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Si riducono i risparmi delle famiglie italiane, la liquidità è sempre regina insieme al mattone secondo Acri Ipsos 2025

di Marcello Tansini pubblicato il
Liquidità sempre regina

Nel 2025 i risparmi delle famiglie italiane diminuiscono, mentre restano forti la preferenza per la liquidità e il mattone. Lo studio Acri Ipsos fotografa cambiamenti, scelte d'investimento e sfide.

L'indagine Acri Ipsos 2025, condotta in occasione della 101esima Giornata mondiale del risparmio e dedicata a "Risparmio: tutela, inclusione, sviluppo", restituisce la fotografia di un Paese che considera ancora il risparmio un valore personale e collettivo. Secondo i dati più aggiornati, la riduzione dei risparmi delle famiglie italiane si accompagna a una marcata ricerca di sicurezza e stabilità.

Da sempre sinonimo di tranquillità e prudenza, il concetto viene oggi messo alla prova da dinamiche economiche mutevoli, con fenomeni come l'incremento salariale e l'appiattimento dell'inflazione che incidono sulla capacità di accantonare risorse. Questo contesto solleva interrogativi su come gli italiani affrontino la gestione patrimoniale nel 2025 e quali strategie adottino tra liquidità e investimenti immobiliari.

Evoluzione recente del tasso di risparmio delle famiglie italiane

Negli ultimi anni si è registrato un andamento altalenante nella propensione al risparmio delle famiglie italiane. Dopo il picco del biennio 2020-2021, favorito da restrizioni pandemiche, la percentuale destinata a risparmio si era progressivamente ridimensionata. Secondo Istat e le più recenti analisi, il 2024 ha segnato un ritorno alla crescita: il tasso di risparmio è salito al 9%, rispetto all'8,2% dell'anno precedente. Questa variazione è stata influenzata soprattutto dall'aumento dei salari orari (in media +3,1%) e dal rallentamento dell'inflazione, che nel 2024 si è attestata intorno all'1%. Tale combinazione ha permesso un recupero del potere d'acquisto degli italiani (+1,3%).

Allo stesso tempo, si è osservata una tendenza alla prudenza nei consumi: mentre nel 2023 la spesa era aumentata più dei redditi, costringendo molte famiglie a intaccare le riserve, nel 2024 i consumi sono cresciuti molto meno rispetto al reddito disponibile (+1,7%). Il contesto di incertezza economica e il desiderio di ricostruire i risparmi erosi nei periodi precedenti hanno portato le famiglie ad accantonare una parte più significativa delle entrate. Va notato che nell'ultimo trimestre del 2024 il tasso di risparmio è tornato a calare (8,5%), riflettendo sia una diminuzione del potere d'acquisto, sia la tendenza a riequilibrare le abitudini dopo l'eccezionale incremento del periodo pandemico.

Composizione della ricchezza e preferenze d'investimento tra liquidità e mattone

La ricchezza delle famiglie italiane si distribuisce su più asset e denota una storica predilezione per la liquidità e il settore immobiliare. Secondo le analisi della Fabi, la ricchezza finanziaria complessiva ha toccato nel 2023 i 5.216 miliardi di euro. La ripartizione evidenzia la preferenza per strumenti facilmente accessibili, come conti correnti, conti deposito e contante (30%), seguiti da azioni (26%), polizze assicurative (20%), fondi comuni ed ETF (13%) e obbligazioni (7%).

Nonostante una graduale apertura verso soluzioni d'investimento più dinamiche, la tendenza dominante resta quella della sicurezza, con la liquidità che viene vista come garanzia di autonomia finanziaria e il mattone come forma di investimento tradizionale. Il valore del patrimonio immobiliare privato supera i 5.000 miliardi di euro e rappresenta storicamente uno dei principali motori dell'accumulazione patrimoniale.

Nel periodo recente, però, le condizioni poco favorevoli sul fronte dei mutui e la crescita dei tassi di interesse hanno diminuito il ricorso al credito ipotecario per l'acquisto di case, portando a una maggiore selezione degli immobili e a una polarizzazione delle scelte d'investimento. La quota destinata all'investimento immobiliare rimane elevata, mentre aumenta la diversificazione verso altre attività finanziarie, come titoli pubblici e fondi comuni. Tale cambiamento risponde anche alla necessità di protezione dall'inflazione, che spinge verso soluzioni con maggiore rendimento potenziale sebbene con livello di rischio variabile.

