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Opzione Donna 2026, azione collettiva per ripristino legge promossa online. Come aderire e partecipare

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Reintegrare l'Opzione Donna, nella versione ante 2023, nella Manovra Finanziaria 2026 per agevolare ancora l'uscita anticipata dal lavoro delle donne: l'obiettivo dell'azione collettiva promossa dal comitato Opzione donna insieme al team di avvocati dell’Associazione Class Action

L’evoluzione normativa delle opzioni di pensionamento anticipato per le lavoratrici ha recentemente subito un drastico ridimensionamento, generando un ampio dibattito pubblico e una risposta collettiva dal mondo femminile e delle associazioni. "Opzione Donna" nasceva come strumento dedicato per conciliare la vita lavorativa e familiare delle donne, offrendo una finestra di uscita dal mercato del lavoro con requisiti agevolati ma penalizzanti sotto il profilo economico.

Le ultime modifiche e restrizioni hanno però notevolmente ridotto la platea di beneficiarie, fino alla cancellazione della misura, e condotto all’indizione di una nuova azione collettiva per il 2026, finalizzata al ripristino del diritto e all’eliminazione delle discriminazioni normative.

Perché è stata indetta una nuova azione collettiva

Il recente quadro legislativo ha introdotto forti limitazioni al pensionamento anticipato delle donne, restringendo l’accesso a Opzione Donna solo a ristrette categorie di lavoratrici: caregiver, invalide civili e licenziate, o dipendenti da imprese in crisi aziendale.

Questo ha escluso la gran parte delle donne che storicamente si erano affidate a questa misura per compensare periodi di lavoro discontinui, part-time o di cura familiare non retribuita, elementi che caratterizzano da sempre il percorso lavorativo femminile.

Le modifiche hanno comportato disparità tra lavoratrici licenziate in grandi imprese (cosiddette “di serie A”) e quelle provenienti da aziende minori o senza piano di crisi, rafforzando un sistema di requisiti che penalizza ulteriormente chi già è spesso ai margini del mercato del lavoro. L’età richiesta, aumentata a 61 anni, e il vincolo dei 35 anni di contributi, rappresentano un ostacolo insormontabile per molte, specie per chi ha carriere spezzettate o si è dovuta dedicare per lungo tempo alla cura di parenti e figli.

Un ulteriore elemento di discriminazione emerso riguarda le differenze relative alla maternità: il legislatore ha distinto tra madri e non madri, aggiungendo ulteriore disparità tra lavoratrici con situazioni personali spesso già complesse.

La misura non è poi stata confermata nella Manovra Finanziaria 2026, deludendo le lavoratrici che avrebbero voluto di tale forma di uscita anticipata dal lavoro. 

La nuova azione collettiva nasce su iniziativa del CODS (Comitato Opzione Donna Social), protagonista storico della difesa dei diritti pensionistici delle donne. La fondatrice e amministratrice Orietta Armiliato, insieme a un gruppo di avvocati altamente specializzati dell’associazione Class Action Italia, ha avviato la class action coinvolgendo centinaia di lavoratrici decise a rivendicare pari trattamento e l’abolizione delle barriere introdotte dalla normativa attuale.

L’attività del comitato si focalizza sul monitoraggio e la comunicazione tempestiva delle novità legislative, l'assistenza nella raccolta delle adesioni e la consulenza legale qualificata per la presentazione delle istanze.

Parallelamente, il CODS si è attivato nelle piattaforme online e sui social network, facilitando la partecipazione anche a chi risiede lontano dai grandi centri urbani o fatica ad accedere ai circuiti tradizionali di rappresentanza, garantendo inclusività e trasparenza. Le motivazioni della mobilitazione si fondano su principi di giustizia sociale, solidarietà e dignità professionale, oltre che sulla necessità di adeguare le norme all’attuale realtà socio-economica delle lavoratrici italiane.

Il comunicato ufficiale sull’azione collettiva per Opzione Donna 2026

Nella nota diffusa dal CODS si evidenzia che migliaia di donne con 35 anni di contributi e almeno 61 anni di età si vedono attualmente private della possibilità di pensionamento anticipato solo per non appartenere alle categorie tutelate dal recente impianto legislativo. Secondo il comunicato, questa situazione configura una discriminazione di massa, soprattutto verso le licenziate non appartenenti alle grandi aziende in crisi.

L’azione collettiva è sostenuta e documentata da un Piano per la Rimozione delle Discriminazioni, che sarà depositato presso la Consigliera Nazionale di Parità. Le richieste principali riguardano:

  • L’estensione dei benefici a tutte le lavoratrici licenziate con i requisiti
  • La promozione di un intervento legislativo per eliminare i presupposti discriminatori vigenti
  • La tutela dei diritti sanciti dalla Costituzione italiana.
Il comunicato specifica che l’iniziativa promossa mira non solo a modificare le condizioni per l’accesso alla misura pensionistica, ma intende agire anche a livello politico e sociale, sottolineando il valore dell’istituto Opzione Donna per tutto il mondo lavorativo femminile. In questa prospettiva, si auspica la reintegrazione dei precedenti requisiti nella prossima Manovra Finanziaria 2026. Tutte le donne interessate possono quindi manifestare la propria adesione attraverso i canali online ufficiali del comitato.

Come aderire e partecipare all’azione collettiva online: procedure e requisiti

La partecipazione all’azione collettiva è riservata a tutte le lavoratrici che desiderano sostenere la richiesta di ripristino di opzione donna con le condizioni precedenti. Di seguito le modalità previste per aderire:

  • Iscrizione al nuovo gruppo Facebook dedicato "CODS RICORSI OPZIONE DONNA" dove saranno fornite istruzioni puntuali, il supporto legale e aggiornamenti periodici sulle fasi della procedura
  • Compilazione della documentazione appositamente predisposta, disponibile tramite il gruppo e validata dagli avvocati del team
  • Rispetto dei requisiti anagrafici e contributivi alla base del ricorso: almeno 35 anni di contribuzione e 61 anni di età (con eventuali riduzioni per madri)
  • Accesso alle informazioni relative ai costi e alle tempistiche dell’azione, trasmesse in modo trasparente e aggiornato.
Tutti i dettagli operativi vengono resi accessibili esclusivamente ai membri iscritti al gruppo, nel rispetto della privacy e della riservatezza dei dati personali. 

 

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