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Motori PureTech, risarcimenti milionari richiesti a causa di difetti tramite class action. Le auto e marche coinvolte

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Motori PureTech

I difetti del motore 1.2 PureTech interessano numerosi modelli dei marchi appartenenti a Stellantis. Facciamo il punto della situazione.

I motori PureTech 1.2, sviluppati da Stellantis, sono stati apprezzati per la loro efficienza e compattezza, ma negli ultimi anni sono emersi problemi che hanno portato ad azioni legali collettive in Europa. Il principale difetto riguarda la cinghia di distribuzione a bagno d'olio, una tecnologia per il miglioramento della durata del motore e ridurre i costi di manutenzione, ma che si è rivelata fonte di guasti prematuri. Approfondiamo la questione:

  • I difetti tecnici dei motori PureTech e le conseguenze sui veicoli
  • Class action in Europa, richieste di risarcimenti milionari

I difetti tecnici dei motori PureTech e le conseguenze sui veicoli

Il difetto più comune nei motori PureTech è legato alla usura precoce della cinghia di distribuzione a bagno d’olio, che tende a rilasciare particelle di gomma nell'olio motore. Queste particelle possono contaminare il sistema di lubrificazione e provocare intasamenti alla pompa dell'olio e problemi al circuito di lubrificazione. I guasti associati a questo difetto riguardano perdite di potenza, danneggiamento di componenti interni del motore e, in alcuni casi, la completa immobilizzazione del veicolo.

I modelli coinvolti appartengono a vari marchi di Stellantis, tra cui Peugeot, Citroen, DS, Opel e Jeep, con una gamma di modelli prodotti a partire dal 2012.

Per rispondere a queste problematiche, Stellantis ha introdotto una nuova generazione di motori PureTech, dotati di una distribuzione a catena al posto della cinghia a bagno d’olio. Questa soluzione punta a eliminare i difetti tecnici emersi nelle precedenti versioni, migliorando la durata e la sicurezza del motore.

Class action in Europa, richieste di risarcimenti milionari

La Francia e la Spagna sono stati i primi Paesi a registrare azioni legali collettive contro Stellantis, con migliaia di proprietari che hanno aderito alle iniziative. In Francia, lo studio legale Christophe Lèguevaques sta portando avanti una class action con oltre 4.800 adesioni, chiedendo risarcimenti significativi per i danni subiti dai consumatori. In Spagna, l'associazione Afestel ha già richiesto risarcimenti per un totale di 1,15 milioni di euro, citando gravi difetti che hanno richiesto riparazioni costose o sostituzioni del motore.

In risposta, Stellantis ha offerto risarcimenti parziali, che vanno dai 2.000 ai 4.000 euro per veicolo, insieme a un'estensione della garanzia fino a 10 anni. Queste misure sono state considerate insufficienti dalla maggior parte dei consumatori coinvolti che lamentano costi di riparazione ben superiori a quanto proposto dall'azienda.

Considerata la diffusione di veicoli con motori PureTech anche in Italia non sono escluse iniziative legali anche nel nostro Paese. Gli automobilisti italiani potrebbero essere incentivati a intraprendere class action sulla scia delle azioni già avviate in Francia e Spagna, soprattutto se Stellantis non dovesse proporre soluzioni più complete e trasparenti.

Le associazioni di tutela dei consumatori stanno monitorando la situazione e un numero elevato di segnalazioni da parte di proprietari italiani potrebbe spingere verso l’avvio di cause legali collettive.

Resta da vedere se le soluzioni saranno sufficienti a ristabilire la fiducia degli automobilisti e a mitigare gli effetti delle class action in corso. L’azienda dovrà verosimilmente affrontare altre pressioni per offrire soluzioni più convincenti ai proprietari dei modelli già in circolazione ed evitare di compromettere ulteriormente la propria reputazione.

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