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ZES Unica, ZLS e ZES Agricoltura e pesca definite le percentuali di utilizzo del credito di imposta nel 2025

di Marianna Quatraro pubblicato il
ZES Unica, ZLS e ZES Agricoltura e pesca

Il 2025 porta novitŕ sulle percentuali di utilizzo del credito d’imposta per ZES Unica, ZLS, agricoltura e pesca. Analizziamo il funzionamento, i nuovi criteri di riparto e le implicazioni per le imprese nei vari territori in base alle comunicaizone del 12 dicembre date dall'Agenzia delle Entrate ufficialmente

La determinazione delle percentuali di utilizzo del credito d’imposta per il 2025 rivoluziona il quadro degli incentivi alle imprese che investono nelle aree meridionali e in settori specifici come agricoltura, pesca e attività logistiche strategiche. L’Agenzia delle Entrate, con i provvedimenti del 12 dicembre, ha chiarito i nuovi rapporti tra risorse stanziate e benefici effettivamente accessibili, introducendo una significativa riduzione delle aliquote rispetto alle attese della maggior parte degli operatori economici. L’attuale impostazione coinvolge le principali aree geografiche ricomprese nella ZES Unica, le Zone Logistiche Semplificate e le imprese che operano nell’ambito della produzione primaria del comparto agricolo e ittico.

All’interno di questo nuovo schema, si impone una riflessione sulle prospettive di sostegno allo sviluppo del Mezzogiorno e dei settori produttivi interessati. Il cambiamento delle percentuali rispetto al passato, e in particolare la distanza rispetto all’integrale riconoscimento visto nel 2024, comporterà un riassetto nelle strategie d’investimento e nella pianificazione aziendale, sottolineando l’importanza di valutare non solo le opportunità, ma anche le insidie proprie dei nuovi criteri di riparto.

Funzionamento dei crediti d'imposta: meccanismo della ZES Unica e nuovi criteri di riparto per il 2025

Il credito d’imposta destinato agli investimenti produttivi nel Sud Italia ha assunto, dal 2024, una veste rinnovata grazie alla formazione della ZES Unica, che riunisce le precedenti zone economiche speciali delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Questo strumento, disciplinato dalla Legge di Bilancio 2025 (l. 207/2024), prevede un incentivo fiscale sotto forma di credito compensabile per chi investe in beni strumentali nuovi - macchinari, attrezzature, immobili e terreni - destinati alle strutture produttive presenti nel territorio.

Il principio cardine del meccanismo attuale è rappresentato dal cosiddetto “rubinetto”, ovvero un plafond di spesa massimo predisposto a monte dal legislatore. Per il 2025 la dotazione finanziaria è stata fissata a 2,2 miliardi di euro. Questo importo viene confrontato con la mole di crediti d’imposta potenzialmente spettanti, risultante dalle domande avanzate dalle imprese nel periodo previsto. Qualora il totale delle richieste ammissibili superi il budget disponibile, l’ammontare effettivamente riconosciuto a ciascuna azienda viene ridotto in misura proporzionale.

Per l’anno in corso, il provvedimento prot. n. 570046 dell’Agenzia delle Entrate ha ufficializzato una percentuale fruibile pari al 60,3811%: per ogni 100 euro teorici maturati, solo poco più di 60 potranno essere effettivamente utilizzati tramite compensazione nel modello F24, senza possibilità di rimborso diretto. Questo calcolo nasce dal rapporto tra disponibilità (2,2 miliardi di euro) e richieste complessive (oltre 3,6 miliardi).

Un confronto significativo rispetto al 2024: lo scorso anno il riparto, inizialmente molto basso a causa delle stime “speculative”, si attestò poi al 100% grazie alle rinunce di “richiedenti fittizi” e a un incremento dello stanziamento. Il dato 2025, invece, fotografa una situazione definitiva, con la percentuale che resta stabile sin dalla pubblicazione della graduatoria.

L’incentivo non riguarda solo la ZES Unica. Le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) e le aree delle regioni Marche e Umbria sono incluse in analoghi meccanismi di calcolo e riparto. Un focus specifico è stato inoltre riservato a chi opera nella produzione primaria di prodotti agricoli, nel settore forestale e nella pesca-acquacoltura, in virtù dei limiti e delle peculiarità imposte dalla normativa europea.

