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Semestre filtro medicina quest'anno 2025, in graduatoria anche con bocciature e in base ad criteri.

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Il semestre filtro di Medicina 2025 cambierà connovità rilevanti dopo bocciature record attraverso nuovi criteri d'accesso con debiti formativi e nuove regole di graduatoria

Il recente cambiamento nel processo di selezione per i futuri medici in Italia ha introdotto una fase di accesso innovativa, nota come semestre filtro. Questo nuovo modello, che sostituisce il tradizionale test d’ammissione a risposta multipla, richiede a tutti gli aspiranti l’iscrizione e la frequenza di un periodo didattico iniziale, seguito dal superamento di tre esami in aree scientifiche fondamentali. L’avvio di tale riforma ha coinvolto oltre 53.000 studenti, segnando una trasformazione sostanziale nel sistema universitario

Il semestre filtro si è, però, configurato alla prova dei fatti come una selezione estremamente dura e priva di significative differenze tra atenei, portando la discussione ben oltre il tema del semplice “numero chiuso”.

Numeri e risultati: percentuale di idonei e bocciature record

I dati della prima attuazione del semestre filtro nei corsi di laurea in Medicina sono stati immediatamente oggetto di attenta osservazione a livello nazionale. Le percentuali di studenti idonei hanno segnato minimi storici con un’alta omogeneità tra atenei considerati: solo il 10-15% degli studenti ha superato l’esame di Fisica, mentre leggermente migliori sono stati i risultati in Chimica e Biologia, ma comunque insufficienti a garantire l’accesso di una fetta significativa di candidati.

Ateneo % Promossi Fisica
Milano Bicocca 17%
Palermo 13%
Milano Statale 12%
Bari 10,3%
Bologna 10%
Catania 9,4%

Le medie voto complessive si sono attestate di poco sopra la sufficienza

nelle singole prove: in Biologia il 20-35% circa di promossi, in Chimica il 20-30%, con picchi negativi in alcune sedi dove la bocciatura ha sfiorato la generalizzazione.

Questo scenario ha determinato la necessità di un secondo appello già previsto dal Ministero, che comunque ha escluso irregolarità nelle procedure. La ministra Anna Maria Bernini ha sottolineato che la scarsa performance riflette la complessità degli esami, non episodi di copiatura. L’obbligo di superare tutte e tre le materie (Biologia, Chimica, Fisica) rende il percorso selettivo particolarmente stringente e porta a una conseguenza inedita: il rischio concreto di avere meno idonei dei posti a disposizione nelle facoltà, al netto di un’offerta che tradizionalmente superava di gran lunga la domanda.

Le difficoltà delle prove: materie, soglie e testimonianze degli studenti

Il nuovo percorso di accesso ai corsi di Medicina prevede il superamento di tre esami – Biologia, Chimica e Fisica – con una soglia minima di 18/30 per ciascuna prova. Lo svolgimento degli esami avviene a livello nazionale e con modalità uniformi, ma le difficoltà riscontrate dagli studenti sono state diffuse e profonde. In particolare, la prova di Fisica è stata indicata come la più selettiva, con un crollo di promossi fino alle soglie del 10% in diverse università.

Un confronto diretto con i candidati mette in luce alcuni aspetti critici:

  • Programmi didattici particolarmente vasti rispetto al periodo di lezione realmente offerto (in molti casi meno di due mesi effettivi);
  • Quesiti giudicati spesso "estremamente complessi", lontani dal percorso di preparazione affrontato durante i corsi e simili alle difficoltà dei test d’ammissione precedenti;
  • Mancanza di tempo adeguato per consolidare conoscenze, soprattutto per chi proveniva da percorsi scolastici meno orientati alle discipline scientifiche;
  • Testimonianze raccolte evidenziano sentimenti di disorientamento ed esclusione, soprattutto per chi nutriva una forte motivazione ad accedere alla facoltà.
Un esempio eloquente è riassunto dalle parole di uno studente di Verona: “Specialmente il programma di fisica era troppo ampio per il tempo che avevamo e ha creato uno scarto tra quello che si è fatto a lezione e quello che poi è stato richiesto in sede d’esame.”

Nessuna correlazione è stata riscontrata tra i risultati e possibili pratiche scorrette da parte dei candidati. Le performance complessive hanno piuttosto fatto emergere lacune precedenti al percorso universitario e difficoltà oggettive nell’affrontare lo stile delle verifiche.

