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VPN perché diventeranno sempre più usate da milioni di italiani (che ancora non lo sanno) a partire da questo mese?

di Marcello Tansini pubblicato il
Milioni di italiani

Con le nuove restrizioni sui siti per adulti e la verifica dell'età in arrivo, milioni di italiani si troveranno a cambiare abitudini digitali. Come le VPN possono aggirare i blocchi, rischi e scenari.

A partire dal 12 novembre 2025, il panorama digitale subirà un significativo mutamento con l’introduzione di norme stringenti sulla verifica dell’età per accedere a specifici portali a contenuto esplicito. Questa iniziativa nasce dalla crescente esigenza di tutelare i minori, rafforzando i meccanismi di controllo sui siti pornografici più popolari tra gli utenti nazionali e internazionali.

Le statistiche più recenti indicano che tra i giovani in età compresa tra 8 e 16 anni l’utilizzo di queste piattaforme è molto diffuso, il che ha portato le istituzioni a rafforzare le policy di accesso. Le implicazioni delle nuove regole sono ampie: non solo si rifletteranno sui comportamenti digitali, ma modificheranno anche l’esperienza degli adulti che desiderano navigare in modo riservato e sicuro. In questo contesto si inserisce uno strumento che torna al centro del dibattito: VPN, tra strumenti di aggiramento tecnico e simbolo della difesa della privacy online.

Cosa cambierà dal 12 novembre: il quadro normativo e l’impatto sulle abitudini digitali

Con l'entrata in vigore delle nuove disposizioni il 12 novembre 2025, si apre una fase regolatoria mai sperimentata in precedenza. L’intervento ha radici normative precise: il Decreto-legge 5 settembre 2023, n. 123 (cosiddetto Decreto Caivano) e la legge 13 novembre 2023, n. 159 costituiscono i cardini legislativi del nuovo sistema, recependo linee guida europee – tra cui il Regolamento (UE) 2022/2065 e il Digital Services Act. Questi provvedimenti obbligano i principali siti per adulti (48 quelli inizialmente individuati, tra cui colossi internazionali come Pornhub e Onlyfans) a implementare meccanismi di identificazione della maggiore età degli utenti:

  • Accesso tramite verifica dell'età: la semplice autocertificazione (come il classico "Ho 18 anni o più") sparisce. Sarà necessario dimostrare l'età attraverso strumenti certificati, ad esempio app dedicate e piattaforme di age assurance.
  • Cambiamenti per gli utenti: la procedura richiederà un ulteriore passaggio – la verifica – prima di poter accedere ai contenuti. Questo inciderà sul modo in cui milioni di italiani si interfacciano ai portali per adulti, sia per questioni di privacy, sia per considerazioni di riservatezza o semplice disagio in merito ai nuovi metodi di controllo.
  • Implicazioni per i gestori: le piattaforme soggette alla normativa dovranno obbligatoriamente adeguarsi per evitare diffide, sanzioni o il blocco del sito da parte dalle autorità di vigilanza.
Secondo l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, questi cambiamenti sono necessari per contrastare la diffusione massiva di contenuti per adulti tra i minori – un fenomeno che coinvolge una larga fetta di adolescenti italiani. Tuttavia, il provvedimento potrebbe avere effetti almeno parzialmente simbolici, poiché rimane il dubbio sulla reale efficacia rispetto al vasto universo di siti esistenti e facilmente accessibili dall’estero, non coperti dalle norme italiane. Le abitudini digitali degli utenti sembrano quindi destinate a cambiare, evolvendosi verso una maggiore richiesta di strumenti che consentano di eludere i confini geografici, soprattutto quelli imposti a livello nazionale.

Come funziona la verifica dell’età: meccanismi e soggetti coinvolti

Il nuovo sistema di verifica dell’età è stato strutturato per garantire il rispetto della privacy degli utenti, pur imponendo un controllo anagrafico serrato. Quando un utente cercherà di accedere a uno dei 48 portali interessati, sarà reindirizzato a un’applicazione di identificazione gestita da un soggetto terzo, indipendente e certificato. Questo soggetto può essere una banca, un operatore telefonico, un ente pubblico o anche fornitori privati già attivi nella gestione dell’identità digitale in Italia (ad esempio tramite sistemi come SPID o CIE), previa adeguata certificazione.

Il processo avviene in due fasi principali:

  • Fase di identificazione: verifica preliminare della corrispondenza tra l’utente e i dati anagrafici attestanti la maggiore età.
  • Fase di autenticazione: emissione della “prova dell’età”, senza trasmissione del nome, cognome o altri dati identificativi al sito.
L’introduzione del meccanismo del doppio anonimato rappresenta un elemento innovativo: il sito di destinazione non riceve mai l’identità dell’utente, mentre il certificatore non conosce il portale al quale l’utente intende accedere. Questa riduzione della correlazione tra persona e contenuto visitato è stata pensata per rispettare i principi del GDPR e delle più attuali normative europee in materia:

Soggetti abilitati alla verifica

Caratteristiche richieste

Enti pubblici, banche, operatori telefonici

Certificazione e indipendenza, privacy e sicurezza dei dati

Fornitori di identità digitale (SPID, CIE)

Rispetto del doppio anonimato, conformità a normative italiane ed europee

Provider privati certificati

Autonomia gestionale e vigilanza AgID

Il filtro dovrà essere ripetuto a ogni accesso, senza possibilità di memorizzazione permanente, e la validità del sistema sarà circoscritta esclusivamente al territorio italiano.

