L'interesse per i certificati di investimento ha registrato un notevole incremento negli ultimi anni, trainato sia dall'ampiezza delle offerte disponibili sia dall'evoluzione dei bisogni degli investitori. Questi strumenti hanno preso piede nei portafogli degli italiani grazie alla loro capacità di rispondere a esigenze di diversificazione e a una gamma di profili di rischio che va dall'investitore prudente a quello più speculativo.
La presenza di sottostanti diversificati, come azioni, indici, panieri tematici e materie prime, consente ai certificati di posizionarsi come alternativi rispetto a forme classiche come azioni, obbligazioni o fondi. Ciò permette di cogliere opportunità di rendimento in contesti di mercato anche complessi, adattando la strategia alle proprie aspettative e orizzonti temporali.
Il contesto regolamentare, con mercati dedicati e un quadro normativo che tutela la trasparenza, offre ulteriori garanzie all'investitore che si avvicina a questi strumenti che risultano, comunque, complessi e non privi di rischi. Quindi consigliabili ad investitori con una buona educazione finanziaria e scelti dopo una attenta analisi, anche supportata da consulenti ed esperti
Cosa sono i certificati di investimento e come funzionano
I certificati di investimento rappresentano strumenti finanziari complessi, emessi tipicamente da istituti bancari, che offrono la possibilità di partecipare alla performance di uno o più sottostanti senza detenere direttamente l’asset. Il rendimento del certificato dipende da regole prestabilite collegate all’andamento di questi sottostanti, che possono essere azioni, indici, valute, materie prime o panieri tematici. Lo strumento incorpora una combinazione di opzioni finanziarie, che definiscono le condizioni economiche e i potenziali rendimenti o perdite in diversi scenari di mercato.
Ogni certificato di investimento viene emesso con caratteristiche definite: valore nominale, prezzo di emissione, scadenza e, dove previsto, il pagamento di cedole periodiche. Il funzionamento è regolato da parametri chiave: lo strike price (valore di riferimento del sottostante alla data di emissione), eventuale barriera (livello di protezione del capitale), e le modalità di rimborso a scadenza. In alcuni casi, è prevista la possibilità di rimborso anticipato se si verificano determinate condizioni.
Le caratteristiche principali dei certificati:
- Esposizione direzionale: a seconda della struttura, il certificato può consentire sia una posizione rialzista che ribassista sul mercato di riferimento.
- Protezione del capitale: alcune strutture offrono protezione totale o condizionata del capitale investito.
- Rendimenti condizionati: la remunerazione può essere correlata al rispetto delle soglie di prezzo del sottostante e alle performance di mercato.
L'acquisto di un certificato avviene tipicamente tramite mercati regolamentati o direttamente presso l’emittente in collocamento. Una volta acquisito, il suo valore di mercato può cambiare nel tempo, riflettendo la variazione del sottostante e delle condizioni di mercato. Gli investitori possono decidere di detenere il certificato fino alla scadenza, beneficiando delle condizioni inizialmente previste, oppure venderlo sul mercato secondario prima di tale data.
Quindi, in questo senso, i certificari presentano 2 vantaggi:
- Strumenti quotati: la loro trasparenza è garantita dalla quotazione su mercati specializzati.
- Versatilità d’uso: possono essere inseriti in molteplici strategie di portafoglio, grazie alla varietà di payoff configurabili.
Questi prodotti si adattano così a diverse strategie, dai portafogli alla ricerca di rendimenti regolari a quelli più orientati alla speculazione, offrendo soluzioni di investimento flessibili anche per esigenze specifiche.
Le principali tipologie di certificati: caratteristiche e differenze
Le diverse tipologie di certificati mirano a soddisfare profili di rischio e obiettivi di investimento differenti, distinguendosi per la struttura, il livello di protezione e la modalità di partecipazione al rendimento del sottostante.
Le tipologie di certificati attualmente sul mercato sono sei:
- Certificati a capitale protetto: garantiscono la restituzione integrale del capitale nominale a scadenza, anche in caso di andamento sfavorevole del sottostante. Ideali per chi ricerca sicurezza, offrono però rendimenti generalmente inferiori rispetto ad altre categorie, in quanto il basso rischio viene compensato con opportunità di guadagno limitate.
