La pronuncia della Corte Costituzionale è uno spartiacque nella disciplina dei servizi di trasporto pubblico non di linea in Italia, ridefinendo in modo sostanziale i rapporti concorrenziali tra taxi e Noleggio con Conducente (NCC). Il contenzioso normativo che da anni polarizza operatori, istituzioni e imprese, ha portato oggi a un nuovo scenario in cui la tutela della libertà d'impresa e del principio di concorrenza acquisisce nuovo slancio.
Il mercato della mobilità, segnato da richieste di modernizzazione e da regole spesso controverse, aveva visto introdurre limiti volti a distinguere rigidamente taxi e NCC, con l'intenzione di proteggere il servizio taxi quale presidio pubblico essenziale. La Consulta, con questa decisione, interviene annullando misure giudicate ormai sproporzionate, ridefinendo sia le condizioni degli operatori sia la sfera delle competenze tra Stato e Regioni.
Le norme annullate dalla Consulta e i principali vincoli per gli NCC
Tre specifiche previsioni, oggetto di lungo dibattito e contestate dagli operatori NCC, sono state dichiarate incostituzionali dalla Corte Costituzionale, con effetto sulla disciplina di settore. Le disposizioni annullate riguardavano:
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Il vincolo dei 20 minuti: l'obbligo per gli NCC di attendere almeno 20 minuti tra la prenotazione e l'inizio del servizio, laddove il servizio non partisse direttamente dalla propria rimessa. Questa norma, pensata per regolare la concorrenza, limitava la flessibilità e rapidità del servizio, rappresentando un ostacolo all'operatività degli NCC in contesti urbani e turistici.
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Il divieto di contratti di durata: impediva agli operatori di stipulare accordi pluriennali con soggetti intermediari come hotel o agenzie di viaggio, privando sia le imprese turistiche sia i consumatori finali della possibilità di servizi di trasporto stabili e programmabili, a condizioni certe e vantaggiose.
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L'obbligo dell'app ministeriale unica: imponeva l'utilizzo di un'unica applicazione per la compilazione del foglio di servizio elettronico, vietando l'adozione di software alternativi per la gestione e il monitoraggio dell'attività.
Queste restrizioni erano state adottate anche sotto la spinta delle pressioni delle categorie dei tassisti, con l'obiettivo dichiarato di distinguere nettamente il servizio pubblico taxi da quello degli NCC. L'effetto pratico, però, era stato quello di porre importanti limitazioni all'operatività e all'autonomia delle imprese di noleggio con conducente. Gli NCC, fino ad oggi, avevano dovuto sottostare a regole stringenti che condizionavano non solo la libertà imprenditoriale ma anche la capacità del settore di offrire soluzioni innovative e congrue alle esigenze del mercato, soprattutto legato al turismo e agli spostamenti d'affari.
Le motivazioni della Corte Costituzionale: concorrenza, libertà economica e competenze regionali
Le ragioni principali che hanno portato la Corte Costituzionale ad annullare le suddette norme si fondano sulla tutela della concorrenza, sulla difesa della libertà d'impresa e soprattutto sul rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni:
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Riparto delle competenze: Secondo i giudici, le restrizioni imposte agli NCC non rientravano nella tutela della concorrenza, materia esclusiva dello Stato, ma incidevano direttamente sul trasporto pubblico locale, ambito dove le Regioni hanno una competenza concorrente o residuale. L'intervento statale con il decreto reso impugnato dalla Regione Calabria, pertanto, invadeva la sfera decisionale regionale, risultando incostituzionale.
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Libertà di iniziativa economica: La Consulta ha riconosciuto che limitazioni come il vincolo di attesa dei 20 minuti risultano sproporzionate e superate, ponendo barriere non giustificate e già dichiarate illegittime dalla precedente giurisprudenza (ad es. sentenza n. 56/2020). Analoghe considerazioni sono state espresse sul divieto di contratti di durata, che danneggia la capacità delle imprese turistiche di offrire servizi certi ai propri clienti e penalizza il settore dei trasporti professionali.