Accesso alla graduatoria nazionale: regole, debiti formativi e scenari possibili

L’ammissione definitiva ai corsi di laurea passa ora attraverso una graduatoria nazionale che prende forma sulla base dei risultati delle tre prove. La regola iniziale prevedeva che solo chi avesse conseguito almeno 18/30 in tutti gli esami potesse accedere direttamente all’assegnazione delle sedi disponibili. Tuttavia, alla luce dei risultati eccezionalmente bassi e del conseguente rischio di lasciare posti vacanti, il Ministero ha recentemente valutato ipotesi di flessibilità nell’accesso:

  • Gli studenti con tutte e tre le prove superate (almeno 18/30) restano prioritari nella graduatoria.
  • A seguire, potrebbero essere considerati anche coloro che abbiano ottenuto due, una o nessuna sufficienza, previa assegnazione di debiti formativi nelle materie non superate.
In questo modo, tutti i candidati avranno comunque la possibilità di entrare nelle sedi assegnate e di colmare i debiti formativi attraverso specifici percorsi di recupero, in linea con l’art. 6 del D.M. 270/2004 e successive direttive ministeriali sulle attività formative integrative. Il sistema mira così a evitare che il nuovo modello selettivo si traduca in desertificazione delle immatricolazioni e a garantire il rispetto del diritto allo studio.

Un ulteriore elemento emerso riguarda la possibilità di riconoscimento dei crediti formativi universitari eventualmente acquisiti per gli studenti che volessero proseguire in corsi affini. La pubblicazione definitiva della graduatoria è prevista per gennaio 2026, con l’indicazione chiara dei debiti formativi da assolvere per ciascun ammesso.

Rischio posti vacanti nelle facoltà di Medicina e le risposte delle istituzioni

L’analisi degli esiti pone al centro il rischio inedito che le università italiane si trovino con posti disponibili non coperti da studenti idonei. Un capovolgimento rispetto agli anni in cui la domanda superava di gran lunga l’offerta, con il rischio ora che laboratori, strutture didattiche e cattedre rimangano sotto-utilizzati nonostante le risorse già investite.

Le istituzioni hanno risposto ribadendo la volontà di trovare soluzioni operative per garantire la copertura totale dei posti banditi. In particolare, la ministra Anna Maria Bernini ha assicurato che la graduatoria finale sarà comunque completata, anche mediante l’introduzione dei debiti formativi per chi non abbia raggiunto la soglia minima in tutte e tre le materie. Questo meccanismo, sostenuto da apposite circolari ministeriali, permetterà una fase di recupero al fine di accompagnare gli studenti nel completamento delle competenze lacunose.

  • Permane la necessità di mantenere alto il livello di preparazione richiesto, per rispondere alle esigenze della professione medica e dei requisiti europei;
  • Viene evidenziato un dibattito aperto tra esigenza selettiva e diritto allo studio, reso ancor più attuale dallo scenario demografico e dalla questione del fabbisogno medico in Italia.
La risposta istituzionale si focalizza anche sulla trasparenza delle procedure, per mettere un freno alle tensioni e proteste che hanno attraversato atenei e piazze nelle ultime settimane.

Proteste, ricorsi e dibattito sull’equità del semestre filtro

L’introduzione del semestre filtro ha generato una forte risposta tra la comunità studentesca e gli organismi rappresentativi. Numerose sono state le manifestazioni di dissenso organizzate in concomitanza con lo svolgimento degli esami, con cortei in molte città e diffide indirizzate alle autorità competenti. L’Unione degli Universitari (Udu) e altri sindacati studenteschi hanno dichiarato apertamente critiche contro quella che viene descritta come una riforma "opaca e discriminatoria". “È inaccettabile che decine di migliaia di candidati vengano sottoposti a criteri variabili e poco trasparenti, senza adeguato preavviso sulle modalità di valutazione”, ha denunciato pubblicamente una rappresentante studentesca.

I ricorsi collettivi e le diffide legali sono aumentati rapidamente, raccogliendo adesioni trasversali. Gli studenti chiedono:

  • Più chiarezza sui criteri di valutazione e sulla gestione dei debiti formativi;
  • Tutela del diritto allo studio e accesso equo alle stesse opportunità;
  • Riconoscimento di eventuali violazioni sistemiche e accesso in “sovrannumero” per chi sia stato penalizzato oltre misura dal nuovo metodo.
Le istituzioni si sono impegnate a rispondere nel merito delle istanze ricevute, avviando tavoli tecnici di confronto con le rappresentanze universitarie e con la supervisione del Ministero dell’Università.


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