Nel 2025, la Valle d'Aosta ha affrontato nuovi scenari economici: dall'analisi di settori strategici come industria, turismo ed edilizia al mercato del lavoro, passando per innovazione, finanza locale e prospettive per il futuro regional
L’attuale contesto socioeconomico della Valle d’Aosta evidenzia una crescita moderata e diffusa, in linea con gli esiti dei recenti rapporti delle principali istituzioni economiche. Pur in uno scenario internazionale caratterizzato da forti incertezze geopolitiche e dal rallentamento della domanda globale, la regione registra un incremento reale del prodotto interno lordo, superiore rispetto alla media nazionale. Tale espansione si accompagna a elementi di resilienza nelle attività produttive e nei servizi più orientati al turismo, anche se alcuni comparti mostrano segnali di fragilità. La fiducia delle imprese mostra una tendenza al consolidamento, confermata dalla ripresa di investimenti e dalla stabilità occupazionale, mentre le famiglie affrontano un aumento contenuto dei consumi e una pressione sul potere d’acquisto dovuta all’incremento dei prezzi.
La fotografia aggiornata del quadro macroeconomico valdostano mette in risalto una crescita economica in rallentamento rispetto alle precedenti annualità, ma comunque superiore rispetto alle medie del Nord Italia e delle regioni confinanti. I dati diffusi dalla Banca d’Italia riportano, per il primo semestre 2025, un aumento del PIL reale dello 0,7%, a fronte di dinamiche settoriali eterogenee. L’industria regionale segnala una contrazione nel fatturato, influenzata dallo stallo delle esportazioni verso alcune economie extra-europee e dalla cautela evidenziata nell’erogazione del credito bancario. Al di là del manifatturiero, i servizi emergono come motore trainante della crescita. Il comparto turistico fa registrare un incremento significativo nelle presenze sia italiane che estere, spingendo la domanda interna e i servizi connessi. L’edilizia, sostenuta dai fondi e dai progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), trova nuovo slancio soprattutto nel segmento pubblico, anche se appare condizionata da tempi di realizzazione delle commesse spesso prolungati da iter burocratici. La domanda di credito si è ridotta in tutti i principali settori ad eccezione dell’energia, riflettendo, da un lato, una maggiore prudenza da parte degli istituti bancari e, dall’altro, una propensione delle aziende a concentrare le risorse su investimenti più selettivi. La qualità del credito ha subito un leggero peggioramento, in particolare nel comparto delle costruzioni. Nonostante tali criticità, il sentiment di operatori e imprese rimane orientato a una cauta stabilità, con aspettative di ulteriori segnali di ripresa nell’orizzonte a breve termine. Il potere d’acquisto delle famiglie continua a confrontarsi con dinamiche inflazionistiche persistenti, che ne condizionano gli stili di consumo e la capacità di risparmio, anche se le condizioni di liquidità rimangono complessivamente solide rispetto alla media nazionale.
Le diverse anime produttive della regione restituiscono un quadro articolato e complesso per il 2025:
Il mercato del lavoro regionale riflette dati incoraggianti, in termini sia di partecipazione che di livelli di occupazione, pur in presenza di alcune tendenze di rallentamento rispetto agli anni precedenti. Nei primi sei mesi del 2025 gli occupati crescono ancora (+0,7%), sebbene a un ritmo inferiore rispetto al 2024. L’ampliamento dell’offerta di lavoro ha determinato un marginale aumento della disoccupazione, che si attesta attorno al 4,3%, mantenendosi su valori comunque bassi rispetto al contesto nazionale. Sul fronte della partecipazione, il tasso di attività si conferma superiore alla media italiana, con una particolare presenza della componente femminile nel mercato valdostano: il tasso di occupazione femminile tocca livelli ben al di sopra della quota nazionale, mentre la disoccupazione tra le donne resta più contenuta rispetto a molte altre regioni. I dati disaggregati mostrano un incremento occupazionale prevalentemente nella componente maschile (+1,1%), ma nel quinquennio anche il segmento femminile contribuisce in modo deciso alla crescita, portando la quota di donne occupate oltre il 46%. In generale:
Nel corso del 2025 la finanza locale evidenzia tendenze diversificate. Dal lato delle imprese, i prestiti bancari segnano una decisa diminuzione, soprattutto nei comparti diversi dall’energia, con un calo generalizzato degli impieghi. Questa tendenza si lega a una maggiore selettività negli investimenti e a una prudenza crescente da parte delle banche, testimoniata da una politica del credito improntata alla cautela e da tassi di deterioramento leggermente aumentati. Di contro, la spesa per investimenti mostra segni di ripresa, in particolare nei servizi. Sul versante delle famiglie, si osserva:
Nel confronto storico, la regione mostra una produttività ancora inferiore rispetto ai livelli del 2007, anche se negli ultimi anni si intravedono segnali di recupero, soprattutto in relazione agli investimenti in capitale fisico e umano. La riduzione della popolazione in età lavorativa impatta negativamente sui risultati aggregati, ma viene in parte compensata da politiche di formazione e da un tessuto sociale coeso. L’indice di innovazione riflette una presenza più contenuta di start-up tecnologiche rispetto al dato nazionale, anche se in diversi comparti, specie quelli legati all’agroalimentare, si osserva una maggiore capacità di adozione di innovazioni settoriali. L’università regionale rappresenta un importante polo per l’innalzamento delle competenze, anche se permane un’offerta formativa limitata in discipline STEM e informatiche, limitando così lo sviluppo di competenze digitali avanzate. La qualità amministrativa pubblica si posiziona sopra la media nazionale, agevolando la competitività delle imprese nel confronto con altri territori. Tuttavia, la digitalizzazione rimane una delle sfide ancora aperte, sia nel mondo produttivo che tra la popolazione, richiedendo ulteriori investimenti e interventi mirati per colmare il divario in termini di competenze e dotazioni infrastrutturali.