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Tassa patrimoniale, a sostegno a sorpresa interviene l'Agenzia delle Entrate. Si avvicina davvero?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Tassa patrimoniale e Agenzia entrate

La discussione su una tassa patrimoniale in Italia č ancora in fase preliminare, ma l’intervento dell’Agenzia delle entrate ha riacceso il dibattito.

L’idea di introdurre una tassa patrimoniale in Italia ha riacceso il dibattito fiscale, soprattutto dopo l'intervento dell’Agenzia delle Entrate sul suo magazine ufficiale, che ha aperto alla possibilità di un’imposta sulle grandi ricchezze, seguendo il modello spagnolo. La discussione si basa su un’analisi del Tax Justice Network, che stima i possibili ricavi globali di una tassa patrimoniale applicata alle grandi fortune.

Secondo i dati, un’imposta sulle ricchezze a livello globale potrebbe generare circa 2.100 miliardi di dollari l’anno. Per l’Italia, una misura simile potrebbe portare nelle casse dello Stato quasi 24 miliardi di euro annui, un gettito che potrebbe sostenere politiche di welfare e investimenti infrastrutturali. Vediamo allora:

  • La tassa patrimoniale: la posizione dell'Agenzia delle entrate
  • Come potrebbe essere strutturata una patrimoniale in Italia


La tassa patrimoniale: la posizione dell'Agenzia delle entrate

La tassa patrimoniale è un’imposta che si applica sul patrimonio netto di un individuo, cioè sulla somma dei beni e delle proprietà possedute al netto delle passività, come mutui o debiti. È diversa dall’imposta sul reddito, che si applica sui guadagni annuali, e può includere beni come immobili, azioni, obbligazioni, conti bancari e altri asset finanziari. L’obiettivo di una patrimoniale è quello di redistribuire la ricchezza, tassando le fasce più abbienti della popolazione per sostenere le finanze pubbliche e ridurre le disuguaglianze economiche.

Nel 2022, la Spagna ha introdotto un’imposta temporanea sulle grandi fortune, chiamata Imposta di solidarietà sulle grandi fortune, che si applica ai patrimoni netti superiori a 3 milioni di euro. Le aliquote vanno dall’1,7% al 3,5% per i patrimoni più elevati, con un’attenzione alle fasce di reddito più alte. L’obiettivo del governo spagnolo è quello di ottenere risorse aggiuntive per finanziare le politiche sociali e ridurre le disuguaglianze.

Questa imposta si affianca a una patrimoniale regionale già presente in alcune comunità autonome, come la Catalogna e la Comunità Valenciana. Per evitare doppie imposizioni, l’imposta nazionale viene applicata solo sulla quota eccedente quanto già versato a livello locale. Questo approccio ha permesso alla Spagna di raccogliere fondi da destinare al welfare e alla spesa pubblica.

Il modello spagnolo ha riaperto in Italia la discussione sull’opportunità di una tassa patrimoniale. Secondo lo studio del Tax Justice Network citato dall’Agenzia delle Entrate, una patrimoniale applicata alle grandi fortune in Italia potrebbe generare fino a 24 miliardi di euro all’anno. Questo gettito rappresenterebbe una nuova fonte di finanziamento per le casse dello Stato, che potrebbe essere destinato a politiche di contrasto alla povertà, sanità, istruzione e investimenti infrastrutturali.

Un aspetto da considerare è la potenziale progressività dell’imposta. L’applicazione di aliquote progressive permetterebbe di tassare i patrimoni più elevati con percentuali maggiori, riducendo l’impatto sui risparmiatori e investitori medi.

Come potrebbe essere strutturata una patrimoniale in Italia

L’ipotesi di una patrimoniale in Italia potrebbe prendere spunto dal modello spagnolo, con alcune modifiche per adattarla al contesto italiano ovvero:

  • aliquote progressive che aumentano all’aumentare del patrimonio;
  • esenzioni o detrazioni per i patrimoni familiari di valore moderato;
  • tassazione di immobili e beni mobili di valore elevato;
  • detrazioni per i beni strumentali destinati all’attività lavorativa, per evitare di colpire piccole imprese o imprenditori che utilizzano il patrimonio per fini produttivi.
Il gettito derivante da una patrimoniale potrebbe essere impiegato per finanziare diversi progetti pubblici e politiche di sostegno sociale. Ad esempio fondi per la sanità, sostegno all’istruzione: e sostegno alle imprese.