terzo settore (ad esempio ODV, APS e ETS iscritti al RUNTS) sia progetti utili alla collettività promossi da enti pubblici e privati accreditati.

Il punto di partenza è la sottoscrizione, tra volontario ed ente, di un progetto personalizzato che stabilisce obiettivi di apprendimento e risultati attesi, riferiti agli standard di qualificazione fissati dalla normativa. A ciò si aggiunge la previsione minima di 60 ore di attività in dodici mesi, a condizione che il partecipante abbia completato almeno il 75% della durata prevista inizialmente.

Il percorso è sostenuto da un tutor incaricato dell’affiancamento e della raccolta delle evidenze relative all’esperienza, nell’ottica di garantire coerenza con gli obiettivi educativi e trasparenza nella valutazione.

Al termine, viene rilasciato un documento di trasparenza, firmato digitalmente sia dall’ente che dal volontario, che attesta competenze, attività svolte e durata. Tutte le attestazioni vengono conservate in formato digitale e registrate nel Sistema informativo unitario delle politiche attive del lavoro, garantendo l’accessibilità e la validità nel tempo.

La certificazione delle competenze nel volontariato rappresenta un titolo valorizzabile sia per l’accesso a concorsi pubblici che come credito nei percorsi scolastici e universitari. Gli enti titolari del Sistema nazionale di certificazione delle competenze, come scuole, università e amministrazioni pubbliche, hanno così la possibilità di valutare la formazione ricevuta all’interno di programmi di volontariato secondo procedure omogenee e interoperabili, come previsto dalle norme vigenti.

Un aspetto ulteriore introdotto dalla riforma è la possibilità per gli enti del Terzo Settore di definire accordi con i Centri del sistema duale per sviluppare servizi integrativi, rafforzando i percorsi di orientamento e inserimento lavorativo. 

Maggiori punti nei concorsi pubblici: nuove regole, riserva del 15% e calcolo del punteggio

Il recente quadro normativo ha ridefinito in modo chiaro come il servizio civile e il volontariato possano incidere sulle graduatorie dei concorsi pubblici. Punti aggiuntivi e diritto a una riserva di posti sono i due principali strumenti previsti per valorizzare chi ha maturato competenze certificate nell’ambito di progetti riconosciuti.

La definizione dei criteri per il riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite nello svolgimento di attività o percorsi di volontariato è nel Decreto dello scorso 31 luglio 2025.  

Le principali novità includono:

  • Riserva del 15% dei posti nei concorsi pubblici per ruoli non dirigenziali, destinata a chi ha concluso senza demerito il Servizio Civile Universale o Nazionale, con effetto anche sulle procedure di selezione nelle amministrazioni pubbliche, scuole, università, enti locali, aziende sanitarie e Camere di commercio;
  • Punteggio aggiuntivo in graduatoria sia per l’accesso a impieghi pubblici sia nelle graduatorie scolastiche e universitarie, a condizione che si possa esibire una certificazione valida delle competenze acquisite attraverso percorsi strutturati di volontariato;
  • Uniformità nelle modalità di attribuzione del punteggio, sia nei concorsi generali che nei concorsi di settore (ad esempio scuola e sanità), grazie alle linee guida emanate congiuntamente dai ministeri competenti.
Un elemento distintivo della riforma consiste nell’ampliamento della platea dei beneficiari: hanno ora accesso alla riserva del 15% sia i volontari del Servizio Civile Universale che quelli del precedente Servizio Civile Nazionale. La riserva si applica esclusivamente agli incarichi non dirigenziali e vale anche nel caso di bandi per le aziende speciali e le istituzioni strumentali degli enti locali, mentre resta escluso il servizio civile alternativo legato all’obiezione di coscienza alla leva militare.

Il volontariato come titolo valutabile nei concorsi: requisiti e procedura di assegnazione punti

Affinché le esperienze di volontariato abbiano valore nei concorsi pubblici, è necessario rispettare alcuni requisiti e seguire specifiche procedure. In particolare:

  • L’attività deve essere svolta presso enti riconosciuti del Terzo Settore e documentata tramite iscrizione a registro e copertura assicurativa;
  • Il percorso formativo deve essere formalizzato attraverso un patto di servizio personalizzato, con obiettivi e durata minima definite (almeno 60 ore in 12 mesi);
  • È richiesta la certificazione delle competenze attraverso documentazione digitale, nel rispetto delle disposizioni di legge e delle linee guida interministeriali;
  • La valutazione da parte delle commissioni concorsuali si basa sulle evidenze contenute nella certificazione: durata, natura delle attività, risultati raggiunti e livello di coinvolgimento.
Il punteggio riconosciuto varia in base al bando: ad esempio, nei concorsi scuola per personale ATA o GPS, il servizio civile può comportare fino a 6 punti annui (0,50 al mese per gli ATA, 2 punti al mese per i docenti per servizio specifico). Nei concorsi selezionati dalla Pubblica Amministrazione, il punteggio per le esperienze certificate viene attribuito secondo le modalità specificate nel bando, sempre in coerenza con quanto previsto dalla legge sul riconoscimento del servizio civile e del volontariato.

Crediti formativi riconosciuti a scuola e università: criteri e procedure con la nuova normativa

La riforma 2026 prevede il riconoscimento dei crediti formativi per studenti delle scuole superiori e universitari che hanno svolto attività di volontariato certificato secondo le nuove regole. Secondo quanto stabilito, gli enti titolari dei percorsi di studio (scuole, università, enti di formazione) sono tenuti a valutare la richiesta degli interessati e a procedere al riconoscimento delle competenze, integrandole nell’ambito del curriculum scolastico o universitario.

I crediti formativi vengono riconosciuti sia per le attività direttamente pertinenti all’ambito di studio sia per lo sviluppo delle cosiddette soft skill (lavoro di squadra, capacità organizzative, competenze trasversali), a condizione che la documentazione fornita sia conforme agli standard e alle procedure indicate nelle linee guida ministeriali.

Da un punto di vista pratico, la procedura si avvia su richiesta personale dello studente, che presenta all’istituzione formativa la certificazione rilasciata dall’ente di volontariato. La scuola o l’università verifica la conformità della documentazione e, in base ai criteri interni, attribuisce i crediti che possono essere spesi:

  • per assolvere specifici obblighi formativi;
  • come titolo integrativo per l’accesso a determinati corsi, tirocini o seminari;
  • per valorizzare il percorso curriculare agli occhi di enti o aziende terze.
Le università possono inoltre riconoscere i crediti come CFU, se il servizio sviluppato dal volontario risulta coerente con il piano di studi. Nelle scuole secondarie, invece, la certificazione può concorrere ad assegnare crediti per l’Esame di Stato o per i percorsi di alternanza scuola-lavoro. In tutti i casi, la certificazione deve specificare la durata, i risultati ottenuti e le competenze trasversali acquisite, in conformità alle direttive di interoperabilità previste per la digitalizzazione dei processi.

Patto di servizio, progetto formativo e durata: requisiti per ottenere crediti e punteggi

Per il rilascio di crediti formativi e punti nei concorsi, è necessario che il percorso di volontariato sia costituito da elementi chiave ben definiti:

  • Patto di servizio: stipulato all’inizio tra volontario ed ente, stabilisce il quadro degli impegni, le finalità e il ruolo del tutor nell’affiancamento;
  • Progetto formativo personalizzato: include obiettivi, attività da svolgere, standard di apprendimento, durata minima e criteri di valutazione, tutto recalibrato secondo le esigenze del volontario;
  • Durata certificata di almeno 60 ore in 12 mesi: l’attestato finale deve riportare questa soglia minima e comprovare il raggiungimento di almeno il 75% dell’impegno previsto;
  • Documento di trasparenza: contiene dettagli su attività, risultati ottenuti e soft skill sviluppate, e costituisce la base per il riconoscimento di crediti e punteggi.
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