Tari 2025, si paga anche se la casa è disabitata? Cosa prevede la legge e come presentare la dichiarazione di immobile non occupato per evitare errori
Si avvicina anche il periodo in cui molti contribuenti italiani devono regolare i conti con il fisco, in particolare con la Tari 2025, la tassa sui rifiuti. Una delle questioni che genera più dubbi riguarda gli immobili non utilizzati: si deve pagare la tassa sui rifiuti per una casa disabitata? E come si può ottenere l'esenzione presentando una corretta dichiarazione di immobile libero?
La Tari (Tassa sui Rifiuti) è un tributo destinato a finanziare integralmente i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. È dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani. Il presupposto fondamentale per l'applicazione della tassa è proprio la potenziale produzione di rifiuti, non l'effettiva generazione degli stessi.
Questo significa che, in linea generale, anche un immobile non utilizzato quotidianamente potrebbe essere soggetto al pagamento della tassa, a meno che non sussistano specifiche condizioni che ne giustifichino l'esenzione. Capire quando e come richiedere l'esonero dalla Tari per un immobile non utilizzato diventa quindi fondamentale per evitare spese non dovute.
Se l'immobile non si utilizza, per qualsiasi ragione, è giusto pagare la Tari oppure si può ottenere un'esenzione? La risposta non è semplice e dipende da diversi fattori. Il principio generale stabilito dalla normativa e confermato dalla giurisprudenza è che l'esenzione dalla Tari è possibile solo quando l'immobile diventa oggettivamente inutilizzabile e, pertanto, non suscettibile di produrre rifiuti.
Secondo quanto confermato dalla Corte di Cassazione, un immobile è considerato inutilizzabile quando:
Per ottenere l'esonero dal pagamento della Tari per un immobile non utilizzato, il proprietario deve presentare un'apposita dichiarazione al comune di residenza. Questa procedura è essenziale e non può essere evitata, poiché l'esenzione non viene applicata automaticamente.
Ogni comune adotta un proprio regolamento che stabilisce modalità e termini per la presentazione di questa richiesta, ma in generale il processo segue questi passaggi:
Per dimostrare che l'immobile è effettivamente inutilizzato e quindi non produce rifiuti, è necessario allegare alla dichiarazione:
Un aspetto molto importante da considerare è che, secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione, la dichiarazione di inutilizzabilità dell'immobile non deve essere presentata ogni anno. Il comune di residenza del proprietario, infatti, non può imporre l'obbligo di ripresentare annualmente la documentazione se la condizione di inutilizzabilità dell'immobile rimane invariata.
La dichiarazione ha effetto anche per gli anni successivi, qualora le condizioni di tassabilità siano rimaste invariate. L'unico caso in cui è necessario produrre una nuova dichiarazione è quando avvengono variazioni che possano influire sull'applicazione della tassa, come ad esempio:
Oltre al caso degli immobili inutilizzabili, esistono altre situazioni in cui è possibile ottenere riduzioni o esenzioni dalla Tari. Tra queste:
Per le abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo (come le seconde case utilizzate solo per brevi periodi), molti comuni prevedono una riduzione della tariffa Tari, generalmente compresa tra il 20% e il 30%. Per ottenere questa riduzione, è necessario presentare un'apposita dichiarazione al comune.
Per le abitazioni occupate da soggetti che risiedono all'estero per più di sei mesi all'anno, è prevista una riduzione della Tari. In particolare, per i pensionati residenti all'estero titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l'Italia, la legge prevede una riduzione di due terzi della Tari per una sola unità immobiliare posseduta in Italia, a condizione che non sia locata o data in comodato d'uso.
Nelle zone in cui non viene effettuata la raccolta dei rifiuti, la Tari dovuta non può essere superiore al 40% della tariffa normale. La riduzione è applicata in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata dal servizio.
In caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, o di sua effettuazione in grave violazione della disciplina di riferimento, o ancora di interruzione del servizio per motivi sindacali od organizzativi, la Tari è dovuta nella misura massima del 20% della tariffa.