La modalità di fruizione prevede, per tutte le categorie ammesse, l’utilizzo del credito esclusivamente in compensazione tramite F24, in coerenza con l’art. 17 del d.lgs. 241/1997. Non sono ammesse altre forme di beneficio, fatto che rafforza il legame tra incentivo e contribuzione fiscale ordinaria. Le istruzioni operative chiariscono inoltre tempi e modalità di verifica da parte degli uffici finanziari e raccomandano la puntuale conservazione della documentazione.

Area di intervento Percentuale fruibile 2025
ZES Unica (Mezzogiorno) 60,3811%
Imprese agricole, pesca, forestale Da provvedimento specifico, comunque inferiore rispetto al 2024
ZLS e aree Marche/Umbria Percentuali definite in provvedimenti dedicati

La trasparenza del nuovo sistema è stata apprezzata per la chiarezza nei calcoli e per l’assenza di aggiustamenti successivi, benché numerose associazioni di categoria abbiano lamentato che la riduzione dell’agevolazione pone a rischio l’attrattività del Sud per nuovi investimenti.

Implicazioni pratiche e criticità per le imprese: scenari regionali e prospettive future

L’impatto delle nuove percentuali si è fatto sentire in modo diverso sul territorio. Secondo i dati ufficiali, la Campania si conferma il motore del sistema, generando quasi il 40% della domanda nazionale di crediti, seguita da Sicilia e Puglia. Quest’ultima, assieme alle zone logistiche, mostra una forte reattività agli stimoli fiscali, grazie a una struttura imprenditoriale dinamica e votata all’innovazione.

Le principali associazioni regionali, come nel caso della CNA Sicilia, hanno manifestato forte preoccupazione per la drastica riduzione della quota riconoscibile rispetto alle aspettative. Secondo quanto riportato dai rappresentanti, per le PMI siciliane l’agevolazione scende a poco più del 36% (inferiore rispetto al 60% del 2024), mettendo a rischio piani di investimento già in fase di esecuzione e generando incertezza nella programmazione.

  • Le imprese devono rivedere i business plan basati su percentuali più elevate.
  • La diminuzione del beneficio ha riflessi diretti sulla liquidità e sui flussi di cassa.
  • Il rischio di rinuncia agli investimenti programmati cresce nelle zone più deboli economicamente.
Un ulteriore elemento critico riguarda la natura stessa dello strumento “a rubinetto”, che pur salvaguardando la finanza pubblica, introduce un margine di aleatorietà che rischia di scoraggiare gli investimenti nella manifattura avanzata e nell’innovazione tecnologica. Le imprese, soprattutto di piccola e media dimensione, si trovano a dover gestire scelte strategiche in condizioni di instabilità normativa e senza certezze sulle effettive ricadute degli incentivi annunciati.

Non mancano tuttavia valutazioni più equilibrate: gli analisti sottolineano come il 2025 abbia registrato un incremento sia degli investimenti produttivi sia delle richieste di agevolazione. Si osserva un saldo positivo negli investimenti medi, con segnali di miglioramento della propensione ad ammodernare impianti e processi, in linea con gli obiettivi di sviluppo territoriale sostenuti dalla ZES e dalle altre misure collegate.

Guardando al prossimo futuro, la proroga della ZES Unica fino al 2028, prevista nella manovra di bilancio, rappresenta un segnale di continuità ma impone una riflessione sulla necessità di calibrare meglio le dotazioni rispetto alla domanda reale. Per evitare che si diffonda un senso di sfiducia tra le filiere produttive del Sud e dei settori agricolo e ittico, sarà necessario operare una revisione delle modalità di riparto, favorendo processi più stabili e una maggiore trasparenza nell’assegnazione dei benefici.

L’evoluzione degli incentivi fiscali e le esperienze del 2025 forniscono quindi una traccia importante per i policy maker e i responsabili aziendali: l’adeguamento costante delle politiche di sviluppo e la tempestività nell’adattare le strategie di impresa saranno elementi determinanti per cogliere con successo le opportunità offerte dal sistema delle agevolazioni nel Mezzogiorno e nelle aree produttive ad alto potenziale.