L’efficacia delle restrizioni: limiti, rischi e aggiramento tramite VPN

L’impatto del nuovo assetto regolatorio lascia aperti diversi interrogativi sull’effettiva efficacia delle restrizioni. Sebbene le misure siano state progettate con l’obiettivo di tutelare i minori, la copertura è limitata: sono 48 i siti oggetto del provvedimento, ma l’offerta di contenuti si estende ben oltre questa soglia. Chi desidera aggirare le restrizioni può affidarsi a tecnologie di camuffamento dell’identità digitale, in primis le VPN (Virtual Private Network).

  • VPN e aggiramento geografico: con una rete privata virtuale è possibile simulare la propria connessione da un paese diverso, eludendo così le regole nazionali di verifica. Lo stesso documento dell’Autorità riconosce che questi strumenti funzionano in modo efficace per oltrepassare i blocchi territoriali.
  • Limiti tecnici dei sistemi di controllo: tutte le soluzioni di age verification adottate attualmente restano potenzialmente vulnerabili a comportamenti tecnici di elusione, come l’uso di DNS alternativi o altri strumenti di anonimizzazione.
  • Rischi imprevisti: bloccare solo una parte della galassia dei siti a sfondo sessuale rischia di spostare il traffico verso portali non regolamentati, spesso meno sicuri o affidabili, esponendo i minori a rischi persino maggiori.
L’efficacia della restrizione dipende dunque sia dalla capacità di monitorare e aggiornare continuamente la lista dei siti soggetti a verifica, sia dalla propensione degli utenti ad adottare tecnologie come le VPN. Il pericolo si sposta dal solo aggiramento tecnico allo sviluppo di un'infrastruttura che, per sua natura, normalizza la raccolta di dati e la sorveglianza sistematica della navigazione, alimentando un dibattito sulla libertà e la privacy nel contesto digitale italiano.

Perché l’uso delle VPN è destinato a crescere tra milioni di italiani

L’introduzione delle nuove restrizioni, in un paese con una marcata cultura digitale e un crescente desiderio di riservatezza, si tradurrà probabilmente in una diffusione senza precedenti delle VPN per finalità legate alla privacy e all’anonimato:

  • Funzionamento pratico: le VPN sono strumenti software che permettono di collegare il proprio dispositivo a un server remoto, mascherando l’indirizzo IP e facendo apparire all’esterno una connessione proveniente dall’estero. In questo modo, si eludono controlli territoriali come quelli imposti dalla legislazione italiana su determinati portali per adulti.
  • Motivazioni degli utenti: il ricorso a queste tecnologie non nasce unicamente dal desiderio di aggirare i divieti, ma anche dall’esigenza percepita di non condividere dati sensibili con terzi e di mantenere una piena libertà nella navigazione internet. Per molti adulti italiani, il tema è più ampio e riguarda il diritto alla riservatezza digitale, anche alla luce dei crescenti casi di violazioni e furti di dati.
  • Evoluzione della domanda: i blocchi nazionali, già noti per essere tecnicamente superabili in paesi come la Francia, tenderanno a favorire una maggiore consapevolezza nell’uso di strumenti di anonimizzazione. Il mercato italiano delle VPN è destinato quindi a crescere parallelamente al rafforzarsi dei controlli e delle procedure di verifica sull’accesso ai siti a contenuto esplicito.
In prospettiva, l’uso delle reti private virtuali si trasformerà da pratica di nicchia a fenomeno di massa, coinvolgendo milioni di cittadini in cerca di un web meno sorvegliato. Questo avverrà non solo per fruire di contenuti particolari, ma anche come reazione all’introduzione di normative che, sebbene nate con scopi protettivi, vengono percepite da una parte della popolazione come strumenti di controllo potenzialmente estendibili a molteplici ambiti della vita digitale.

Aspetti di privacy, libertà digitale e nuovi scenari

L’adozione di sistemi di age verification e l’aumento dell’utilizzo delle VPN sollevano questioni delicate dal punto di vista della privacy individuale e della libertà di navigazione. Il tema centrale resta la tensione tra sicurezza, tutela dei minori e diritto alla riservatezza. La soluzione italiana si distingue per il tentativo di introdurre il doppio anonimato, ma la reale tenuta di questo modello dipenderà dall’evoluzione delle tecnologie e delle prassi di sorveglianza:

  • Equilibrio tra protezione e diritto alla privacy: garantire che le nuove forme di certificazione non si traducano nella costruzione di database permanenti degli utenti è un aspetto su cui legislatori e garanti sono chiamati a vigilare con attenzione.
  • Scenari possibili: se da un lato si rischia una crescita delle tecniche di aggiramento, dall’altro il rafforzamento dei controlli può aprire il dibattito su modelli ancora più invasivi di regolazione della rete. Emerge il timore che strumenti nati per proteggere categorie particolarmente vulnerabili vengano estesi a diversi ambiti, riducendo progressivamente la libertà digitale, secondo quella che alcuni osservatori definiscono una “normalizzazione del controllo online”.
  • Il ruolo della cultura digitale: affinché la regolamentazione sia percepita e accettata come affidabile dagli utenti, sarà necessario accompagnare le nuove regole con campagne di educazione digitale volte ad accrescere la consapevolezza sulle potenzialità e sui rischi dei nuovi strumenti di identificazione e delle tecnologie di anonimizzazione, come le VPN.