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Tari 2025, se la casa non è abitata si deve pagare? E come fare dichiarazione di immobile libero?

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Tari, tasse, immobili, Comune

Tari 2025, si paga anche se la casa è disabitata? Cosa prevede la legge e come presentare la dichiarazione di immobile non occupato per evitare errori

Si avvicina anche il periodo in cui molti contribuenti italiani devono regolare i conti con il fisco, in particolare con la Tari 2025, la tassa sui rifiuti. Una delle questioni che genera più dubbi riguarda gli immobili non utilizzati: si deve pagare la tassa sui rifiuti per una casa disabitata? E come si può ottenere l'esenzione presentando una corretta dichiarazione di immobile libero? 

Tari 2025, chi deve pagarla e come funziona

La Tari (Tassa sui Rifiuti) è un tributo destinato a finanziare integralmente i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. È dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani. Il presupposto fondamentale per l'applicazione della tassa è proprio la potenziale produzione di rifiuti, non l'effettiva generazione degli stessi.

Questo significa che, in linea generale, anche un immobile non utilizzato quotidianamente potrebbe essere soggetto al pagamento della tassa, a meno che non sussistano specifiche condizioni che ne giustifichino l'esenzione. Capire quando e come richiedere l'esonero dalla Tari per un immobile non utilizzato diventa quindi fondamentale per evitare spese non dovute.

Immobili non utilizzati, quando si è esenti dal pagamento della Tari

Se l'immobile non si utilizza, per qualsiasi ragione, è giusto pagare la Tari oppure si può ottenere un'esenzione? La risposta non è semplice e dipende da diversi fattori. Il principio generale stabilito dalla normativa e confermato dalla giurisprudenza è che l'esenzione dalla Tari è possibile solo quando l'immobile diventa oggettivamente inutilizzabile e, pertanto, non suscettibile di produrre rifiuti.

Secondo quanto confermato dalla Corte di Cassazione, un immobile è considerato inutilizzabile quando:

  • È inagibile per degrado strutturale
  • È privo dei servizi essenziali (collegamenti alle reti idrica, elettrica e del gas)
  • Non è arredato con mobili essenziali che lo rendano abitabile
È importante sottolineare che non basta che l'immobile sia semplicemente vuoto o non abitato: deve essere dimostrata l'oggettiva impossibilità di produrre rifiuti, condizione che va adeguatamente documentata presso il comune di riferimento.

Come presentare la dichiarazione di immobile libero per la Tari

Per ottenere l'esonero dal pagamento della Tari per un immobile non utilizzato, il proprietario deve presentare un'apposita dichiarazione al comune di residenza. Questa procedura è essenziale e non può essere evitata, poiché l'esenzione non viene applicata automaticamente.

Ogni comune adotta un proprio regolamento che stabilisce modalità e termini per la presentazione di questa richiesta, ma in generale il processo segue questi passaggi:

  1. Compilare il modulo specifico per la dichiarazione Tari (disponibile presso l'ufficio tributi del comune o sul sito web istituzionale)
  2. Allegare la documentazione che dimostra l'inutilizzabilità dell'immobile (certificati di chiusura delle utenze, documentazione fotografica, eventuali perizie tecniche)
  3. Presentare la dichiarazione entro i termini previsti dal regolamento comunale (generalmente entro 60 giorni dal verificarsi della condizione o comunque entro il 30 giugno dell'anno successivo)
In base al principio di collaborazione e buona fede tra amministrazione e cittadini, l'iter burocratico non dovrebbe risultare eccessivamente complesso, ma è fondamentale rispettare le scadenze e fornire tutta la documentazione richiesta.

Documenti necessari per dimostrare che l'immobile è inutilizzato

Per dimostrare che l'immobile è effettivamente inutilizzato e quindi non produce rifiuti, è necessario allegare alla dichiarazione:

  • Certificati di chiusura o distacco delle utenze (luce, acqua, gas)
  • Documentazione che attesti l'assenza di arredi essenziali
  • Eventuale certificazione di inagibilità rilasciata da un tecnico abilitato
  • Documentazione fotografica dello stato dell'immobile
Il comune potrebbe anche disporre un'ispezione dell'immobile per verificare l'effettiva sussistenza delle condizioni dichiarate.

La sentenza della Corte di Cassazione sulla dichiarazione Tari

Un aspetto molto importante da considerare è che, secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione, la dichiarazione di inutilizzabilità dell'immobile non deve essere presentata ogni anno. Il comune di residenza del proprietario, infatti, non può imporre l'obbligo di ripresentare annualmente la documentazione se la condizione di inutilizzabilità dell'immobile rimane invariata.

La dichiarazione ha effetto anche per gli anni successivi, qualora le condizioni di tassabilità siano rimaste invariate. L'unico caso in cui è necessario produrre una nuova dichiarazione è quando avvengono variazioni che possano influire sull'applicazione della tassa, come ad esempio:

  • Cambiamenti nella superficie dell'immobile
  • Modifiche nella destinazione d'uso
  • Ripristino delle condizioni di abitabilità
  • Riattivazione delle utenze
Questa interpretazione giurisprudenziale rappresenta una semplificazione importante per i contribuenti, che non devono preoccuparsi di rinnovare annualmente la dichiarazione se la situazione dell'immobile resta immutata.

Casi particolari di riduzione o esenzione Tari 2025

Oltre al caso degli immobili inutilizzabili, esistono altre situazioni in cui è possibile ottenere riduzioni o esenzioni dalla Tari. Tra queste:

Abitazioni con uso stagionale o limitato

Per le abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo (come le seconde case utilizzate solo per brevi periodi), molti comuni prevedono una riduzione della tariffa Tari, generalmente compresa tra il 20% e il 30%. Per ottenere questa riduzione, è necessario presentare un'apposita dichiarazione al comune.

Residenti all'estero

Per le abitazioni occupate da soggetti che risiedono all'estero per più di sei mesi all'anno, è prevista una riduzione della Tari. In particolare, per i pensionati residenti all'estero titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l'Italia, la legge prevede una riduzione di due terzi della Tari per una sola unità immobiliare posseduta in Italia, a condizione che non sia locata o data in comodato d'uso.

Zone non servite dalla raccolta rifiuti

Nelle zone in cui non viene effettuata la raccolta dei rifiuti, la Tari dovuta non può essere superiore al 40% della tariffa normale. La riduzione è applicata in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata dal servizio.

Disservizi nella raccolta

In caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, o di sua effettuazione in grave violazione della disciplina di riferimento, o ancora di interruzione del servizio per motivi sindacali od organizzativi, la Tari è dovuta nella misura massima del 20% della tariffa.

 

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