Cosa potrebbe cambiare per milioni di lavoratori con l’estensione della settimana corta e dello smart working: il rinnovo del Ccnl degli Statali diventa un esempio
Cosa potrebbe cambiare per milioni di lavoratori dipendenti dopo l’approvazione di misure innovative come la settimana corta e i miglioramenti per lo smart working nella Pubblica Amministrazione? Il rinnovo del contratto degli statali potrebbe diventare un esempio di modalità di organizzazione del lavoro per altri milioni di lavoratori dipendenti, considerando le novità approvate. Vediamo cosa prevedono nel dettaglio e a chi potrebbero essere ampliate.
La settima corta potrebbe essere estesa a molti altri lavoratori, a partire da altre categorie di dipendenti pubblici, come quelli della Sanità e della Scuola.
In questi casi, la novità potrebbe interessare soprattutto le categorie di impiegati, come il personale Ata della scuola o quello amministrativo ospedaliero.
Difficilmente potrebbe essere valida per tutti gli insegnanti (considerando che già oggi ci sono docenti che lavorano 4 giorni a settimana), o per gli infermieri e i medici.
Gli altri lavoratori interessati dalla settimana corta potrebbero essere i dipendenti privati, soprattutto di vari comporti e settori. A fare da apripista a tale modalità di lavoro è stata Intesa Sanpaolo che non solo ha esteso lo smart working fino a 120 giorni all’anno, ma ha anche avviato, lo scorso 2023, la settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative a parità di retribuzione.
Si può optare per tale organizzazione lavorativa su base volontaria e compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive della banca.
Anche lo smart working si amplia. Il governo ha deciso di ampliarlo ai neo assunti della P.A. e a chi è in condizioni di particolare necessità.
Secondo quanto stabilito, possono estendere il numero di giorni di attività resa in modalità agile rispetto a quelle previste per il resto del personale: