L’avvicinarsi della fine dell’anno porta una domanda condivisa da milioni di lavoratori del settore privato: quando verrà corrisposta la mensilità aggiuntiva nota come tredicesima?
Tredicesima 2025: cos'è e chi ne ha diritto tra i dipendenti privati
La tredicesima, chiamata anche "gratifica natalizia", è uno degli elementi più radicati della retribuzione per chi lavora con contratto subordinato nel settore privato. Si tratta di una mensilità aggiuntiva, istituita originariamente nel 1937 e successivamente resa obbligatoria da numerose disposizioni legislative e dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL). L'accesso a questa forma di compenso spetta alla quasi totalità dei dipendenti privati: rientrano tra i beneficiari coloro che hanno un rapporto di lavoro subordinato – sia a tempo pieno che a tempo parziale – indipendentemente dal settore di appartenenza.
Chi ne ha diritto:
- Lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e determinato
- Assunti part-time, in proporzione alle ore lavorate
- Collaboratori domestici (colf, badanti, baby-sitter inquadrati nei previsti CCNL)
Ne sono invece esclusi collaboratori con rapporti parasubordinati e autonomi occasionali. La mensilità aggiuntiva si costituisce come diritto irrinunciabile, maturando per ciascun mese di lavoro prestato nell'intervallo tra gennaio e dicembre. Ogni mese effettuato comporta l’acquisizione di 1/12 della quota annuale.
Anche alcune assenze retribuite, come ferie o malattia, permettono la maturazione dell’emolumento. Non è invece riconosciuta per i periodi non retribuiti.
Quando sarà pagata la tredicesima 2025 ai dipendenti privati: tutte le date possibili e il termine massimo
Tra le domande più frequenti figura la tempistica con cui si riceve la mensilità aggiuntiva. Per quanto riguarda i dipendenti privati, la corresponsione della tredicesima segue direttive precise definite dai CCNL e dagli accordi aziendali.
- Generalmente, il pagamento avviene tra il 15 e il 24 dicembre, così da consentire ai lavoratori di affrontare le spese del periodo natalizio con una maggiore liquidità.
- Molte aziende scelgono di accreditare la mensilità insieme alla busta paga di dicembre o, in alternativa, in anticipo rispetto alla scadenza della retribuzione mensile ordinaria.
- È previsto un termine massimo: la somma deve essere liquidata entro la vigilia di Natale, salvo differenti specifiche del CCNL applicato o degli accordi aziendali.
In alcuni casi particolari, soprattutto per aziende che affidano la gestione delle paghe a studi esterni, il versamento potrebbe slittare ai primi giorni di gennaio 2026, ma questa eventualità deve essere chiaramente indicata nel contratto collettivo o individuale e non deve costituire la prassi generale.
| Periodo |
Note |
| 15 - 24 dicembre 2025 |
Finestra ordinaria per la maggior parte dei CCNL |
| Entro il 24 dicembre 2025 |
Termine massimo previsto dalla legge e dai CCNL |
| Gennaio 2026 |
Eventuali eccezioni in caso di specifiche esigenze o ritardi elaborazione paghe |
Alcuni contratti, peraltro, offrono ai lavoratori la facoltà di scegliere una modalità alternativa, con rateizzazione della quota spettante mese per mese. Questa opzione richiede sempre un accordo tra lavoratore e datore di lavoro.
Cosa fare se la tredicesima arriva in ritardo o non viene pagata
Qualora un dipendente privato non riceva l’importo nei tempi previsti, la normativa offre strumenti di tutela.
- Verifica dei requisiti: accertarsi che il periodo lavorato consenta effettivamente la maturazione della mensilità aggiuntiva (assenza di periodi non utili quali aspettative non retribuite).
- Sollecito diretto all’azienda: può essere utile un primo contatto informale, seguito – se necessario – da una comunicazione scritta.
- Intervento di sindacato o consulente del lavoro: in caso di mancato riscontro, è opportuno rivolgersi a una organizzazione sindacale o a un consulente di fiducia per avere assistenza tecnica ed eventualmente attivare una vertenza.
Il diritto a ricevere l’importo si prescrive dopo tre anni. Il datore di lavoro inadempiente rischia inoltre sanzioni e la perdita di benefici contributivi previsti dalla normativa vigente.
Di quanto è la tredicesima per i dipendenti privati e tassazione
L’ammontare di questa mensilità aggiuntiva è soggetto a regole che possono generare differenze rilevanti rispetto alla retribuzione mensile abituale, portando i lavoratori a notare importi inferiori sul cedolino di dicembre. La formula di base prevede la divisione della retribuzione globale lorda per dodici e la moltiplicazione per il numero di mesi lavorati o riconosciuti durante l’anno solare.
- Solo la quota fissa dello stipendio viene conteggiata: straordinari, premi produzione, indennità variabili e bonus non concorrono di solito al calcolo.
- Assenze retribuite (ferie, malattia, maternità al 20% a carico datore di lavoro, congedo matrimoniale) sono utili per il computo; le assenze non retribuite (es. aspettativa senza assegni) sono invece escluse.
- Un mese si considera maturato quando si supera la soglia minima di 15 giorni di servizio.
Per questa ragione, nella realtà, l’importo può risultare inferiore alla retribuzione ordinaria finale, anche in virtù delle regole fiscali descritte nel prossimo paragrafo.
Il trattamento fiscale della mensilità aggiuntiva risulta meno favorevole rispetto alla retribuzione mensile. L’importo erogato subisce una tassazione ordinaria piena, analogamente a quanto avviene per lo stipendio, con la differenza che non beneficia delle tradizionali detrazioni previste per lavoro dipendente. Questo si traduce in un netto più basso rispetto alle mensilità ordinarie.
- Applicazione delle aliquote IRPEF ordinarie
- Trattenute previdenziali (INPS) calcolate come sulle altre mensilità
- Assenza di agevolazioni o bonus dedicati nel 2025: al momento, il quadro normativo esclude misure specifiche per la tassazione agevolata della mensilità in oggetto
L’assenza delle detrazioni fiscali mensili può portare il netto a essere sensibilmente più contenuto. Possibili eccezioni e rari casi particolari (ad esempio per particolari categorie protette) saranno tracciati dal CCNL di riferimento, ma non risultano novità legislative per l’anno in corso secondo quanto riportato nelle ultime bozze della Legge di Bilancio.