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Serie A, 10 top club tornano ad avere ricavi record, ma molto si può ancora fare rispetto a calcio estero

di Marcello Tansini pubblicato il
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I top club della Serie A raggiungono ricavi record, ma il divario con l'Europa resta ampio. Numeri, protagonisti e nuove sfide tra sostenibilità, debiti e opportunità di crescita finanziaria, con uno sguardo alle prospettive future.

I principali club italiani stanno vivendo un periodo di rinnovata prosperità economica, con numeri che testimoniano una significativa inversione di tendenza rispetto alle stagioni precedenti. Il bilancio della stagione chiusa al 30 giugno 2025 segna un traguardo storico: le dieci squadre con maggior fatturato del massimo campionato nazionale hanno superato, per la prima volta, quota tre miliardi di euro. Una crescita che non si limita ai singoli risultati, ma riflette una gestione più attenta ai parametri economici e all’efficienza manageriale. La consacrazione di questo nuovo scenario è frutto di diversi fattori: l’aumento delle presenze negli stadi, un uso più strategico delle leve commerciali e la partecipazione alle principali competizioni continentali. Tuttavia, le performance economiche sono solo un tassello di un quadro più complesso che vede il calcio tricolore impegnato in una sfida di competitività con le realtà estere e nel progressivo affrancamento da squilibri finanziari cronici.

La crescita dei ricavi dei club italiani: numeri e protagonisti

Il panorama economico della massima divisione nazionale registra risultati imprescindibili nella storia recente del settore sportivo italiano. Nella stagione 2024/25, l’Inter ha stabilito un nuovo primato con 567 milioni di euro di ricavi, seguita da Juventus e Milan, rispettivamente con 529 e 494 milioni. Oltre alla vertiginosa crescita dei ricavi, alcuni club hanno raggiunto importanti traguardi di gestione: l’Inter ha riportato un utile di 35 milioni, secondo solo all’Atalanta (38 milioni), mentre il Bologna ha presentato per la prima volta un bilancio positivo di 14 milioni.

Il dettaglio numerico emerge con chiarezza nella seguente tabella riassuntiva dei ricavi 2024/25 tra i principali club:

Club Ricavi (mln €) Risultato netto (mln €)
Inter 567 35
Juventus 529 -58*
Milan 494 4
Atalanta 321 38
Bologna 224 14
Napoli 290 -21
Lazio 157 -17
Fiorentina 122 -23
Roma N/D -54
Udinese 142 3

*Deficit Juventus in riduzione rispetto a stagioni precedenti

La crescita del giro d’affari è stata trainata anche dalla maggiore valorizzazione dei giovani e dallo sviluppo delle plusvalenze tramite player trading e prestiti onerosi. In questo contesto, raggiungere nuovi traguardi finanziari va di pari passo con la necessità di mantenere competitività, anche grazie all’accesso alla nuova Champions League, che assicura premi più ricchi e maggiore esposizione internazionale.

Confronto tra club italiani ed esteri: la distanza con l’élite europea

Nonostante i passi avanti compiuti, i top club della Penisola devono ancora misurarsi con una realtà internazionale che viaggia a velocità superiori. La stagione 2023/24 dei primi venti club mondiali si è chiusa con un fatturato aggregato di 11,2 miliardi di euro, incremento del 6% rispetto all’anno precedente. In testa alla classifica il Real Madrid, con oltre un miliardo di euro di entrate, evidenzia lo stacco ancora presente rispetto a tutte le squadre italiane.

La distanza si riflette non solo nei numeri assoluti, ma anche nell’incidenza delle diverse fonti di ricavo:

  • La quota di ricavi commerciali nelle big europee spesso supera il 44% del totale, mentre le italiane arrancano per costruire partnership internazionali dello stesso peso
  • I ricavi da matchday crescono grazie a stadi modernizzati e offerte premium, ma il differenziale con impianti come il Bernabeu resta notevole
  • I diritti tv nei principali mercati sono basati su cicli di contratto stabili e lunghi, a cui si accompagnano investimenti paralleli in infrastrutture e branding
Le difficoltà delle italiane si manifestano anche nel ranking della "Football Money League", che vede Milan (13°), Inter (14°) e Juventus (16°), ben distanti dalla top ten continentale. La mancanza di una piena valorizzazione del patrimonio strutturale e delle nuove fonti di intrattenimento rappresenta una sfida chiave per aspirare ad avvicinarsi all’élite europea.

Le fonti di ricavo: tra matchday, commerciale e diritti tv

L’analisi dei flussi monetari mostra come la composizione del fatturato dei club sia sempre più articolata e frutto di strategie mirate. Nella stagione 2023/24 le principali fonti di entrata nei club della "Money League" sono state:

  • Ricavi commerciali: 4,9 miliardi di euro a livello internazionale, corrispondenti al 44% delle entrate totali.
  • Ricavi da matchday: 2 miliardi di euro, raggiunti per la prima volta dall’industria calcistica continentale.
  • Diritti televisivi: 4,3 miliardi di euro, distribuiti su contratti pluriennali e rapporti consolidati con broadcaster.
Nel contesto italiano, Inter e Milan hanno guidato con grandi risultati rispettivamente nei proventi da stadio e commerciali. L’Inter ha incassato 99 milioni da presenze allo stadio e 142 da accordi di sponsorship, mentre il Milan ha primeggiato in ambito commerciale con 152 milioni.

Le strategie più recenti includono:

  • Introduzione di servizi premium negli stadi e aumento dei prezzi dei biglietti
  • Organizzazione di eventi non calcistici e attivazione di nuove sponsorship internazionali
  • Consolidamento dei diritti tv grazie a accordi pluriannuali e alla partecipazione alle maggiori competizioni europee
Queste dinamiche mostrano come il successo finanziario dipenda da una sempre maggiore diversificazione delle fonti. L’Italia, pur crescendo, deve colmare il gap infrastrutturale e puntare su una gestione innovativa degli impianti sportivi, come già avviene in Spagna, Inghilterra e Germania.

Debiti, costi e sostenibilità finanziaria: la nuova sfida della Serie A

Nonostante la crescita dei ricavi, la sostenibilità finanziaria rappresenta una delle principali criticità della Serie A. Il quadro dell’indebitamento, sebbene in parziale miglioramento nei bilanci più recenti, rimane uno dei nodi irrisolti del settore.

  • L’Inter ha ridotto il debito netto a 248 milioni e ha rifinanziato parte dell’esposizione emettendo un bond a tasso calmierato
  • La Juventus rimane il club con il livello più alto di debiti tra i top team, con 271 milioni di indebitamento finanziario netto
  • Il Milan presenta una posizione finanziaria più equilibrata (-93 milioni) e nessun prestito obbligazionario
La gestione dei costi si è tradotta in una lieve crescita del monte ingaggi complessivo (circa 1,7 miliardi per le dieci maggiori società), ma a fronte di una riduzione delle perdite aggregate da -225 a -80 milioni di euro rispetto all’annata precedente. Il riequilibrio economico richiede attenzione alla sostenibilità di medio-lungo termine, secondo quanto stabilito anche dalle linee UEFA sulle licenze e il Fair Play Finanziario.

Il contenimento dei costi della rosa, la riduzione di deficit pluriennali e il ricorso selettivo al debito strutturato sono priorità per la governance della Serie A, chiamata ad allinearsi agli standard delle principali leghe europee e a rispettare le norme internazionali vigenti.

Player trading e valorizzazione del settore giovanile come leve di crescita

Un aspetto sempre più rilevante per la sostenibilità finanziaria dei club italiani è la valorizzazione del parco giocatori attraverso la formazione e la cessione dei talenti. Nelle ultime due stagioni, il giro d’affari generato da plusvalenze e player trading ha superato i 675 milioni di euro per i primi dieci club, di cui ben 574 milioni derivanti dalle sole cessioni.

L’ampio ricorso ai prestiti onerosi e la creazione di proficue sinergie tra prima squadra e settore giovanile rappresentano strumenti ormai adottati con metodo anche dalle società italiane. In particolare:

  • I giovani cresciuti nei vivaio, spesso formatisi in Italia, vengono valorizzati attraverso percorsi di crescita interna e transizione in prima squadra
  • Le cessioni programmate e le plusvalenze contribuiscono a stabilizzare i bilanci in ottica triennale
  • Le nuove regole su licenziamento, incentivi e tutela del settore giovanile, introdotte da FIGC e UEFA, sostengono un modello virtuoso di sviluppo
Il calcio italiano si configura quindi sempre più come "torneo di transizione" per giovani promesse che, dopo essersi affermate in Serie A, trovano collocazione presso realtà internazionali con maggiore capacità di investimento. Questo modello, se ben gestito e normato, può costituire una leva di crescita stabile e programmata nel tempo.

I miglioramenti ancora possibili e obiettivi futuri per i club e il calcio italiano

Il quadro tracciato dai bilanci evidenzia una Serie A in rapida evoluzione, capace di riportare in alto i propri club sotto il profilo finanziario e di divenire nuovamente attrattiva per talenti, investitori e tifoserie globali. I margini di miglioramento sono ancora notevoli e riguardano:

  • L’incremento degli investimenti in infrastrutture moderne e multifunzionali, sul modello anglosassone o spagnolo
  • La creazione di nuove fonti di ricavo non legate solo all’attività sportiva, come eventi, merchandising evoluto e partnership internazionali
  • Il rispetto delle normative su sostenibilità e controllo dei costi, per una gestione efficace e responsabile delle società professionistiche
  • La maggiore attenzione alla valorizzazione dei giovani locali e al rafforzamento dei vivai
Gli obiettivi futuri si articolano attorno alla progressiva riduzione dell’indebitamento strutturale e all’ulteriore avvicinamento ai migliori club europei in termini di performance finanziarie e competenza gestionale. Solo un approccio strategico, coerente con i parametri richiesti dagli organi di vigilanza e dalle esigenze di mercato, potrà assicurare al calcio italiano un futuro solido e competitivo anche sul palcoscenico internazionale.


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