L'analisi della composizione patrimoniale evidenzia dunque il permanere di strategie difensive, ma anche i primi segnali di un mutamento culturale verso la pianificazione finanziaria e la crescita dell'educazione economica, soprattutto nelle nuove generazioni.

Distribuzione sociale e geografica della ricchezza privata in Italia

I dati più recenti indicano un'elevata concentrazione della ricchezza nel Paese: quasi due terzi del patrimonio totale sono detenuti dal 10% più ricco della popolazione, mentre la metà meno abbiente possiede meno del 10%. Questo divario patrimoniale riflette differenze strutturali legate sia a fattori sociali che geografici.

Tra le famiglie italiane il risparmio medio si attesta a circa 176.000 euro, ma la cifra nasconde significative disparità. Il saldo medio sui conti correnti, per esempio, oscilla attorno ai 15.000 euro, con valori superiori tra le famiglie del Nord rispetto a quelle del Sud e alle isole. Anche il livello di risparmio varia in funzione dell'età, con le famiglie più anziane che detengono patrimoni più consistenti rispetto a quelle più giovani.

Questa distribuzione asimmetrica è stata accentuata nell'ultimo decennio e pone la questione dell'inclusione finanziaria, tematica al centro dell'indagine Acri Ipsos. Il rischio di esclusione economica e le scarse possibilità di accumulazione di risorse da parte delle fasce più deboli rappresentano ostacoli all'equità e allo sviluppo sostenibile nel medio-lungo termine.

Liquidità: il ruolo dei conti correnti e la domanda di sicurezza

Il comportamento delle famiglie italiane nei confronti della liquidità continua a essere influenzato dalla ricerca di sicurezza. Alla fine di luglio 2025, la cifra depositata in conti correnti e simili ha raggiunto 1.363 miliardi di euro, pur evidenziando un calo rispetto all'anno precedente, in favore di strumenti vincolati o più remunerativi.

Il motivo principale di questa preferenza rimane il bisogno di accesso rapido alle risorse, legato sia all'incertezza economica che alla necessità di affrontare imprevisti. A sostenere questa tendenza, contribuisce una scarsa cultura finanziaria, che spesso spinge a privilegiare soluzioni prive di rischio apparente, anche se meno efficaci nel proteggere il valore reale del denaro nel tempo.

Tuttavia, l'inflazione recente e i tassi bassi hanno portato una parte non trascurabile della popolazione a riconsiderare il mantenimento di patrimonio liquido, orientandosi gradualmente verso forme di risparmio e investimento leggermente più articolate.

Dinamiche dei depositi e strumenti finanziari scelti dagli italiani nel 2025

Nel 2025, la liquidità totale detenuta da famiglie e imprese italiane ha superato i 2.073 miliardi di euro, con i conti correnti che continuano a raccogliere la quota prevalente, oltre 1.140 miliardi. Tuttavia, negli ultimi dodici mesi si registra un calo delle somme su questi strumenti, a vantaggio dei depositi vincolati (240 miliardi, in aumento del 36%), che stanno tornando ad attrarre l'interesse di piccoli risparmiatori e famiglie prudenti grazie a condizioni leggermente più favorevoli.

I depositi rimborsabili con preavviso si attestano su livelli stabili, mentre i pronti contro termine sono in lieve calo, indice della preferenza per opzioni meno complesse e più trasparenti. Interessante è la crescita dei fondi delle onlus, che riflette una maggiore attenzione al terzo settore e all'investimento responsabile:

Strumento

Somma (mld €)

Variazione (%)

Conti correnti

1.363

-6,9

Depositi vincolati

240

+36,0

Depositi con preavviso

323

+1,5

Pronti contro termine

95

-6,0

L'asset allocation delle famiglie si fa così meno sbilanciata sulla sola liquidità, pur confermando una grande cautela nelle scelte finanziarie, in linea con il desiderio di proteggere il capitale.