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Come funziona l'Indennità di accompagnamento? Chi la può ottenere, requisiti, domanda INPS, importi, limiti

Quali sono i requisiti e le condizioni da soddisfare per ottenere l'indennità di accompagnamento. Ecco una guida completa con tutte le regole da conoscere e i chiarimenti sulla normativa attuale

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Come funziona l'Indennità di accompagnam

L'indennità di accompagnamento rappresenta un sostegno economico per gli invalidi civili totali che, a causa di minorazioni fisiche o psichiche, non possono deambulare autonomamente o necessitano di assistenza continua per svolgere le attività quotidiane. Questa misura, fondamentale per garantire dignità e supporto alle persone più fragili, ha lo scopo di alleviare e migliorare la qualità della vita degli aventi diritto e dei loro caregiver.

Cosa è l'indennità di accompagnamento

L'indennità di accompagnamento è una prestazione economica erogata a favore degli invalidi civili totali. È destinata a chi, a causa di minorazioni fisiche o psichiche, non può deambulare in modo autonomo o necessiti di assistenza continua per compiere le attività quotidiane. La misura viene riconosciuta senza limiti di età o di reddito e spetta sia ai cittadini italiani che ai cittadini UE residenti in Italia. Tale prestazione ha come obiettivo principale quello di supportare economicamente coloro che si trovano in condizioni di estrema difficoltà.

La normativa attuale in vigore

La normativa attuale che regola l’indennità di accompagnamento si basa principalmente sulla Legge 11 febbraio 1980, n. 18. Questa legge stabilisce che la prestazione deve essere riconosciuta agli invalidi civili totali che non possono deambulare autonomamente senza l'aiuto di un accompagnatore o che necessitano di assistenza continua nelle attività quotidiane.

Il riconoscimento dell’invalidità civile totale al 100% viene effettuato da specifiche Commissioni Mediche costituite presso le ASL (Aziende Sanitarie Locali), come previsto dall’articolo 41 del Testo Unico sull’immigrazione. Queste commissioni rilasciano un verbale che attesta la presenza dei requisiti necessari per accedere all’indennità.

Una volta ottenuto il verbale, l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) verifica la documentazione e può richiedere ulteriori accertamenti medici, se ritenuto necessario.

La normativa specifica che l’indennità di accompagnamento è indipendente dal reddito e dall’età dell’invalido. Ciò significa che chiunque soddisfi i requisiti sanitari può accedervi, a prescindere dalla propria condizione economica e dall’età. Inoltre, l’indennità è incompatibile con analoghe prestazioni concesse per invalidità contratte per causa di guerra, di lavoro o di servizio.

Il pagamento dell’indennità è sospeso in caso di ricovero gratuito del beneficiario per un periodo superiore a 29 giorni. La legge prevede, infatti, che l’indennità non venga erogata durante il periodo di ricovero a totale carico dello Stato o di altro ente pubblico.

Una recente integrazione normativa è rappresentata dalla Legge 23 marzo 2023, n. 33, che ha previsto ulteriori agevolazioni per i caregiver dei beneficiari dell’indennità e ha rafforzato le misure di controllo sulla corretta erogazione delle prestazioni.

Le circolari INPS che regolamentano l'indennità di accompagnamento

Le circolari dell’INPS forniscono indicazioni operative fondamentali per la corretta gestione dell’indennità di accompagnamento. Tra le principali circolari che regolamentano questa prestazione, vi è la Circolare INPS n. 131 del 2009, che dettaglia le procedure di accertamento sanitario. Questa circolare specifica i documenti che devono essere presentati e i criteri di valutazione da parte delle Commissioni Mediche. Inoltre, stabilisce che il verbale rilasciato dalle commissioni deve essere convalidato dall’INPS, che può richiedere ulteriori visite mediche se emergono dubbi sulla diagnosi.

La Circolare INPS n. 10 del 2020 fornisce chiarimenti sulla cumulabilità dell'indennità di accompagnamento con altre prestazioni assistenziali, specificando che l’indennità è compatibile con l’indennità di comunicazione e con l’indennità per ciechi assoluti, purché per distinte minorazioni. Ribadisce, però, anche l'incompatibilità con altre analoghe prestazioni per invalidità derivanti da cause di guerra, lavoro o servizio.

Una circolare di particolare importanza è la Circolare INPS n. 40 del 2021, che introduce disposizioni riguardanti la sospensione del pagamento in caso di ricovero gratuito del beneficiario per un periodo superiore a 29 giorni. Questa circolare specifica che il ricovero deve essere comunicato tempestivamente all’INPS per evitare indebite erogazioni dell’indennità.

Queste circolari, insieme ad altre più aggiornate e ad altre disposizioni normative, costituiscono il quadro regolamentare di riferimento per l'erogazione dell’indennità di accompagnamento, garantendo trasparenza e uniformità nelle procedure amministrative.

Come funziona l'indennità di accompagnamento per invalidi civili e le cararatteristiche principali

L'indennità di accompagnamento per invalidi civili è una prestazione economica volta a sostenere coloro che, a causa di minorazioni fisiche o psichiche,  necessitano di assistenza continua per svolgere le attività quotidiane. Tale indennità viene erogata dall'INPS e si basa su requisiti specifici stabiliti dalla normativa vigente.

I requisiti principali da soddisfare per beneficiare della prestazione sono:

  • avere l'invalidità civile totale e permanente (100%);
  • impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore;
  • impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza continua;
  • avere la residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
  • per i cittadini stranieri non UE, essere in possesso di un permesso di soggiorno di almeno un anno (art. 41 TU immigrazione).

L'indennità è indipendente dall'età e dalle condizioni reddituali del beneficiario, il che la rende accessibile a una vasta gamma di persone in difficoltà.

La procedura per ottenere l'indennità di accompagnamento inizia con la presentazione della domanda all'INPS. Ecco i passaggi:

  • Certificato medico introduttivo: Il richiedente deve ottenere dal proprio medico curante un certificato che attesti la patologia invalidante. Questo certificato deve essere inviato telematicamente all'INPS.
  • Domanda telematica: Entro 90 giorni dall'invio del certificato medico, il richiedente deve presentare la domanda telematica all'INPS, abbinando il certificato medico.
  • Accertamento sanitario: Il richiedente viene convocato per una visita medica presso una commissione medica dell'ASL. La commissione valuta il grado di invalidità e redige un verbale.
  • Verifica INPS: L'INPS esamina il verbale e può richiedere ulteriori accertamenti se necessario. Se tutto è in regola, l'INPS procede con l'erogazione dell'indennità.

L'indennità di accompagnamento viene corrisposta mensilmente per 12 mensilità e il pagamento avviene tramite bonifico bancario o postale sul conto indicato dal beneficiario nella domanda.

È importante notare che l'indennità è esente da IRPEF, quindi non va dichiarata nella dichiarazione dei redditi e non incide sul calcolo dell'ISEE.

L'erogazione continua fino a quando persistono le condizioni sanitarie che hanno dato diritto alla prestazione.

Nei casi di modifica delle condizioni sanitarie, il beneficiario è tenuto a comunicarlo tempestivamente all'INPS. In caso di miglioramento dello stato di salute, l'indennità può essere sospesa o revocata, previa verifica da parte della commissione medica competente.

Non tutte le patologie danno diritto all'indennità di accompagnamento. Le principali condizioni cliniche che possono permettere l'accesso alla prestazione includono:

L'elenco delle malattie e delle patologie riconosciute è ampio e comprende numerose condizioni che compromettono gravemente l’autosufficienza della persona.

A chi spetta l'indennità di accompagnamento

L'indennità di accompagnamento spetta ai soggetti riconosciuti come invalidi civili totali e ai ciechi assoluti. Questi individui devono avere una invalidità totale e permanente del 100% e trovarsi nell'impossibilità di deambulare autonomamente senza l'aiuto di un accompagnatore o di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza continua.

Per accedere a questa indennità, i richiedenti devono inoltre essere in possesso della cittadinanza italiana o della cittadinanza di uno stato membro dell'UE con residenza stabile in Italia. Gli stranieri extracomunitari, invece, devono possedere un permesso di soggiorno in corso di validità di almeno un anno e risiedere stabilmente e abitualmente sul territorio nazionale.

Le altre categorie che possono beneficiare dell'indennità sono i minori e gli anziani. Per questi soggetti, la valutazione dell'invalidità non si basa sulla capacità lavorativa ma sulla difficoltà persistente a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età. L'indennità non spetta se il beneficiario è ricoverato in istituti con retta a carico dello Stato o di enti pubblici, come case di risposo o rsa.

I requisiti e condizioni necessarie per ottenerla

Per ottenere l'indennità di accompagnamento, è necessario soddisfare specifici requisiti e condizioni richiesti dalla normativa vigente. Il primo requisito fondamentale è il riconoscimento dell'invalidità civile totale e permanente, ovvero una percentuale di invalidità pari al 100%.

La diagnosi medica deve confermare l'impossibilità del richiedente di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore o la necessità di assistenza continua per compiere gli atti quotidiani della vita e deve essere certificata da una commissione medica dell'ASL competente, che a sua volta redigerà un verbale da utilizzare per la domanda di indennità.

Dal punto di vista amministrativo, il richiedente deve essere cittadino italiano o cittadino di uno stato membro dell'Unione Europea, con residenza stabile in Italia. Gli stranieri extracomunitari, invece, devono possedere un permesso di soggiorno di almeno un anno e risiedere stabilmente e abitualmente sul territorio nazionale.

Per usufruire della prestazione, il richiedente non deve essere ricoverato in strutture sanitarie a totale carico dello Stato o di altri enti pubblici. Se il beneficiario viene ricoverato gratuitamente per un periodo superiore a 29 giorni, il pagamento dell'indennità viene sospeso.

L'indennità di accompagnamento, comunque, presenta diverse condizioni di compatibilità e incompatibilità con altre prestazioni e situazioni. Comprendere queste condizioni è fondamentale per evitare equivoci e problemi burocratici. Ne abbiamo dedicato un intero capitolo, inclusa, la cumulabilità, nel proseguio di questa guida

Patologie che danno diritto all'indennità accompagnamento. Lista completa

Le principali patologie che danno diritto all'indennità di accompagnamento sono numerose e coprono una vasta gamma di condizioni mediche. Di seguito, una lista completa:

  • patologie neurodegenerative: Include malattie come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la sclerosi multipla;
  • patologie oncologiche avanzate: Tumori maligni in stato avanzato o in fase terminale, che limitano gravemente l'autosufficienza del paziente;
  • disabilità intellettive e relazionali: Condizioni come l'autismo, la sindrome di Down, e l'oligofrenia sono incluse in questa categoria, specialmente quando comportano gravi deficit nell’autonomia personale;
  • patologie cardiache gravi: Includono insufficienza cardiaca avanzata e altre cardiomiopatie che limitano la capacità di movimento e l'autonomia;
  • malattie respiratorie croniche: Enfisema, BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) in stato avanzato;
  • disabilità motorie: Situazioni di tetraplegia, paraplegia, e altre condizioni che impediscono la deambulazione autonoma;
  • malattie neuromuscolari: Includono le patologie come la distrofia muscolare e altre malattie che comportano una progressiva perdita di massa e forza muscolare;
  • patologie genetiche rare: Come la sindrome di Rett o la sindrome di Prader-Willi;
  • cecità assoluta: La completa mancanza della funzionalità visiva, che richiede una continua assistenza per le attività quotidiane:
  • epilessia grave: Crisi epilettiche frequenti e non controllabili che compromettono la sicurezza e l’autonomia del paziente;
  • psicosi gravi: Condizioni come la schizofrenia con episodi acuti o cronici che impediscono la gestione autonoma delle pratiche quotidiane;
  • patologie del sistema endocrino: Grave insufficienza surrenalica (ad es. morbo di Addison), diabete mellito di Tipo 1 con gravi complicanze;
  • traumi cranici severi: Con esiti permanenti che limitano significativamente l’autonomia del soggetto.

Quando non viene riconosciuta

Ci sono diverse situazioni in cui l'indennità di accompagnamento non viene riconosciuta. Una delle principali condizioni di esclusione è il ricovero gratuito del richiedente in istituti a totale carico dello Stato o di altri enti pubblici per un periodo superiore a 29 giorni. In questo caso, l'erogazione dell'indennità è sospesa.

Un’altra importante condizione che comporta il mancato riconoscimento dell’indennità riguarda la mancanza di comprovata necessità di assistenza continua o l’incapacità di deambulare autonomamente senza l'aiuto di un accompagnatore. Se la commissione medica non rileva queste esigenze nella diagnosi, la domanda sarà respinta.

L'indennità di accompagnamento non è concessa anche a soggetti che percepiscono prestazioni analoghe per cause di guerra, lavoro o di servizio. In questi casi, il richiedente può optare per il trattamento più favorevole, ma non può cumulare le prestazioni.

Inoltre, la presenza di errori o mancanze nella documentazione presentata può portare al rigetto della domanda. È essenziale che la certificazione medica sia dettagliata e indichi chiaramente la patologia invalidante e la necessità di assistenza continua o di accompagnamento.

Anche i cambiamenti nelle condizioni di salute del beneficiario devono essere tempestivamente comunicati all’INPS. Se viene verificato un miglioramento dello stato di salute che rende il beneficiario in grado di deambulare autonomamente o di compiere gli atti quotidiani senza assistenza, l’indennità può essere revocata.

Infine, i richiedenti che non soddisfano i requisiti di residenza o di permesso di soggiorno stabiliti dalla legge non avranno diritto all’indennità. Per esempio, cittadini extracomunitari senza un permesso di soggiorno valido di almeno un anno o coloro che non risiedono stabilmente e abitualmente in Italia vedranno la loro domanda respinta.

Domanda indennità di accompagnamento all'INPS

Per presentare la domanda di indennità di accompagnamento all'INPS, è necessario seguire una procedura ben precisa. Prima di tutto, il richiedente deve ottenere un certificato medico introduttivo dal proprio medico curante, che attesti la patologia invalidante. Successivamente, la domanda deve essere inviata in modalità telematica sul sito dell'Istituto. Il richiedente viene poi convocato per un accertamento sanitario presso una commissione medica dell'ASL, che valuta i requisiti e rilascia un verbale da inviare all'INPS per la convalida e l'eventuale erogazione dell'indennità.

Come fare la domanda? Procedura e passaggi

La procedura per fare domanda per l'indennità di accompagnamento è articolata in più passaggi, ciascuno dei quali deve essere seguito con attenzione per garantire il successo della richiesta. Di seguito i passaggi dettagliati:

1. Ottenere il certificato medico introduttivo

Il primo passo è richiedere al proprio medico curante il rilascio di un certificato medico introduttivo che deve attestare la patologia invalidante e includere informazioni dettagliate sulla diagnosi e sulla condizione fisica o psichica del richiedente. Il certificato è fondamentale per iniziare il processo e deve essere trasmesso telematicamente all'INPS dal medico.

2. Presentare la domanda telematica all’INPS

Una volta ottenuto il certificato, il richiedente deve presentare la domanda telematica all'INPS, inserendo le proprie credenziali (SPID, CIE o CNS), accompagnata dal certificato medico introduttivo inviato precedentemente. È essenziale rispettare il termine di 90 giorni dall'invio del certificato medico per presentare la domanda.

3. Accertamento sanitario

Dopo la presentazione della domanda, il richiedente riceve la convocazione per l'accertamento sanitario, che viene effettuato da una commissione medica dell'ASL, responsabile della valutazione del grado di invalidità e della necessità di assistenza continua o di accompagnamento. Durante la visita, il richiedente deve fornire tutta la documentazione medica disponibile a supporto della richiesta.

4. Rilascio del verbale

La commissione medica redige un verbale al termine della visita che contiene il giudizio finale sulla condizione di invalidità del richiedente. Il verbale viene poi trasmesso all'INPS per ulteriori verifiche. L'Istituto di Previdenza può richiedere visite mediche aggiuntive se emergono dubbi sulla diagnosi o se la documentazione fornita è ritenuta insufficiente.

5. Verifica da parte dell’INPS e convalida del verbale

Una volta ricevuto il verbale dalla commissione medica, l'INPS esamina il documento e valuta se tutti i requisiti sono stati soddisfatti. Se necessario, può richiedere ulteriori informazioni o visite mediche per confermare la diagnosi. In caso di esito positivo, procede con la convalida del verbale e avvia la procedura di erogazione dell'indennità.

6. Inserimento dei dati socio-economici

Se la risposta dell'INPS è positiva, il richiedente deve inserire una serie di dati socio-economici nel portale online dell'istituto. Questi dati includono informazioni su eventuali ricoveri, sull'attività lavorativa svolta e sulle modalità di pagamento preferite. È anche possibile indicare se si desidera delegare la riscossione dell'indennità a un terzo o a un'associazione.

7. Erogazione dell'indennità

Una volta completata questa procedura, l'INPS inizia a erogare l'indennità di accompagnamento. L'importo dell'indennità, per il 2024, è di 531,76 euro per 12 mensilità e per un importo totale annuo di 6.381,12 euro. L'erogazione avviene tramite bonifico bancario o postale sul conto indicato dal beneficiario.

8. Comunicazione tempestiva delle variazioni

È fondamentale che il beneficiario comunichi tempestivamente all'INPS qualsiasi variazione delle proprie condizioni sanitarie o di residenza. Ad esempio, se il richiedente viene ricoverato in una struttura sanitaria a totale carico dello Stato per un periodo superiore a 29 giorni, deve informare l'Istituto per sospendere l'erogazione dell'indennità. Inoltre, se c'è un miglioramento della condizione di salute che incide sulla capacità di deambulare o sull'autonomia, deve essere comunicato per una nuova valutazione da parte della commissione medica.

9. Ricorso in caso di esito negativo

Nel caso in cui la domanda venga respinta, il richiedente ha la possibilità di presentare ricorso. La procedura prevede un accertamento tecnico preventivo da parte di un consulente tecnico nominato dal giudice. Se il giudizio del consulente è positivo, il ricorrente può proseguire con il ricorso legale. In assenza di contestazione, il giudice omologa l'accertamento e l'INPS deve adeguarsi al giudizio espresso.

Domanda online su Internet, le istruzioni

Per presentare la domanda di indennità di accompagnamento online, è necessario seguire una serie di istruzioni precise. Ecco i passaggi dettagliati:

1. Accesso al portale INPS

Accedere al portale INPS tramite il sito ufficiale utilizzando le proprie credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIEo CNS. Se non si è in possesso di queste credenziali, è necessario richiederle attraverso le apposite procedure indicate sul sito.

2. Certificato medico introduttivo

Prima di procedere con la domanda, è obbligatorio che il medico curante abbia inviato telematicamente all'INPS il certificato medico introduttivo, che attesta la patologia invalidante del richiedente. Il richiedente riceverà un numero identificativo del certificato, che dovrà essere utilizzato durante la presentazione della domanda.

3. Navigare nel portale

Dopo aver effettuato l'accesso, selezionare dal menu "Tutti i servizi" e cercare la sezione "Invalidità civile – Invio domanda di riconoscimento dei requisiti sanitari". Cliccare su questa opzione per iniziare il processo di invio della domanda.

4. Compilazione della domanda

Compilare tutti i campi richiesti nel modulo di domanda, prestando particolare attenzione ai dati anagrafici e al numero identificativo del certificato medico introduttivo. È importante verificare che tutte le informazioni inserite siano corrette e complete.

5. Allegati

Allegare eventuali documenti richiesti, come la copia del certificato medico, la documentazione sanitaria aggiuntiva e qualsiasi altra informazione rilevante che possa supportare la richiesta.

6. Invio della domanda

Dopo aver completato tutti i campi e allegato i necessari documenti, procedere con l'invio telematico della domanda. Il sistema confermerà la ricezione e rilascerà una ricevuta con un numero di protocollo, che il richiedente deve conservare per consultazioni future.

7. Consultazione dello stato della domanda

Utilizzando il numero di protocollo, il richiedente può consultare lo stato della domanda accedendo alla sezione "Cassetta postale online" del portale INPS. Qui si potrà verificare l'avanzamento del processo e ricevere eventuali comunicazioni dall'INPS.

Documenti necessari da presentare

Per presentare la domanda di indennità di accompagnamento, è essenziale disporre di una serie di documenti specifici, che sono:

  • certificato medico introduttivo, rilasciato dal medico curante, che deve attestare la patologia invalidante e deve essere inviato telematicamente all'INPS dal medico. Il richiedente deve ricevere un numero identificativo del certificato, che sarà necessario per la domanda; 
  • una copia del documento di identità in corso di validità del richiedente, che può essere una carta d'identità, un passaporto o un altro documento riconosciuto;
  • una copia del codice fiscale del richiedente, fondamentale per l'identificazione e la verifica della domanda.
  • tutte le altre documentazioni sanitarie che possano supportare la richiesta;
  • permesso di soggiorno valido di almeno un anno per gli extracomunitari;
  • una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che attesti la veridicità dei documenti presentati e delle informazioni fornite nella domanda.

Precisiamo che se la domanda è presentata da un delegato, è necessario includere una delega firmata dal richiedente e una copia del documento di identità del delegato.

Ruolo degli enti e associazioni

Il ruolo degli enti e delle associazioni è cruciale nell'assistenza ai richiedenti dell'indennità di accompagnamento. Questi organismi forniscono supporto sia nella fase di presentazione della domanda che nella gestione delle pratiche amministrative e burocratiche.

Patronati

I patronati, come INAS, INCA, ACLI, e CISL, offrono servizi di consulenza gratuita ai cittadini. Aiutano nella compilazione della domanda, nel raccogliere la documentazione necessaria e nell'invio telematico della richiesta all'INPS. I patronati dispongono di esperti che assistono i richiedenti passo dopo passo, minimizzando i rischi di errori procedurali che potrebbero portare al rigetto della domanda.

Associazioni di categoria

Associazioni come ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), ENS (Ente Nazionale Sordi), UIC (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) svolgono un ruolo fondamentale. Queste associazioni non solo offrono supporto nella presentazione della domanda, ma forniscono anche servizi di orientamento, consulenza legale e assistenza sanitaria.

Enti locali e uffici comunali

Gli uffici dei servizi sociali comunali sono spesso il primo punto di contatto per i cittadini che necessitano di informazioni sull'indennità di accompagnamento. Questi uffici possono indirizzare i richiedenti verso i patronati o le associazioni appropriate e aiutare nella raccolta della documentazione necessaria.

Servizi di assistenza sanitaria

Le ASL (Aziende Sanitarie Locali) e le strutture sanitarie collaborano nella fase di accertamento sanitario, fornendo il contributo medico necessario per il rilascio del certificato introduttivo e per le visite di accertamento dell'invalidità.

Supporto legale e consulenza

Alcune associazioni forniscono anche servizi di consulenza legale per i richiedenti che desiderano presentare ricorso contro una decisione negativa dell'INPS. Gli avvocati specializzati in diritto previdenziale e assistenziale possono offrire consulenza e rappresentanza legale, aumentando le probabilità di successo del ricorso.

Cosa fare se la domanda di indennità di accompagnamento viene rifiutata?

Se la domanda di indennità di accompagnamento viene rifiutata, ci sono diversi passaggi che si possono seguire per contestare la decisione dell'INPS. Il primo passo è ottenere tutte le informazioni necessarie relative al motivo del rifiuto. Questo è solitamente indicato nel verbale notificato dall'INPS.

Accertamento tecnico preventivo

Prima di presentare un ricorso giudiziario, è obbligatorio sottoporsi a un accertamento tecnico preventivo. Questo consiste in una valutazione da parte di un consulente tecnico nominato dal giudice, che avviene alla presenza di un medico legale dell'INPS. La richiesta per l'accertamento va presentata al tribunale di competenza, quello del luogo di residenza del richiedente. La relazione tecnica redatta dal consulente rappresenta la base per il proseguimento del procedimento.

Presentazione del ricorso

Se, dopo l’accertamento tecnico preventivo, la decisione dell'INPS viene confermata e si desidera comunque contestare la decisione, il passo successivo è presentare un ricorso giudiziario. Il ricorso deve essere depositato presso il tribunale, specificando i motivi della contestazione basati sugli esiti dell’accertamento tecnico preventivo. È consigliabile farsi assistere da un avvocato specializzato in diritto previdenziale.

Documentazione supplementare

Durante la fase del ricorso, è utile presentare ulteriore documentazione che possa supportare la richiesta. Questo include nuovi referti medici, esami diagnostici recenti o dichiarazioni da parte di specialisti che confermano la gravità della patologia e la necessità di un accompagnatore.

Consulenza legale

Molte associazioni di categoria, come ANMIC, ENS, UIC e ANFFAS, offrono servizi di consulenza legale e possono assistere i richiedenti nella presentazione del ricorso. Gli avvocati specializzati possono aiutare a redigere il ricorso, raccogliere la documentazione necessaria e rappresentare il richiedente in tribunale.

Tempi e responsi

Dopo aver presentato il ricorso, il tribunale fissa le udienze per valutare le prove e ascoltare le testimonianze. Alla fine del procedimento, il giudice emetterà una sentenza che può confermare o ribaltare la decisione dell'INPS. In caso di sentenza favorevole, l'INPS sarà obbligata a riconoscere l’indennità di accompagnamento al richiedente.

Si paga per fare domanda e quanto?

La presentazione della domanda per l'indennità di accompagnamento non prevede costi diretti per il richiedente. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti indiretti e potenziali spese da considerare nel processo.

Certificato medico introduttivo

Il certificato medico introduttivo, necessario per avviare la procedura, è generalmente rilasciato dal medico curante del richiedente. Se il medico di base rilascia tale certificato, potrebbe non esserci alcun costo aggiuntivo. Tuttavia, se il richiedente si avvale di un medico privato, potrebbe esserci una parcella da pagare per la visita e il rilascio del certificato.

Patronati e associazioni di categoria

I servizi di assistenza forniti dai patronati sono gratuiti per il richiedente. E stesso discorso vale per le associazioni di categoria.

Eventuali accertamenti sanitari

Gli accertamenti sanitari effettuati presso le ASL sono coperti dal Servizio Sanitario Nazionale e non comportano costi aggiuntivi per il richiedente. Se, però, il richiedente effettua visite o esami specialistici presso strutture private per ottenere ulteriori documentazioni mediche, allora deve sostenere dei costi che sono completamente a suo carico.

Consulenza legale

Se la domanda iniziale viene rigettata e si decide di presentare ricorso, potrebbe essere necessaria una consulenza legale. Gli onorari degli avvocati variano, e il costo di un’azione legale può essere significativo. Alcune associazioni di categoria offrono supporto legale gratuito o a tariffe ridotte per i loro membri.

Delega a terzi

Se la domanda viene presentata da un familiare o da un tutore legale, potrebbe esserci un costo associato alla stesura della delega e alla raccolta della documentazione necessaria. Tuttavia, questi costi sono generalmente minimi.

In quanto tempo la domanda di indennità di accompagnamento viene accettata dall'INPS, liquidata e come fare a saperlo

Il tempo necessario per l'accettazione, la liquidazione e l'informazione sullo stato della domanda di indennità di accompagnamento dall'INPS può variare. Generalmente, l'intero processo richiede alcuni mesi e si articola in diverse fasi.

1. Invio della domanda

La prima fase prevede l'invio telematico della domanda all'INPS tramite il portale ufficiale, seguito dalla ricezione del certificato medico introduttivo.

2. Accertamento sanitario

Successivamente, il richiedente viene convocato per l'accertamento sanitario presso una commissione medica dell'ASL. Questa fase può richiedere diverse settimane, in base alla disponibilità delle commissioni mediche locali. Di norma, la visita sanitaria viene fissata entro 30 giorni dalla presentazione della domanda per i casi ordinari ed entro 15 giorni per patologie oncologiche.

3. Redazione del verbale

Dopo la visita, la commissione medica redige un verbale che viene trasmesso all'INPS. Questo processo può richiedere ulteriori 2-4 settimane.

4. Verifica INPS e convalida del verbale

Una volta ricevuto il verbale, l'INPS verifica la documentazione e può richiedere ulteriori accertamenti, se necessari. Questa fase può durare da qualche settimana a un mese. L'INPS comunicherà l'esito tramite lettera raccomandata o attraverso la casella postale online nel portale INPS.

5. Liquidazione dell'indennità

In caso di esito positivo, l'indennità di accompagnamento viene liquidata a partire dal primo giorno del mese successivo alla data di presentazione della domanda o dalla data indicata nel verbale. Il primo pagamento può includere gli arretrati accumulati durante il periodo di elaborazione della domanda.

6. Monitoraggio dello stato della domanda

I richiedenti possono monitorare lo stato della propria domanda accedendo al portale INPS con le loro credenziali. Nella sezione "Cassetta postale online" sono disponibili tutte le comunicazioni ufficiali relative alla domanda e allo stato della pratica. È inoltre possibile contattare il numero verde dell'INPS 803164 (gratuito da rete fissa) o 06164164 (a pagamento da rete mobile) per ottenere aggiornamenti.

Riassumendo, il tempo totale per l'accettazione e la liquidazione di una domanda di indennità di accompagnamento può variare da circa due a quattro mesi, a seconda della regione e della complessità del caso.

Come richiedere l'indennità di accompagnamento tramite Caf, Patronati, Commercialisti e altre associazioni e i costi della pratica mediamente

Per richiedere l'indennità di accompagnamento, ci si può rivolgere a Caf (Centri di Assistenza Fiscale), patronati, commercialisti e altre associazioni di categoria che forniscono assistenza gratuita, guidando il richiedente attraverso l'intero processo.

Patronati e Caf

I patronati, come INAS, INCA, ACLI e CISL, offrono un servizio gratuito di assistenza. Aiutano nella raccolta della documentazione necessaria, nella compilazione della domanda e nel suo invio telematico. Analogamente, i Caf possono fornire supporto nella gestione delle pratiche amministrative, sebbene il loro focus principale sia sulle questioni fiscali. Questi servizi sono generalmente finanziati dai contributi che i patronati ricevono per le pratiche svolte.

Associazioni di categoria

Le associazioni di categoria, come ANMIC, ENS, UIC e ANFFAS, offrono un supporto specialistico e, oltre ad aiutare nella compilazione e presentazione della domanda, prevedono servizi di consulenza legale e sanitaria, spesso gratuitamente o a costi simbolici per i loro membri. 

Commercialisti

Per la presentazione della domanda dell'indennità di accompagnamento, è possibile rivolgersi anche ai commercialisti. Tuttavia, mentre i patronati e le associazioni forniscono assistenza gratuita, i commercialisti potrebbero applicare una tariffa per i loro servizi, che varia e oscilla tra circa 50 e 150 euro, a seconda della complessità del caso e del tempo impiegato.

Durata e decorrenza indennità di acompagnamento

L'indennità di accompagnamento ha una durata continuativa e viene erogata per 12 mensilità all'anno, finché persiste la condizione di invalidità che ne ha dato diritto. La decorrenza dell'indennità inizia a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda o, in casi eccezionali, dalla data indicata nel verbale redatto dalla commissione medica. In caso di miglioramento delle condizioni di salute del beneficiario, è obbligatorio darne comunicazione all’INPS per una nuova valutazione. L'indennità può essere sospesa temporaneamente in caso di ricovero gratuito in strutture sanitarie per periodi superiori a 29 giorni.

L'indennità di accompagnamento può finire? Quando si esaurisce il diritto?

L'indennità di accompagnamento può finire quando non vengono più soddisfatti i requisiti che hanno dato diritto alla prestazione. Questo succede principalmente in due situazioni: miglioramento delle condizioni di salute del beneficiario e ricovero gratuito.

Miglioramento delle condizioni di salute

Se le condizioni di salute del beneficiario migliorano al punto da non richiedere più l'assistenza continua o non comportare più l'incapacità di deambulare autonomamente, è obbligatorio darne comunicazione all’INPS. L’Istituto procede con una nuova valutazione da parte della commissione medica, che potrebbe revocare l’indennità se rileva che i requisiti sanitari non sono più presenti.

Ricovero gratuito

Il diritto all’indennità viene sospeso in caso di ricovero gratuito in istituti di cura, a totale carico dello Stato o di enti pubblici, per periodi superiori a 29 giorni. Durante il ricovero, l’indennità non viene erogata, ma riprende una volta che il beneficiario esce dall’istituto, se persistono i requisiti sanitari.

L'indennità di accompagnamento può essere sospesa?

L'indennità di accompagnamento può essere sospesa in determinate circostanze, principalmente legate a cambiamenti delle condizioni sanitarie o amministrative del beneficiario. La sospensione è un'interruzione temporanea dell'erogazione dell'indennità fino a nuova verifica delle condizioni che ne determinano il diritto.

Ricovero gratuito in strutture sanitarie

Una delle principali cause di sospensione è il ricovero gratuito del beneficiario per un periodo superiore a 29 giorni. Durante il ricovero in istituti a totale carico dello Stato o di altri enti pubblici, l'erogazione dell'indennità viene sospesa. È importante notificare tempestivamente l'inizio del ricovero all'INPS per evitare indebite percezioni. La sospensione termina al momento della dimissione, previa comunicazione all'INPS e se sussistono ancora i requisiti necessari.

Verifiche periodiche delle condizioni sanitarie

L'INPS può richiedere verifiche periodiche delle condizioni sanitarie del beneficiario per accertare che i criteri per l'erogazione dell'indennità siano ancora soddisfatti. Queste verifiche possono includere convocazioni per visite mediche o richieste di documentazione sanitaria aggiornata e, se il beneficiario non si presenta alle visite o non fornisce la documentazione richiesta entro i termini stabiliti, l'indennità può essere sospesa. La sospensione resta in vigore fino a quando il beneficiario non ottempera alle richieste dell'Istituto di Previdenza.

Mancata comunicazione delle variazioni

La mancata comunicazione di variazioni che possono influenzare il diritto all'indennità, come cambiamenti di residenza o miglioramento delle condizioni di salute, può portare alla sospensione dell'indennità. È, infatti, obbligatorio per il beneficiario o per i suoi tutori legali informare tempestivamente l'INPS di tali cambiamenti.

Verifica delle condizioni esterne

L'indennità può essere sospesa anche in caso di scoperta di situazioni esterne che contraddicono i requisiti dichiarati, come il beneficiario che percepisce un'altra indennità incompatibile. In tali casi, è prevista una verifica approfondita delle condizioni dichiarate e, se necessario, l'indennità sarà revocata definitivamente.

L'indennità di accompagnamento può essere revocata?

L'indennità di accompagnamento può essere revocata in diverse circostanze, in particolare quando non sussistono più i requisiti che ne hanno determinato l'erogazione. La revoca è una cessazione definitiva della prestazione e può avvenire per vari motivi.

Miglioramento delle condizioni di salute

Una delle principali ragioni per la revoca dell'indennità è il miglioramento delle condizioni di salute del beneficiario. Se, a seguito di nuove valutazioni mediche, si riscontra che il beneficiario non necessita più di assistenza continua o è in grado di deambulare autonomamente, l'INPS può revocare l'indennità. 

Ricovero in strutture assistenziali

Un'altra circostanza che può portare alla revoca dell'indennità è il ricovero permanente del beneficiario in strutture assistenziali a carico dello Stato o di enti pubblici. Se il beneficiario viene ricoverato in maniera continuativa senza la prospettiva di dimissioni a breve termine, l'indennità di accompagnamento può essere revocata.

Mancata presentazione alle visite di revisione

Periodicamente, l'INPS può richiedere al beneficiario di sottoporsi a visite di revisione per confermare il persistere delle condizioni che giustificano l'indennità. Se il beneficiario non si presenta alle visite programmate senza giustificato motivo, l'INPS può procedere con la revoca dell'indennità, presupponendo la mancanza dei requisiti necessari.

Incompatibilità con altre indennità

La percezione di altre prestazioni incompatibili con l'indennità di accompagnamento può portare alla revoca. In particolare, se il beneficiario riceve indennità per invalidità contratte per cause di guerra, di lavoro o di servizio e non ha esercitato la facoltà di opzione per il trattamento più favorevole, potrà essere revocata l'indennità di accompagnamento.

Falsificazione delle dichiarazioni

Qualora si scopra che la concessione dell'indennità è basata su dichiarazioni false o su documentazione medica contraffatta, l'INPS procede immediatamente con la revoca della prestazione e può intraprendere azioni legali nei confronti del beneficiario per recuperare le somme indebitamente percepite.

Compatibilità e incompatibilità con altre prestazioni, cumulabilità e limiti

L'indennità di accompagnamento è compatibile con l'attività lavorativa, sia dipendente che autonoma, e con la pensione di inabilità civile. Può essere cumulata con l'indennità di comunicazione e l'indennità per ciechi assoluti, purché concesse per distinte minorazioni. Tuttavia, è incompatibile con analoghe prestazioni erogate per invalidità derivanti da cause di guerra, lavoro o servizio.

In tali casi, il beneficiario deve optare per il trattamento più favorevole. Inoltre, l'indennità è sospesa durante il ricovero gratuito in strutture sanitarie per periodi superiori a 29 giorni. Resta comunque essenziale che i beneficiari mantengano l'INPS informata su eventuali variazioni delle proprie condizioni che potrebbero influenzare la compatibilità delle prestazioni ricevute.

Cumulabilità con altri sostegni e redditi

L'indennità di accompagnamento è pensata per garantire un sostegno economico ai soggetti con invalidità totale, e ha una serie di caratteristiche di cumulabilità con altri sostegni e redditi. Questa indennità è compatibile con lo svolgimento di attività lavorative, sia dipendenti che autonome, senza alcuna limitazione sul reddito prodotto dall'attività lavorativa. Questo significa che i beneficiari possono continuare a lavorare e percepire reddito, mantenendo comunque il diritto all'indennità.

L’indennità di accompagnamento è cumulabile con la pensione di invalidità civile e con la pensione di inabilità, purché siano soddisfatti i requisiti specifici per ciascuna prestazione. Ad esempio, un beneficiario può ricevere sia l'indennità di accompagnamento che la pensione di invalidità civile se riconosciuto totalmente invalido, a condizione che il reddito complessivo non superi determinati limiti stabiliti annualmente dall'INPS.

Per quanto riguarda le prestazioni erogate per invalidità derivanti da cause di lavoro, guerra o servizio, l’indennità di accompagnamento non è cumulabile. In questi casi, il beneficiario deve esercitare il diritto di opzione e scegliere il trattamento più favorevole.

Infine, l'indennità di accompagnamento è cumulabile con pensioni dirette o indirette e con altre indennità come l'indennità di comunicazione e l'indennità di accompagnamento per ciechi assoluti, purché concesse per distinte minorazioni. Questa disposizione è particolarmente utile per i soggetti pluriminorati, che possono avere diritto a più forme di assistenza garantite.

Ci sono limiti di reddito?

