L’indennità di accompagnamento rappresenta una delle tutele più significative del sistema socio-assistenziale italiano, pensata per garantire sostegno economico ai cittadini che, a causa di gravi disabilità, richiedano assistenza continua. La materia è stata costantemente oggetto di attenzione giurisprudenziale e normativa, con sentenze e aggiornamenti legislativi che hanno inciso sulla sua applicazione pratica.
Le diverse pronunce della Corte di Cassazione e l’introduzione di nuovi criteri di valutazione medico-legale ne hanno progressivamente modellato i presupposti di riconoscimento. Recenti novità, in particolare una decisione storica emanata nel 2025, ridefiniscono ulteriormente i diritti delle persone fragili, allargandone le garanzie a nuovi scenari, inclusi i casi di rischio caduta durante il cammino.
Indennità di accompagnamento: che cos’è, requisiti e criteri medico-legali secondo la normativa vigente
L’indennità di accompagnamento è una prestazione economica riconosciuta dall’INPS ai soggetti in gravi condizioni di invalidità che, a causa di menomazioni fisiche o psichiche, non sono in grado di deambulare autonomamente o necessitino di assistenza continua per svolgere le normali attività quotidiane. Per ottenere la prestazione è necessario soddisfare specifiche condizioni, come:
- Requisiti sanitari: La condizione imprescindibile è l’invalidità totale (100%), associata a una delle due condizioni: impossibilità a camminare senza aiuto permanente oppure incapacità di compiere da soli gli atti elementari della vita quotidiana, con bisogno di assistenza costante.
- Requisiti amministrativi: Può presentare domanda chi risiede stabilmente in Italia (inclusi cittadini UE ed extra-UE con permesso di soggiorno di almeno un anno) e chi non è ricoverato gratuitamente in strutture pubbliche per lunghi periodi superiore a 30 giorni continuativi.
- Compatibilità e incompatibilità: L’indennità non è cumulabile con altri assegni simili per cause di guerra, lavoro o servizio; resta invece compatibile con altre prestazioni assistenziali come la pensione di invalidità civile, la pensione di inabilità e quella di vecchiaia.
- Non sono previsti limiti di età o reddito: la prestazione può essere richiesta da adulti, minori e anziani, purché sussistano i requisiti sanitari sopra descritti.
| Condizione |
Dato richiesto |
| Invalidità civile 100% |
Necessaria per accesso alla prestazione |
| Impossibilità deambulazione |
Necessità di accompagnatore costante |
| Incapacità a compiere atti quotidiani |
Assistenza continua richiesta |
| Ricovero gratuito in istituto |
Esclusione dal diritto se >30 giorni |
| Residenza in Italia |
Obbligatoria |
La valutazione medico-legale avviene sulla base della documentazione prodotta e di parametri oggettivi, come indicato nelle tabelle ministeriali e nelle scale ADL/IADL, che permettono di determinare il grado di autonomia residua e la necessità di assistenza. In presenza di malattie evolutive (ad esempio Alzheimer, disabilità neurologiche gravi), la presenza di rischio caduta o difficoltà nel movimento sono valutate con attenzione in funzione della perdita dell’autonomia.
La nuova sentenza della Cassazione n. 28212/2025: cosa cambia per chi rischia di cadere camminando
Con la recente sentenza n. 28212/2025, la Corte di Cassazione introduce una rilevante innovazione: il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento può essere esteso anche alle persone che, pur potendo ancora muoversi senza sostegno costante, sono esposte a un elevato rischio di caduta a causa della propria condizione sanitaria.
Secondo la Corte, la mera presenza di un pericolo concreto durante la deambulazione, quale quello determinato da squilibri, patologie neurologiche o altre menomazioni, costituisce motivo sufficiente per considerare la necessità di avere l'indennità di accompagnamento.
Cosa cambia con questa sentenza:
- Si amplia la platea dei beneficiari: anche chi non è totalmente incapace di camminare, ma presenta un rischio oggettivo di caduta, può accedere al beneficio.
- La valutazione medico-legale deve considerare non solo l’autonomia attuale, ma anche la sicurezza della deambulazione e l’impatto del rischio sulla dignità della persona.
- L’assistenza viene riconosciuta come necessaria non solo per chi non si muove affatto, ma anche per evitare pericoli legati all’instabilità, anche se occasionale, durante gli spostamenti.
La pronuncia sottolinea l’importanza di una valutazione incentrata sulla persona, che tenga conto non solo dei parametri oggettivi, ma anche delle ricadute concrete sulla salute e sulla salvaguardia dell’integrità psicofisica. Si tratta di un cambio di prospettiva che
apre al riconoscimento dell’indennità di accompagnamento quando si cade o si è esposti a rischio caduta più accessibile e tutelante.
Atti quotidiani della vita ed autonomia: come vengono valutati per il riconoscimento dell’accompagnamento
Le commissioni medico-legali valutano l’autonomia della persona rispetto agli atti quotidiani attraverso parametri oggettivi e scale riconosciute a livello internazionale, come le ADL (Activities of Daily Living) e le IADL (Instrumental Activities of Daily Living). Gli atti elementari sono: lavarsi, vestirsi, alimentarsi, usare i servizi igienici, spostarsi autonomamente e controllo della continenza. Si valutano, dunque:
- Impossibilità vs difficoltà: La legge richiede un’incapacità permanente e totale, tuttavia la giurisprudenza moderna considera anche casi in cui sussiste un rischio elevato di aggravamento, danno o pericolo, tipico proprio di chi cade camminando, come condizione per accesso all’indennità.
- Valutazione multidimensionale: L’esame va oltre la mera somma delle inabilità, considerandone l’impatto complessivo su salute, dignità e integrazione sociale.
- Ruolo delle scale di valutazione: Le scale ADL/IADL, seppur indicative, devono essere integrate da valutazioni cliniche e ambientali individualizzate.
La perdita di una sola funzione (es. impossibilità a camminare) non è di per sé sufficiente se permangono altre forme di autonomia piena; viceversa, condizioni di rischio concreto durante le attività quotidiane possono costituire
motivo legittimo di riconoscimento della prestazione.
Iter per la richiesta e accertamento dell’indennità di accompagnamento: cosa sapere sulla visita medico-legale
Il procedimento per ottenere l'indennità di accompagnamento prevede diversi passaggi:
- Domanda telematica: La prima fase prevede la compilazione di una domanda online all’INPS, corredata da un certificato medico introduttivo redatto dal medico curante o da uno specialista.
- Convocazione a visita: La commissione integrata ASL–INPS fissa la data della visita. In alcune province, la nuova procedura sperimentale prevede la fusione tra certificato medico e domanda amministrativa.
- Visita e criteri di valutazione: Durante la visita medico-legale si valutano documentazione clinica, autonomia funzionale, necessità di assistenza e rischi specifici come quello di caduta camminando.
- Esito e verbale: Al termine dell’iter viene comunicato il verbale con il riconoscimento del diritto e la relativa percentuale di invalidità.
Nel caso di rifiuto, resta la possibilità di ricorso entro 60 giorni al Ministero del Tesoro.