Dalle nuove regole Agcom per bloccare le telefonate pubblicitarie al filtro anti-spoofing, analizziamo funzionamento, limiti e primi risultati del sistema, reazioni degli attori coinvolti e sfide future per la tutela dei cittadini.
Le chiamate telefoniche promozionali non richieste rappresentano da tempo una delle principali cause di disagio e fastidio per milioni di utenti italiani. Nella quotidianità, squilli improvvisi e offerte insistenti interrompono momenti di tranquillità e minacciano la riservatezza delle persone. L'impatto di questa molestia supera i confini della semplice fastidiosità: spesso dietro numeri camuffati si celano tentativi di raggiro, raccolta illecita di dati personali e vere e proprie truffe, come dimostrato da numerosi casi di furto di identità legati al fenomeno del cosiddetto "vishing". I
l settore delle comunicazioni ha dunque dovuto affrontare un bivio: trovare un equilibrio tra le esigenze del marketing diretto e la necessità di proteggere la cittadinanza. L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha avviato un importante percorso regolamentare e tecnico, culminato nell'adozione di un nuovo sistema di blocco automatico, in risposta alle crescenti richieste di tutela provenienti da cittadini, associazioni e istituzioni. Questo nuovo quadro si inserisce in un contesto europeo più ampio, dove molte nazioni hanno già adottato barriere tecnologiche simili per ostacolare pratiche di telemarketing aggressive o fraudolente.
A partire dal 19 agosto 2025, la lotta alle chiamate pubblicitarie non autorizzate fa un notevole passo avanti grazie all'introduzione di un filtro “anti-spoofing” obbligatorio per tutti gli operatori telefonici. La principale innovazione consiste nel blocco automatico delle telefonate provenienti dall'estero che fingono di utilizzare numerazioni italiane, strumento prediletto per frodi e campagne promozionali invasive. Questo filtro, frutto di un confronto tra Agcom, operatori telefonici, associazioni di consumatori e rappresentanti del settore, segue precise scadenze operative:
È importante sottolineare che il filtro si basa su standard internazionali (ITU) e impone l'adozione simultanea presso tutti gli operatori italiani, inclusi Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb. La complessità della seconda fase, relativa ai numeri mobili, deriva dalla necessità di distinguere tra cittadini realmente in roaming e chiamate effettuate da call center o soggetti fraudolenti. Attraverso una doppia verifica, si garantisce che le chiamate provenienti da numeri mobili italiani siano legittime solo se l'utente è effettivamente all'estero.
L'introduzione del filtro porta modifiche sia per i consumatori sia per le compagnie telefoniche. Dal lato degli utenti, la principale novità è la riduzione immediata della quantità di chiamate moleste da numeri inesistenti o camuffati. Nei casi in cui il filtro intervenga, l'utente non riceverà neppure lo squillo, senza la necessità di installare applicazioni o software di terze parti. I principali cambiamenti per i cittadini possono essere riassunti in:
Nonostante gli indubbi vantaggi, il nuovo sistema anti-spoofing presenta alcune criticità. In primis, il blocco si applica attualmente solo alle numerazioni italiane falsificate da soggetti esteri. Tecniche più sofisticate, in particolare tramite VoIP e numerazioni internazionali, possono ancora aggirare i controlli, costringendo le autorità a un adattamento costante delle barriere tecniche.
Secondo i dati Agcom, nelle prime settimane di test, operatori come WindTre e Vodafone hanno già bloccato decine di milioni di telefonate sospette. Restano tuttavia possibili strategie elusorie da parte di call center irregolari, che adottano nuove modalità per aggirare i filtri.
Permane inoltre una zona grigia relativa alle chiamate lecite, che rischiano talvolta di essere bloccate dall'eccessiva rigidità del filtro, soprattutto per utenti italiani in legitimo roaming. Risulta poi essenziale evidenziare il valore limitato, finora, di strumenti come il Registro Pubblico delle Opposizioni, che non è riuscito a ridurre il volume delle chiamate indesiderate a causa delle continue evoluzioni delle tecniche illecite.
Le organizzazioni criminali, sempre più sofisticate, continuano a nutrire un interesse economico in questo ambito, alimentato dal ricco mercato dei dati personali. Nonostante ciò, l'opinione condivisa è che questo intervento rappresenti un primo passo concreto e verificabile nel tentativo di ridurre efficacemente il fenomeno delle chiamate pubblicitarie aggressive e fraudolente.
Le nuove disposizioni Agcom hanno suscitato reazioni eterogenee. Le associazioni dei consumatori accolgono con favore i filtri, ma sottolineano la necessità di ulteriori misure e sanzioni più incisive. Come evidenziato dall'Unione Nazionale Consumatori, permane il rischio che i call center irregolari possano individuare nuove strategie per aggirare i controlli, lasciando inevitabilmente una percentuale di chiamate ancora al di fuori del perimetro di sicurezza.
Le principali posizioni raccolte nel dibattito pubblico includono:
Parallelamente all'introduzione delle barriere tecniche, l'ordinamento italiano sta vivendo un'evoluzione normativa considerevole. Di recente, il Codice di condotta per il telemarketing predisposto dal Garante privacy è stato approvato, coinvolgendo associazioni di categoria, rappresentanti dei consumatori e principali operatori.
Tale codice stabilisce: