Avere un milione di euro oggi in Italia significa davvero essere ricchi o solo benestanti? Dati su patrimonio, distribuzione della ricchezza, disuguaglianze e ruolo delle eredità per capire cosa conta davvero.
Il concetto di ricchezza, spesso fonte di discussione in ambito sociale ed economico, assume in Italia sfumature particolari legate alla cultura, alla distribuzione dei patrimoni e alle profondità del divario tra varie aree del Paese. In un contesto segnato da significative disparità, la percezione di cosa significhi "essere ricchi" si intreccia con dati oggettivi e impressioni soggettive. La presenza di patrimoni milionari da una parte, e la contemporanea diffusione di condizioni di povertà dall'altra, alimenta il dibattito su cosa rappresenti veramente il benessere economico.
L'analisi di soglie, numeri e distribuzione del patrimonio è oggi più che mai centrale per comprendere le dinamiche sociali in evoluzione e per rispondere alla domanda se, nel panorama italiano attuale, si possa davvero parlare di ricchezza diffusa o di privilegio esclusivo.
Le istituzioni finanziarie e gli studi accademici adottano criteri precisi per definire la ricchezza. Le banche classificano come "ricchi" o High-Net-Worth Individuals (HNWI) coloro che dispongono di attività liquide superiori a 1 milione di euro. Esiste poi una fascia "affluent", identificata da una ricchezza finanziaria di almeno 100.000 euro, ma al di sotto del milione. Per la categoria "super-ricchi" - Ultra-High-Net-Worth Individuals (UHNWI) - la soglia sale a oltre 30 milioni di euro. Tuttavia, la percezione pubblica della ricchezza spesso discosta dalle categorie bancarie, attribuendo il concetto di "ricco" anche a chi gode di benessere grazie a patrimonio immobiliare e capacità di spesa elevata. In pratica:
I dati attuali restituiscono un panorama fortemente polarizzato. Secondo il più recente Global Wealth Report, in Italia vi sono circa 470.000 individui con un patrimonio superiore al milione di euro, pari allo 0,8% della popolazione. Di questi, solo una minima parte possiede tale cifra come liquidità immediatamente disponibile: la stragrande maggioranza vede la propria ricchezza distribuita tra immobili, strumenti finanziari e altre attività:
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			 Fascia di patrimonio  | 
			
			 Numero di individui  | 
		
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			 HNWI (>1 milione €)  | 
			
			 470.000  | 
		
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			 Very-HNWI (>5 milioni €)  | 
			
			 94.000  | 
		
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			 Ultra-HNWI (>30 milioni €)  | 
			
			 5.800  | 
		
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			 Miliardari  | 
			
			 71  | 
		
Analizzando la liquidità detenuta dagli italiani sui conti correnti, le statistiche mostrano che circa il 77% dei correntisti ha saldi inferiori a 12.500 euro, con giacenze medie di 14.981 euro circa. I grandi depositi sono pertanto limitati a una fetta molto esigua della popolazione. Il restante stock di ricchezza si trova soprattutto in investimenti immobiliari e finanziari. Il patrimonio netto medio delle famiglie italiane è elevato rispetto agli altri paesi, ma la concentrazione nelle mani di pochi è significativa. Solo 3 milioni di cittadini dispongono di patrimoni superiori a 250.000 euro.
La ripartizione della ricchezza in Italia evidenzia profonde differenze territoriali. Le regioni del Nord, soprattutto Lombardia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna, si distinguono per redditi medi e patrimoni superiori rispetto al Sud e alle Isole. Milano, con l'8,4% dei residenti possessori di patrimoni oltre il milione di euro, guida la classifica nazionale e si attesta tra le prime metropoli in Europa per densità di individui benestanti:
Il patrimonio privato degli italiani evidenzia una netta predominanza dell'investimento immobiliare: oltre il 50% della ricchezza lorda risiede in abitazioni, per un valore superiore a 5.246 miliardi di euro. Le attività finanziarie, in crescita, superano i 4.374 miliardi tra conti correnti, titoli di Stato, fondi e azioni. Il tasso di risparmio è tra i più alti d'Europa (11% sul reddito), benché la propensione a conservare liquidità sia superiore nei ceti medi e meno abbienti.
I patrimoni elevati sono caratterizzati da una maggiore diversificazione:
Il segmento dei milionari italiani mostra una crescita significativa nell'ultimo decennio, spinta anche da regimi fiscali favorevoli, come la flat tax, e dalla capacità di attrarre grandi patrimoni dall'estero. Nel solo 2024, la ricchezza dei 71 miliardari italiani è aumentata di oltre 61 miliardi di euro.
Elemento distintivo, rispetto al contesto internazionale, è il ruolo preponderante delle eredità: il 63% dei grandi patrimoni è di origine familiare, evidenziando una forte dipendenza dal passaggio generazionale. Questa dinamica emerge anche nella composizione del vertice delle ricchezze nazionali, dove la provenienza dei capitali su base ereditaria supera di gran lunga la media globale.
Il fenomeno ha alimentato la concentrazione di ricchezze in mano a pochi nuclei familiari e la solidità di alcune dinastie economiche. Tuttavia, l'accresciuta presenza di "nuovi ricchi" e la crescente attrattività dell'Italia per i super-ricchi internazionali - legata alla fiscalità agevolata - pongono interrogativi sulla reale ricaduta economica di tali trend in termini di investimenti produttivi nel tessuto nazionale.
La concentrazione di patrimoni in una ridotta fascia della popolazione italiana comporta effetti rilevanti sia a livello economico che sociale. I dati più recenti rivelano che il 10% più abbiente detiene oltre il 59% del patrimonio complessivo, mentre la metà più povera ha accesso a poco più del 7% delle risorse totali: