Quali sono i casi in cui si lavora regolarmente senza però guadagnare realmente quanto si dovrebbe: i chiarimenti
Quali sono i casi in cui si lavora senza effettivamente guadagnare? Gli stipendi dei lavoratori italiani non sono in realtà particolarmente elevati se confrontati con i colleghi europei. E’ ancora alto il gap esistente e ci sono molti impieghi che potrebbero far guadagnare anche più di quanto attualmente previsto.
Ci sono poi anche diversi casi in Italia dove si lavora, a volte tanto, e regolarmente senza però guadagnare. E’ forse un paradosso ma accade e i motivi sono ben specifici.
L’assunzione di collaboratori a partita Iva è, in realtà, permessa quando un datore di lavoro o un’azienda ha bisogno di prestazioni professionali specifiche e occasionali ed è tipica nei settori tecnici e di consulenza, dove si richiedono competenze specializzate.
Per esempio, un’azienda potrebbe aver bisogno di un consulente IT e in tal caso il collaboratore a partita Iva dovrebbe lavorare in totale autonomia, senza vincoli di orario, o tempi, o subordinazione gerarchica.
Tuttavia, spesso non è così: si lavora comn Partita Iva come se si fosse regolarmente assunti, rispettando orari di lavoro, mansioni specifiche da svolgere, una gerarchia interna, ma percependo una retribuzione fissa e decisamente bassa e senza alcuna altra tutela come quelle riconosciute ai lavoratori dipendenti, come malattia, infortuni, ferie e permessi pagati, ecc.
In moltissimi casi gli stipendi di chi lavora con Partita Iva come se fosse assunto si aggirano sui 500-600-700-800 euro al mese, e considerando le tasse da pagare ogni anno, i contributi previdenziali che sono sempre a carico del lavoratore, i costi del commercialista, non resta nulla, o comunque molto poco, come guadagno effettivo.
In realtà, per chi guadagna fino a 700 euro al mese, per 8.400 euro all’anno, non ci sono tasse da pagare perché rientra nella no tax area (la cui soglia è fissata fino a 8.500 euro di reddito annuo), ma i contributi per la pensione si devono pagare cos come altre spese accessorie, rendendo ciò che rimane effettivamente poco
Il grosso problema è che spesso ci si accorge tardi di lavorare senza effettivamente guadagnare, perchè solo nel momento in cui si iniziano a pagare le tasse, generalmente da luglio-agosto a novembre, e i contributi ci si rende conto che i soldi che si prendono devono essere impiegati per assolvere agli adempimenti fiscali obbligatori e che poco resta per vivere.
Si tratta di una situazione che coinvolge anche i titolari di Partita Iva forfettaria che, seppur pagano le imposte con aliquota agevolata 15%, devono comunque effettuare i relativi versamenti e pagare i contributi per la pensione.
Il primo anno, poi, le cose non sembrano andare così male, perchè in molti regime fiscali, non si pagano gli anticipi delle tasse, ma dal secondo anno in poi, la dura realtà emerge totalmente, quando non solo si pagano le tasse sul precedente anno, ma gli anticipi su quello succesivo che toccano abbondamentente oltre il 90%