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Neutralità tecnologica e autonomia gestionale: Anche l'obbligo dell'app unica è stato ritenuto lesivo sia della libertà imprenditoriale che del principio di neutralità tecnologica, principio ormai cardine nell'ambito della semplificazione amministrativa, dato che eventuali controlli sulla legittimità dei servizi possono essere garantiti anche con strumenti alternativi.
Cosa cambia per Taxi e NCC dopo la sentenza
La cancellazione di vincoli storici ridefinisce operativamente il contesto per taxi e noleggio con conducente. L'impatto diretto riguarda:
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Nessuna attesa obbligatoria: Gli operatori NCC non sono più costretti a rispettare l'intervallo dei 20 minuti tra prenotazione e avvio del servizio, potendo rispondere più velocemente alle richieste, soprattutto in ambito turistico o aziendale urbano.
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Libertà contrattuale: Hotel, agenzie di viaggio e tour operator hanno la possibilità di stipulare liberamente contratti, senza i vincoli temporali che prima rendevano incerto l'approvvigionamento dei servizi di trasporto privato. Questa apertura favorisce un'offerta più stabile e affidabile.
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Gestione tecnologica flessibile: Gli NCC possono ricorrere a diversi strumenti software per la gestione dei servizi e degli adempimenti, favorendo concorrenza tra soluzioni tecnologiche e semplificando l'amministrazione interna.
Per contro, la categoria taxi vede riconosciuto il carattere di servizio pubblico indispensabile, ma perde la protezione garantita da restrizioni sui concorrenti. Le Regioni tornano infatti ad avere piena titolarità nel disciplinare la mobilità non di linea: potranno, nel rispetto della Costituzione, modellare gli strumenti regolatori secondo le esigenze specifiche del proprio territorio, senza imposizioni centralizzate.
Impatto sul mercato e sulle regole: chi vince e chi perde nella concorrenza
L'eliminazione dei tre vincoli modifica in modo significativo i meccanismi competitivi e le prospettive di crescita nel settore del trasporto pubblico non di linea. Da un lato, si assiste a:
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Apertura della concorrenza: La riduzione delle barriere all'ingresso permette agli NCC di accedere a fasce di domanda finora appannaggio quasi esclusivo dei taxi, in particolare nei centri urbani e nelle località turistiche. Viene favorita la nascita di nuove iniziative imprenditoriali e di servizi su misura.
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Efficienza del servizio: I fornitori di NCC potranno organizzare i propri turni e la propria presenza sul territorio in modo più razionale, rispondendo in tempo reale ai picchi di domanda senza vincoli burocratici.
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Maggiore libertà di scelta: Il consumatore finale si trova a beneficiare di una maggiore selezione di offerte, potendo scegliere tra servizi diversi sia per modalità di prenotazione che per prezzo e caratteristiche.
Viene però meno un elemento di protezione per i taxi, che dovranno ora confrontarsi su parametri più aperti. La principale incognita riguarda l'impatto in termini di equilibrio tra offerta pubblica e privata, la garanzia di un servizio taxi diffuso e la possibile crescita della concorrenza in segmenti considerati tradizionalmente riservati alla categoria protetta.
Le reazioni del settore: sindacati taxi, associazioni NCC e istituzioni
Il pronunciamento della Consulta ha innescato reazioni discordanti all'interno del comparto. Le principali associazioni che rappresentano i tassisti esprimono preoccupazione per il futuro della professione, sottolineando il rischio di una liberalizzazione selvaggia. I sindacati segnalano la specificità del servizio taxi, sottoposto a obblighi pubblici e a tariffe amministrate, e temono che le nuove regole spalanchino una concorrenza basata su offerte low cost e pratiche elusive, rischiando la perdita del servizio capillare nelle aree meno servite.
Dall'altra parte, le associazioni degli NCC plaudono alla sentenza, descrivendo l'annullamento dei vincoli come una vittoria storica per il settore e per il principio di concorrenza, che favorirà la modernizzazione e l'innovazione della mobilità.