L'indennità di accompagnamento è una prestazione economica erogata indipendentemente dal reddito del beneficiario. A differenza di altre prestazioni assistenziali, non ci sono limiti di reddito per richiedere e ottenere l'indennità di accompagnamento. Questo significa che chiunque soddisfi i requisiti sanitari, come l'invalidità civile totale e la necessità di assistenza continua, può beneficiare dell'indennità a prescindere dalla propria situazione economica.

È importante notare che, sebbene il reddito non influisca sull'ottenimento dell'indennità di accompagnamento, il beneficiario è comunque tenuto a dichiarare correttamente tutte le entrate nel proprio modello ISEE, soprattutto se percepisce altre prestazioni assistenziali o di sostegno al reddito. Questo è necessario per calcolare correttamente l'ammontare di tali prestazioni, che invece dipendono dalle condizioni economiche dell'individuo o del nucleo familiare.

Prestazioni compatibili

L'indennità di accompagnamento è compatibile con un'ampia gamma di prestazioni e benefici sia sociali che previdenziali. Questa caratteristica permette ai beneficiari di accedere contemporaneamente a diverse forme di sostegno economico, migliorando significativamente il loro benessere e quello dei loro caregiver.

Indennità di comunicazione

È compatibile con l'indennità di comunicazione, destinata ai sordi e ai ciechi totali o parziali. Questo tipo di cumulabilità è particolarmente importante per i soggetti pluriminorati, che possono presentare diverse forme di disabilità e quindi necessitare di vari tipi di sostegno.

Pensione di inabilità

Analogamente, è cumulabile con la pensione di inabilità civile, una prestazione economica che viene riconosciuta agli invalidi civili totali con un’invalidità del 100%. Questo permette ai beneficiari di ricevere entrambi i sostegni, garantendo una copertura finanziaria più ampia.

Indennità per ciechi assoluti

Oltre all'indennità di comunicazione, l'indennità di accompagnamento è comunque cumulabile con l'indennità per ciechi assoluti, a condizione che siano concesse per differenti minorazioni. Questo principio garantisce che tutte le aree di disabilità siano considerate e supportate adeguatamente.

Indennità di frequenza

L'indennità di accompagnamento può essere compatibile con l'indennità di frequenza in specifici casi, come per i minori che frequentano regolarmente istituti scolastici o centri di riabilitazione. Anche qui, è fondamentale che le condizioni di cumulabilità siano chiaramente definite per evitare problematiche di compatibilità.

Pensioni dirette o indirette

L'indennità è cumulabile con le pensioni dirette o indirette erogate dagli enti previdenziali. Questo significa che se un beneficiario percepisce una pensione di vecchiaia o una pensione di reversibilità, può comunque ricevere l'indennità di accompagnamento senza che una prestazione annulli l'altra.

Prestazioni incompatibili

L'indennità di accompagnamento è incompatibile con alcune prestazioni specifiche. Ecco le principali categorie di incompatibilità:

1. Prestazioni per invalidità da cause di guerra, lavoro o servizio

L'indennità di accompagnamento non può essere cumulata con altre prestazioni erogate per invalidità causate da guerra, infortuni sul lavoro o servizio. In questi casi, il beneficiario deve scegliere il trattamento più favorevole tra quelli a cui ha diritto, esercitando il cosiddetto diritto di opzione.

2. Indennità di frequenza

Per i minori, l'indennità di accompagnamento è incompatibile con l'indennità di frequenza, che è concessa per la partecipazione a corsi scolastici o centri di riabilitazione. È necessario optare per una delle due prestazioni a seconda delle necessità del minore e del beneficio economico più elevato.

3. Indennità di assistenza e di accompagnamento per altre cause

Non è compatibile con altre forme di indennità di accompagnamento o di assistenza continua previste per specifiche condizioni di infermità. Ad esempio, un pensionato di inabilità può ricevere una specifica indennità di assistenza personale e continuativa (prevista dall'art. 5 della Legge 222/1984), ma non può cumulare questa con l'indennità di accompagnamento per invalidi civili.

4. Pensione per ciechi civili assoluti

La pensione per ciechi civili assoluti non può essere cumulata con l'indennità di accompagnamento per cieco civile, se sono concesse per la stessa condizione. Tuttavia, se i motivi delle due indennità sono distinti (esistono condizioni diverse che giustificano ciascuna delle prestazioni), allora è possibile riceverle entrambe.

5. Ricovero gratuito in strutture sanitarie

L'indennità è sospesa durante il ricovero gratuito in istituti di cura a totale carico dello Stato o di altri enti pubblici per periodi superiori a 29 giorni consecutivi. In tali casi, il diritto all’indennità è temporaneamente sospeso ma può essere ripristinato al momento della dimissione, qualora ricorrano ancora i presupposti medici.

6. Prestazioni per invalidità temporanee

Le indennità erogate per invalidità temporanee, come l'assegno di malattia, sono incompatibili con l'indennità di accompagnamento. Una volta terminato il periodo di invalidità temporanea e se si verificano le condizioni per l'invalidità permanente, è possibile fare domanda per l'indennità di accompagnamento.

Si può lavorare mentre si prende l'indennità di accompagnamento?

Sì, è possibile lavorare mentre si percepisce l'indennità di accompagnamento. Ciò significa che chi riceve l'indennità può continuare a svolgere un'attività lavorativa, sia essa dipendente o autonoma, senza perderne il diritto.

Questa disposizione è particolarmente importante perché riconosce che molte persone con disabilità totale possano ancora svolgere un lavoro e contribuire economicamente alla società, fintanto che la loro condizione di salute lo permette. L’indennità di accompagnamento serve, infatti, a compensare le difficoltà legate all’autosufficienza e non la capacità lavorativa.

Inoltre, le modalità di impiego del beneficiario devono essere compatibili con le sue condizioni di salute e con la necessità di assistenza continua. Le attività lavorative svolte non devono compromettere la sicurezza e il benessere del beneficiario e devono essere in linea con le indicazioni mediche.

Infine, è sempre raccomandabile mantenere l'INPS informata su eventuali cambiamenti nella situazione lavorativa del beneficiario, per garantire la trasparenza e la correttezza delle informazioni fornite. Questo è particolarmente rilevante nel caso di revisioni periodiche delle condizioni di salute richieste dallo stesso Istituto.

Pagamento indennità di accompagnamento

Il pagamento dell'indennità di accompagnamento avviene mensilmente per 12 mensilità all'anno. L'importo per il 2024 è di 531,76 euro al mese. L'erogazione avviene tramite bonifico bancario o postale sul conto corrente indicato dal beneficiario nella domanda. In alcuni casi, è possibile delegare la riscossione a un tutore legale o a un'associazione di categoria. È importante che il beneficiario comunichi tempestivamente all'INPS eventuali variazioni delle modalità di pagamento per evitare ritardi e assicurare la corretta erogazione della somma.

Come possono avvenire i pagamenti, tutte le forme e i modi consentiti

I pagamenti dell'indennità di accompagnamento possono avvenire in diverse modalità, per assicurare un'erogazione corretta e tempestiva.

Bonifico bancario o postale

La modalità più comune è il bonifico bancario o postale. Durante la presentazione della domanda, il richiedente deve indicare le coordinate del conto corrente (IBAN) su cui desidera ricevere l'indennità. Questa modalità è sicura e consente un rapido trasferimento dei fondi. I pagamenti vengono effettuati mensilmente.

Libretto postale

Per chi non possiede un conto corrente bancario, è possibile indicare un libretto postale per ricevere i pagamenti. Anche in questo caso, l’accredito avviene mensilmente e garantisce sicurezza e facilità di accesso ai fondi.

Bollettino postale

Come alternativa meno comune, ma comunque praticabile, ci sono i pagamenti tramite bollettino postale. Questa modalità prevede che il beneficiario riceva un avviso di pagamento e possa ritirare la somma in contante presso un qualsiasi ufficio postale. Tuttavia, tale soluzione potrebbe essere meno comoda rispetto alle altre modalità a causa della necessità di recarsi fisicamente presso un ufficio postale.

Cambio delle modalità di pagamento

È possibile modificare le modalità di pagamento in qualsiasi momento, comunicando le nuove coordinate o la nuova modalità prescelta all’INPS. Questo deve essere fatto tempestivamente per evitare ritardi nell'erogazione delle somme dovute.

Ogni quanto viene pagata?

L'indennità di accompagnamento viene pagata con una cadenza mensile

Calendario dei pagamenti

Generalmente, il pagamento avviene entro i primi giorni del mese successivo a quello di competenza. Ad esempio, l'indennità relativa al mese di gennaio viene pagata nei primi giorni di febbraio. L'INPS segue un calendario preciso per l'accredito delle somme, che può essere consultato sul sito ufficiale per maggiori dettagli e aggiornamenti sulle date esatte.

Modalità di ricezione del pagamento

Il pagamento mensile viene erogato direttamente sul conto corrente bancario o postale indicato dal beneficiario al momento della domanda. È possibile scegliere tra bonifico bancario, accredito sul libretto postale o altre modalità concordate con l’INPS, come la delega a un tutore legale.

Aggiornamenti e notifiche

I beneficiari possono monitorare l'andamento dei pagamenti accedendo alla propria area riservata sul portale INPS. Nella sezione "Cassetta postale online" saranno disponibili tutte le informazioni relative ai pagamenti effettuati e alle eventuali comunicazioni da parte dell'INPS.

Arretrati

Se la domanda di indennità di accompagnamento viene approvata dopo il primo mese di presentazione, il primo pagamento può includere gli arretrati. Gli arretrati coprono il periodo dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda fino al momento dell'approvazione. Questo assicura che i beneficiari ricevano integralmente l'importo dovuto senza perderne una parte a causa di ritardi nell'elaborazione della domanda.

L'indennità di accompagnamento è netta o lorda?

L'indennità di accompagnamento è una prestazione economica erogata dall'INPS ai soggetti che ne hanno diritto, ed è stabilita come un importo netto. Questo significa che l'importo indicato e pagato al beneficiario non è soggetto a tassazione IRPEF.

Essendo esente da imposte, l’intero importo dell’indennità di accompagnamento, per l’anno 2024 pari a 531,76 euro mensili, viene corrisposto integralmente al beneficiario senza alcuna detrazione. Questo la distingue da altre prestazioni previdenziali o assistenziali che possono essere soggette alla trattenuta fiscale.

Poiché l'indennità di accompagnamento non è considerata reddito imponibile, non deve essere inclusa nella dichiarazione dei redditi. Questo semplifica la gestione fiscale per i beneficiari e assicura che l'importo non incida sui calcoli dell'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) utilizzato per accedere ad altre prestazioni sociali e assistenziali.

L'importo rimane fisso o può cambiare? E per quale motivo?

L'importo dell'indennità di accompagnamento non è fisso nel tempo, ma può cambiare per vari motivi, principalmente legati agli adeguamenti annuali determinati dallo Stato e alle condizioni del beneficiario.

Adeguamenti annuali

Ogni anno, l'importo dell'indennità di accompagnamento può essere soggetto a revisione in base alla legge finanziaria e agli adeguamenti ISTAT per il costo della vita. Questo adeguamento serve a mantenere il potere d'acquisto dell'indennità in linea con l'inflazione. Pertanto, l'importo può variare di anno in anno per riflettere questi cambiamenti economici. L'importo per l'anno 2024, ad esempio, è di 531,76 euro mensili, ma potrebbe essere modificato negli anni successivi.

Condizioni del beneficiario

Un altro motivo che può influenzare l'importo dell'indennità è legato a eventuali modifiche delle condizioni di salute del beneficiario. Se la situazione clinica del beneficiario cambia e viene riconosciuta una minore necessità di assistenza o di accompagnamento, l'INPS potrebbe rivedere l'importo o sospendere l'indennità. È importante che il beneficiario comunichi tempestivamente qualsiasi variazione delle proprie condizioni di salute per permettere una corretta valutazione.

Revisione medica periodica

I beneficiari dell'indennità di accompagnamento possono essere sottoposti a visite mediche periodiche per verificare la persistenza dei requisiti che giustificano l'erogazione dell'indennità. Durante queste revisioni, i medici esaminatori valutano la situazione sanitaria attuale e decidono se continuare a erogare l'indennità con lo stesso importo, modificarlo o sospenderlo.

Tempi liquidazione indennità accompagnamento

I tempi di liquidazione dell'indennità di accompagnamento possono variare in base a diversi fattori, tra cui la tempestività nella presentazione della documentazione necessaria e l’efficacia delle operazioni di verifica da parte dell'INPS. La procedura di liquidazione si suddivide in diverse fasi, ciascuna delle quali richiede tempi specifici.

1. Presentazione della domanda e certificato medico

La prima fase consiste nella presentazione della domanda telematica e nell'invio del certificato medico introduttivo da parte del medico curante. Questo processo in genere richiede pochi giorni se il richiedente dispone già della documentazione medica necessaria.

2. Accertamento sanitario

Dopo la presentazione della domanda, il richiedente viene convocato per l’accertamento sanitario presso la commissione medica dell’ASL. I tempi per ottenere un appuntamento possono variare, ma di solito rientrano entro 30-60 giorni. Per i casi oncologici, la visita è fissata entro 15 giorni dalla domanda.

3. Redazione e trasmissione del verbale

Una volta effettuata la visita medica, la commissione redige un verbale con l'esito dell'accertamento sanitario. Questo verbale viene poi trasmesso all'INPS per ulteriori verifiche. Questa fase può richiedere circa 2-4 settimane.

4. Verifica da parte dell'INPS

L'INPS esamina il verbale e può richiedere ulteriori accertamenti se emergono dubbi. Questa verifica può durare da qualche settimana a un mese. Se tutti i requisiti sono soddisfatti, l'INPS convalida il verbale.

5. Erogazione dell’indennità

Una volta convalidato il verbale, l’INPS procede con la liquidazione dell’indennità. I beneficiari iniziano a ricevere i pagamenti mensili, solitamente a partire dal primo giorno del mese successivo alla data di presentazione della domanda o dalla data indicata nel verbale.

Si pagano le tasse sull'indennità di accompagnamento? E si deve fare il 730 o dichiarazione dei redditi se si prende?

L'indennità di accompagnamento è una prestazione economica esente da tassazione. Questo significa che non si pagano le tasse sull'importo percepito e l'indennità non rientra nel reddito imponibile del beneficiario. Di conseguenza, non è necessario includere l'indennità di accompagnamento nella dichiarazione dei redditi, né nel modello 730 né nel modello Redditi PF.

Esenzione fiscale

L'indennità di accompagnamento è considerata una prestazione assistenziale finalizzata a coprire i costi dell'assistenza continua. Essendo esente da IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), il beneficiario non deve preoccuparsi di pagare tasse su questa somma. Questa esenzione è stabilita per garantire che l'intero importo possa essere utilizzato per i bisogni del beneficiario, senza decurtazioni fiscali.

Modello 730 e Modello Redditi PF

Poiché l'indennità di accompagnamento non è soggetta a tassazione, non deve essere riportata nelle sezioni relative ai redditi del Modello 730 o del Modello Redditi PF. Questo semplifica la procedura per la dichiarazione dei redditi, evitando di dover includere l’indennità tra le voci da dichiarare.

Monitoraggio degli importi

È sempre consigliabile che i beneficiari tengano sotto controllo gli estratti conto per verificare l'importo accreditato dall'INPS, assicurandosi che sia corretto. In caso di qualsiasi anomalia, è possibile contattare l'INPS per chiarimenti e risolvere eventuali problemi legati al pagamento.

L'accompagnatore nell'indennità di accompagnamento

Nell'ambito dell'indennità di accompagnamento, l'accompagnatore svolge un ruolo cruciale nel fornire assistenza continua al beneficiario. L'accompagnatore può essere un familiare, un tutore legale o una figura professionale designata per assistere la persona con disabilità nelle attività quotidiane e negli spostamenti. La scelta dell'accompagnatore è fondamentale per garantire che il beneficiario riceva il supporto necessario, contribuendo a migliorare la qualità della vita e la sicurezza. L'indennità è destinata a coprire le spese legate a questa assistenza continua. Va ricordato che l'accompagnatore deve rispettare specifici compiti e doveri per garantire un'adeguata assistenza.

Chi può essere nominato e fare l'accompagnatore? E chi è sempre escluso

L'accompagnatore nell'ambito dell'indennità di accompagnamento può essere una figura fondamentale per il beneficiario, e la scelta della persona giusta è cruciale. Ecco chi può essere nominato come accompagnatore e chi è sempre escluso.

Chi può essere nominato

Un accompagnatore può essere un familiare, come un genitore, un figlio, un coniuge o un altro parente stretto. La vicinanza familiare spesso garantisce una maggiore attenzione e cura nella gestione delle necessità quotidiane del beneficiario. In caso di minori, i genitori o tutori legali sono le figure più comunemente nominate.

Oltre ai familiari, un tutore legale può essere nominato come accompagnatore. Questo può avvenire soprattutto quando il beneficiario è stato dichiarato incapace di intendere e di volere e necessita di una figura legale che si occupi delle sue necessità amministrative e sanitarie.

In assenza di familiari o tutori legali, è possibile nominare un professionista, come un assistente domiciliare o una badante qualificata. Questi professionisti sono formati per fornire assistenza continua e specifica alle persone con disabilità e possono essere scelti attraverso agenzie specializzate.

Chi è sempre escluso

Ci sono anche alcune persone che sono sempre escluse dalla possibilità di essere nominate come accompagnatori. Ad esempio, chi ha precedenti penali per reati contro la persona o la pubblica amministrazione è ineleggibile. Questo è per garantire la sicurezza e l’integrità del beneficiario.

Altre categorie escluse comprendono coloro che hanno conflitti di interesse, come persone che potrebbero trarre vantaggio economico dalla condizione di invalidità del beneficiario senza fornire un'adeguata assistenza. Inoltre, persone con malattie contagiose o che non possano garantire una presenza continua e adeguata a causa delle loro condizioni di salute o impegni lavorativi non possono essere nominate accompagnatori.

Gli obblighi dell'accompagnatore e i relativi compiti e doveri

Gli obblighi dell'accompagnatore nell'ambito dell'indennità di accompagnamento sono fondamentali per garantire che il beneficiario riceva la cura e l'assistenza necessarie in modo continuo e adeguato. Ecco i principali compiti e doveri dell'accompagnatore:

  • l'accompagnatore deve garantire un'assistenza continua al beneficiario, aiutandolo nelle attività quotidiane come il mangiare, il vestirsi, l'igiene personale e il movimento;
  • l'accompagnatore ha il dovere di assicurare la sicurezza e il benessere del beneficiario. Questo include la gestione dei farmaci, la supervisione della dieta, la prevenzione degli incidenti domestici e la garanzia che il beneficiario sia sempre in un ambiente sicuro e confortevole. In caso di emergenze mediche, l'accompagnatore deve essere preparato ad agire tempestivamente;
  • l'accompagnatore deve fornire supporto emotivo e psicologico e deve creare un ambiente di sostegno e comprensione, che possa aiutare il beneficiario a sentirsi più sicuro e sereno. Questo aspetto del ruolo è particolarmente importante per i beneficiari con disabilità intellettive o problemi psicologici;
  • l'accompagnatore è responsabile del coordinamento con i servizi sanitari, inclusi medici, infermieri e terapisti. Deve organizzare e accompagnare il beneficiario alle visite mediche, seguire le indicazioni dei professionisti sanitari e assicurarsi che tutte le prescrizioni terapeutiche siano rispettate;
  • l'accompagnatore ha l'obbligo di comunicare tempestivamente all'INPS e agli organi competenti qualsiasi variazione significativa nelle condizioni del beneficiario, che potrebbe influenzare il diritto all'indennità di accompagnamento. Questo include cambiamenti nella salute, modifiche della residenza o situazioni che comportano una sospensione temporanea dell'assistenza.

Infine, è essenziale che l'accompagnatore rispetti la privacy e la dignità del beneficiario in ogni momento. Deve operare con discrezione, evitando qualsiasi comportamento invasivo o irrispettoso.

Come fare a cambiare un accompagnatore? La procedura e tempistiche

Il cambiamento dell'accompagnatore del beneficiario dell'indennità di accompagnamento può avvenire per vari motivi, compresi cambiamenti nelle esigenze del beneficiario o nelle circostanze dell'accompagnatore. La procedura per effettuare questo cambiamento deve essere seguita attentamente per garantire una transizione senza problemi e continuità nell'assistenza.

Comunicazione all'INPS

Il primo passo per cambiare l'accompagnatore è notificare l'INPS. Questo deve essere fatto tramite una comunicazione formale che indichi chiaramente il desiderio di cambiare l'accompagnatore attuale e le ragioni di tale decisione. La comunicazione deve includere i dati completi del nuovo accompagnatore proposto, compresi i dettagli di contatto e le informazioni rilevanti sul suo background.

Documentazione necessaria

Insieme alla comunicazione, è necessario fornire una serie di documenti che includono:

  • la copia del documento di identità del nuovo accompagnatore;
  • uno stato di famiglia aggiornato del beneficiario;
  • un certificato medico se il cambio è motivato da esigenze mediche;
  • eventuali deleghe firmate sia dal beneficiario che dal nuovo accompagnatore, se quest'ultimo deve ricevere i pagamenti per conto del beneficiario.

Tempi di elaborazione

L'INPS prenderà in carico la richiesta di cambio dell'accompagnatore e procederà con l'elaborazione entro un lasso di tempo ragionevole, generalmente entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione e della documentazione completa. È importante seguire periodicamente l'iter tramite il portale online dell'INPS, verificando lo stato di avanzamento della pratica.

Transizione e attivazione del nuovo accompagnatore

Una volta approvato il cambiamento, il vecchio accompagnatore cesserà ufficialmente i suoi compiti e il nuovo accompagnatore inizierà la sua attività. È fondamentale garantire che la transizione sia il più agevole possibile per il beneficiario, assicurando che non vi sia alcuna interruzione nell'assistenza fornita.

Seguendo questa procedura, il cambiamento dell'accompagnatore può essere gestito efficacemente, garantendo sempre il massimo benessere e la continuità dell'assistenza per il beneficiario dell'indennità di accompagnamento.

A chi rivolgersi e cosa fare per denunciare un accompagnatore non fa interessi del suo tutelato

Denunciare un accompagnatore che si approfitta della sua posizione senza fare gli interessi del beneficiario è un passo necessario per proteggere i diritti e il benessere del tutelato. Ecco a chi rivolgersi e cosa fare in questi casi.

1. Contatto con l'INPS

Il primo passo è segnalare il comportamento inappropriato dell'accompagnatore all'INPS. Questo può essere fatto attraverso il numero verde dedicato o accedendo all'area riservata sul sito ufficiale. La segnalazione all'Istituto di Previdenza permette all'ente di avviare un'indagine e prendere misure immediate per proteggere il beneficiario.

2. Servizi sociali e assistenti sociali

Rivolgersi ai servizi sociali del Comune di residenza è un altro passo fondamentale. Gli assistenti sociali possono intervenire rapidamente per valutare la situazione e fornire supporto. Possono anche prendere il provvedimento di rimuovere l'accompagnatore a rischio e nominare un sostituto temporaneo o permanente.

3. Autorità giudiziaria

In situazioni gravi, è necessario denunciare l'accompagnatore alle autorità giudiziarie. Si può presentare una denuncia presso una stazione di polizia o dei carabinieri, indicando dettagliatamente i comportamenti illeciti dell'accompagnatore. Un'altra opzione è rivolgersi direttamente alla procura della Repubblica presso il tribunale competente. Le autorità giudiziarie possono avviare un’inchiesta per verificare l’accaduto e prendere le opportune misure legali.

4. Avvocato

Un avvocato specializzato in diritto di famiglia o tutelare può assistere nella redazione delle denunce, rappresentare il beneficiario in tribunale e garantire che tutti i passaggi legali siano seguiti correttamente.

5. Associazioni di tutela dei diritti

Organizzazioni come l'ANMIC, il Codacons, e altre associazioni di tutela dei diritti possono offrire supporto e consulenza. Queste associazioni dispongono di esperti che possono fornire assistenza legale e amministrativa, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema.

6. Cambio dell'accompagnatore

Mentre si avvia l’iter legale, è importante procedere anche con la sostituzione dell’accompagnatore denunciato.

Cosa rischia un accompagnatore che non rispetta i suoi compiti e doveri? Quali sanzioni esistono?

Un accompagnatore che non rispetta i suoi compiti e doveri rischia di incorrere in conseguenze legali e sanzionatorie.Ecco cosa rischia un accompagnatore negligente e le possibili sanzioni:

  • il mancato rispetto delle responsabilità potrebbe comportare un richiamo formale da parte dell'INPS o degli assistenti sociali. In casi reiterati o gravi, l'accompagnatore può essere sospeso dalle sue funzioni. Questa misura è temporanea e mira a proteggere il beneficiario mentre si valuta la situazione;
  • se il comportamento inadeguato persiste, l’accompagnatore può essere definitivamente revocato dal suo incarico;
  • nei casi più gravi, se emergono maltrattamenti, abusi o frodi commessi dall'accompagnatore, sono previste penalità legali come la reclusione e multe;
  • per maltrattamenti fisici o psicologici, appropriazione indebita di fondi o risorse del beneficiario, e frodi nella gestione delle prestazioni economiche, si va incontro a procedimenti penali con severe conseguenze;
  • se il beneficiario o i suoi familiari ritengono che l'accompagnatore abbia agito in modo criminale, possono presentare una denuncia penale presso le autorità competenti, come la polizia o la procura della Repubblica; la denuncia porterà a un'indagine ufficiale e, se viene accertata la colpevolezza dell'accompagnatore, può essere perseguito e condannato;
  • nel caso di frode o appropriazione indebita, l'accompagnatore può essere obbligato a restituire tutte le somme percepite illegalmente, compresa l'indennità di accompagnamento e qualsiasi altro benefit sottratto al beneficiario.

Per quali motivi un accompagnatore può essere revocato e da chi

L'accompagnatore può essere revocato per diversi motivi, tutti legati al mancato rispetto degli obblighi e dei doveri nei confronti del beneficiario dell'indennità di accompagnamento. La revoca può essere decisa da varie autorità competenti a seconda della gravità delle violazioni.

I motivi della revoca possono essere:

1. Negligenza

Se l'accompagnatore dimostra una negligenza continua nelle sue funzioni, come mancata assistenza nell'adempimento delle attività quotidiane, o mancata somministrazione di farmaci, l'inadeguata cura dell'igiene personale del beneficiario o l'assenza costante dall'ambiente domestico senza una valida ragione, può essere revocato;

2. Maltrattamenti e abusi

Maltrattamenti fisici o psicologici, o qualsiasi forma di abuso nei confronti del beneficiario, che mettono a serio rischio la sua sicurezza e il suo benessere del beneficiario;

3. Conflitto di interessi

Se emerge che l'accompagnatore ha interessi personali che sono in conflitto con il ruolo di assistente, e questi interessi vanno a detrimento del beneficiario;

4. Mancata comunicazione di variazioni

L’accompagnatore ha l'obbligo di comunicare tempestivamente all'INPS e agli organi competenti qualsiasi variazione significativa nelle condizioni del beneficiario. La mancata comunicazione di cambiamenti come il miglioramento della salute del beneficiario, la modifica della residenza o altre situazioni rilevanti può portare alla revoca;

Chi può decidere la revoca

1. INPS

L'INPS ha l'autorità di decidere per la revoca dell'accompagnatore se riceve segnalazioni di comportamenti inappropriati o in seguito a verifiche e controlli amministrativi.

2. Servizi sociali

I servizi sociali locali possono, a seguito di indagini e valutazioni sul campo, decidere di revocare l'accompagnatore se ritengono che non stia adempiendo correttamente ai suoi doveri. 

3. Autorità giudiziarie

In caso di gravi violazioni della legge, come maltrattamenti o truffe, le autorità giudiziarie possono disporre la revoca dell'accompagnatore nell'ambito di un procedimento legale, stabilendo misure di protezione per il beneficiario.

Indennità di accompgnamento per minorenni. Come si ottiene, requisiti e importi e altre caratteristiche e regole particolari

L'indennità di accompagnamento per minorenni è una prestazione economica destinata ai minori con gravi disabilità che necessitano di assistenza continua per compiere gli atti quotidiani della vita. Questa misura di sostegno è fondamentale per alleviare il carico delle famiglie e garantire un adeguato livello di cura e assistenza per i giovani beneficiari.

Per ottenere l'indennità di accompagnamento, il minore deve soddisfare specifici requisiti sanitari e amministrativi:

  • deve essere stato riconosciuto come invalido civile totale con un'invalidità del 100%,
  • deve trovarsi nell'impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore, oppure non essere in grado di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza continua;
  • il minore deve essere cittadino italiano, cittadino UE residente in Italia, o cittadino extracomunitario con permesso di soggiorno di almeno un anno;
  • deve avere la residenza stabile e abituale in Italia.

La procedura per richiedere l'indennità di accompagnamento per minorenni segue passaggi precisi:

  • Certificato medico introduttivo: I genitori o tutori legali devono ottenere un certificato medico dal medico curante del minore, che attesti la patologia invalidante.
  • Presentazione della domanda: La domanda deve essere presentata telematicamente all'INPS, abbinando il certificato medico introduttivo. È essenziale rispettare il termine di 90 giorni dall'invio del certificato per inoltrare la domanda.
  • Accertamento sanitario: Il minore sarà convocato per una visita presso una commissione medica dell'ASL, che valuterà il grado di invalidità e la necessità di assistenza continua.
  • Verifica INPS e convalida del verbale: Il verbale redatto dalla commissione deve essere convalidato dall'INPS, che procederà con la liquidazione dell'indennità se tutti i requisiti sono soddisfatti.

L'indennità di accompagnamento per minorenni è pari a quella per gli adulti, per cui nel 2024, è di 531,76 euro mensili. Questa somma viene erogata per 12 mensilità all'anno e l'importo è esente da IRPEF, quindi non soggetto a tassazione.

Precisiamo che, una volta ottenuta l'indennità, i genitori o tutori legali devono segnalare tempestivamente all'INPS qualsiasi variazione delle condizioni sanitarie o di residenza del minore per evitare la sospensione della prestazione.

Casistica e esempi pratici riguardo l'approvazione o la bocciatura della richiesta dell'indennità di accompagnamento all'INPS

Per comprendere meglio come funziona l'indennità di accompagnamento e i casi in cui viene riconosciuta o rifiutata, può essere utile analizzare alcune casistiche ed esempi pratici di domande accolte dall'Inps o rifiutate che vedremo nel dettaglio nei prissimi 2 capitoletti.

Esempi di domande accolte e accettate dall'INPS

È utile considerare alcuni esempi di domande accettate per l'indennità di accompagnamento, che illustrano chiaramente i requisiti soddisfatti e la documentazione necessaria per ottenere questa prestazione.

Esempio 1: Paziente con sclerosi multipla

Sara, 38 anni, è affetta da sclerosi multipla in fase avanzata. La malattia compromette gravemente la sua mobilità e la capacità di compiere atti quotidiani senza assistenza. Dopo vari episodi di caduta e difficoltà nello svolgimento di attività di base come vestirsi, Sara presenta domanda di indennità di accompagnamento. Il suo certificato medico introduttivo, redatto da uno specialista in neurologia, descrive dettagliatamente le limitazioni fisiche e la necessità di assistenza continua. La commissione medica dell'ASL conferma le valutazioni e l'INPS convalida il verbale, avviando così l'erogazione dell'indennità.

Esempio 2: Anziano con morbo di Parkinson

Luigi, 75 anni, è affetto da morbo di Parkinson. Oltre al tremore, soffre di rigidità muscolare e ha frequenti difficoltà a mantenere l'equilibrio, rendendo necessari continui aiuti per prevenire cadute e per eseguire le attività quotidiane. Su raccomandazione del geriatra, i familiari di Luigi presentano domanda di indennità di accompagnamento. Il certificato medico introduttivo specifica chiaramente le limitazioni motorie e la necessità di assistenza. Dopo l'accertamento sanitario, la commissione medica dell'ASL riconosce la necessità di accompagnamento e l'INPS approva la domanda, iniziando a versare l'indennità mensile.

Esempio 3: Bambino con disturbo dello spettro autistico

Giulia, 9 anni, ha un disturbo dello spettro autistico che la rende incapace di compiere gli atti quotidiani della vita senza una continua assistenza. I genitori di Giulia ottengono un certificato medico da uno specialista in neuropsichiatria infantile che documenta accuratamente le difficoltà funzionali e comportamentali della bambina. La domanda viene presentata all’INPS e la commissione medica dell’ASL effettua l’accertamento sanitario, confermando la necessità di assistenza continua. L’INPS convalida il verbale e inizia a corrispondere l’indennità ai genitori di Giulia.

Esempio 4: Persona con esiti di ictus cerebrale

Marco, 55 anni, ha subito un ictus cerebrale che ha compromesso gravemente la sua autonomia. Nonostante le terapie di riabilitazione, Marco ha difficoltà a deambulare e a compiere le attività quotidiane senza supporto. Con il certificato medico rilasciato dal neurologo e dal fisiatra, Marco fa domanda di indennità di accompagnamento. La commissione dell'ASL valuta la situazione e riconosce la necessità di assistenza continua. L'INPS convalida il verbale e inizia l'erogazione dell'indennità.

Cause di rifiuto frequente

Le domande di indennità di accompagnamento possono essere respinte per vari motivi. Ecco quelli più comuni.

1. Documentazione medica insufficiente o incompleta

Una causa frequente di rifiuto è la presentazione di una documentazione medica insufficiente o incompleta. È fondamentale che il certificato medico introduttivo sia dettagliato e chiaramente indichi la patologia, la necessità di assistenza continua o di un accompagnatore. La mancanza di informazioni specifiche può portare la commissione medica a respingere la richiesta.

2. Mancanza di evidenza durante l'accertamento sanitario

Durante l’accertamento sanitario, se la commissione medica non riscontra evidenze sufficienti a supportare la necessità di accompagnamento continuo o assistenza, la domanda può essere respinta. È quindi cruciale fornire tutta la documentazione possibile e un quadro clinico completo della situazione.

3. Situazioni di miglioramento non comunicate

Il mancato aggiornamento delle condizioni di salute, come il miglioramento significativo della capacità di deambulare o di compiere atti quotidiani autonomamente, può portare a una verifica più stretta durante la visita medica. Se il miglioramento non è stato comunicato tempestivamente all'INPS, la domanda potrebbe venire respinta.

4. Ricovero gratuito

Se il richiedente è ricoverato gratuitamente in strutture sanitarie per un periodo superiore a 29 giorni consecutivi, l’indennità può essere sospesa o la domanda respinta. Questa regola si applica in modo rigoroso per garantire che la prestazione sia erogata solo a chi realmente necessita di assistenza continua a domicilio.

5. Conflitti di interesse o frode

In presenza di sospetti di frode o conflitti di interesse, come la presentazione di documentazione falsa o la mancata dichiarazione di altre prestazioni incompatibili, l’INPS può respingere la domanda. La verifica della veridicità delle informazioni è un passaggio cruciale per evitare abusi del sistema di welfare.

Le novità e modifiche 2024 riguardanti l'indennità di accompagnamento

Il 2024 ha previsto importanti novità e modifiche riguardanti l'indennità di accompagnamento con l'obiettivo di rendere la prestazione più accessibile e di adattarla meglio ai bisogni dei beneficiari.

Aumento dell'importo

Uno dei principali cambiamenti è l’aumento dell’importo mensile dell’indennità di accompagnamento. Per il 2024, la somma è stata incrementata a 531,76 euro rispetto all'anno precedente. Questo adeguamento riflette l'aumento del costo della vita e mira a garantire che i beneficiari possano coprire meglio le spese legate alla necessità di assistenza continua.

Snellimento delle procedure burocratiche

Un'altra novità riguarda la semplificazione delle procedure burocratiche per la presentazione delle domande. L’INPS ha introdotto nuove funzionalità sul portale online per facilitare la compilazione e l'invio della documentazione necessaria. Inoltre, sono stati ridotti i tempi di attesa per le visite di accertamento sanitario, specialmente per i casi riconosciuti di particolare urgenza.

Maggiore supporto ai caregiver

Un’innovazione significativa è rappresentata dal maggiore supporto ai caregiver. La nuova normativa prevede incentivi e benefici specifici per chi si prende cura di persone con disabilità gravi. Tra questi, vi è la possibilità di usufruire di periodi di riposo aggiuntivi retribuiti e l’accesso facilitato a servizi di assistenza domiciliare.

Revisione dei criteri di valutazione

Nel 2024, i criteri di valutazione per l'accertamento dell'invalidità e l’assegnazione dell’indennità sono stati rivisti con il Decreto Disabilità ufficiale per garantire una maggiore equità. Le nuove linee guida mirano a rendere più trasparente il processo di accertamento delle condizioni sanitarie, con una maggiore attenzione alle patologie croniche e alle situazioni di comorbilità che richiedono assistenza continua.

Dal 1 gennaio 2025 indennità di accompagnamento più alta, ecco per chi

A partire dal 1º gennaio 2025, l'indennità di accompagnamento subirà un ulteriore incremento dell'importo mensile. Questo aumento è stato previsto per rispondere meglio alle esigenze dei beneficiari e per mantenere il potere d'acquisto in linea con l'inflazione e l'aumento del costo della vita.

Chi beneficerà dell'aumento

L'incremento dell'indennità sarà destinato principalmente a coloro che hanno le patologie più gravi e che necessitano di maggiore assistenza. Fra questi rientrano i soggetti affetti da malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer e la sclerosi multipla, e coloro che presentano forme gravi di disabilità motorie e intellettive, come la paraplegia e l'autismo grave. L'aumento deliberato mira a fornire un supporto economico aggiuntivo per coprire le spese crescenti legate alla necessità di cure continue e di un accompagnatore.

Nuovi criteri per l'erogazione

Con la nuova normativa, i criteri per l'assegnazione dell'indennità più alta saranno basati su una valutazione medico-legale dettagliata della gravità della condizione del beneficiario. Le commissioni mediche dell'ASL avranno il compito di effettuare una valutazione approfondita tenendo conto delle specifiche esigenze assistenziali legate alla patologia del richiedente.

Aumento incrementale

Il nuovo importo dell'indennità sarà suddiviso in scaglioni incrementali in base alla gravità della patologia e alla necessità di assistenza. Ad esempio, i beneficiari affetti da condizioni che richiedono cure 24 ore su 24 e assistenza intensiva riceveranno l'incremento massimo, mentre per le condizioni meno severe l'aumento sarà proporzionato alla necessità di assistenza continua.

Automatismo nell'erogazione

Per semplificare il processo, l'INPS prevede un meccanismo di automatismo nell'aggiornamento dell'importo dell'indennità. Chi è già beneficiario dell'indennità e soddisfa i criteri per l'aumento non dovrà presentare una nuova domanda. L'adeguamento verrà effettuato automaticamente in base ai dati già presenti negli archivi dell'INPS e alle valutazioni mediche periodiche.

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