- Certificati a capitale condizionatamente protetto: assicurano la protezione del capitale solo se il valore del sottostante non scende sotto una determinata soglia (barriera) durante la vita del certificato. In caso di violazione della barriera la perdita può riflettere quella del sottostante, ma finché la barriera tiene, è prevista la restituzione del capitale investito e spesso il pagamento di cedole.
- Certificati a capitale non protetto (o di partecipazione/benchmark): replicano totalmente o parzialmente la performance del sottostante, senza garanzia sulla restituzione del capitale a scadenza. Sono destinati a investitori con maggiore propensione al rischio, desiderosi di cogliere interamente il potenziale rialzo (o ribasso, nei casi short) di un asset o settore.
- Bonus certificate: prevedono il pagamento di un premio (bonus) se il sottostante si mantiene oltre una data barriera; in caso contrario, la dinamica del certificato replica quella del sottostante, talvolta con perdita del bonus e capitale solo parzialmente protetto.
- Certificati a leva: offrono un rendimento più che proporzionale rispetto ai movimenti del sottostante, amplificando sia i guadagni che le perdite. Tipicamente indicati per operazioni speculative di breve periodo, implicano un rischio elevato.
- Certificati con cedole (Cash Collect, Maxi Cedola, Airbag, Express): prevedono il pagamento di flussi periodici, condizionati o meno al comportamento del sottostante. Alcune strutture incorporano meccanismi automatici di rimborso anticipato.
La scelta tra queste categorie si basa sulla valutazione approfondita di obiettivi personali, propensione al rischio e orizzonte temporale dell’investimento,con un occhio importante sempre sulla solidità dell’emittente.
Elementi chiave dei certificati per capirli al meglio: sottostante, barriera, cedole e scadenza
Per comprendere il funzionamento e la struttura dei certificati è essenziale analizzare alcuni elementi fondamentali:
- Sottostante: rappresenta il riferimento su cui si basa la struttura del certificato. Può trattarsi di un’azione, di un indice, di un paniere tematico, di materie prime o di una valuta. La scelta del sottostante influisce direttamente su rischi, opportunità di rendimento e settore di esposizione.
- Barriera: costituisce il livello soglia oltre il quale la protezione del capitale investito decade, in tutto o in parte. La presenza di una barriera – fissata a una certa distanza dal prezzo di riferimento iniziale – stabilisce condizioni di rimborso penalizzanti solo nel caso di eventi avversi significativi. Il posizionamento percentuale della barriera (ad esempio, 60% o 70% dello strike price) ne determina il livello di rischio.
- Cedole: rappresentano i flussi periodici che l’investitore può percepire. Le modalità di erogazione delle cedole variano: alcune sono garantite, altre dipendono dal raggiungimento o dal mantenimento di determinate condizioni (ad esempio, che il sottostante non violi la barriera). Esistono poi strutture in cui le cedole aumentano o variano alla luce dell’andamento del mercato.
- Scadenza: indica la durata temporale del certificato. Può variare da pochi mesi a diversi anni. Alla data di scadenza, l’emittente rimborsa il capitale secondo le condizioni originarie, considerando il comportamento del sottostante e le eventuali soglie di protezione definite al momento dell’emissione.
L’analisi combinata di questi elementi gdeve guidare il processo di scelta dell'investitore in modo da scegliere il certificato più adatto al proprio grado di rischio e obiettivi di rendimento.
Vantaggi e opportunità offerte dai certificati di investimento"
L’universo dei certificati offre una vasta gamma di vantaggi per chi ricerca soluzioni finanziarie personalizzate e strumenti flessibili, adattabili a diversi scenari di mercato e obiettivi di gestione del patrimonio.
In modo particolare, i certificati presentano questi vantaggi (ma ripetiamo, occorre avvcinarsi al mondo dei certificati con massima prudenza e capacità finanziarie):
- Diversificazione: permettono un’esposizione mirata a settori, tematiche o singoli titoli che possono risultare complessi da replicare tramite strumenti tradizionali. Grazie a questa caratteristica, la costruzione di portafogli bilanciati e differenziati risulta più agevole.
- Flessibilità progettuale: la grande varietà di strutture (bonus, a leva, condizionati, con cedole) permette di calibrare il livello di rischio e rendimento sulla base delle proprie esigenze, sia per strategie conservative che orientate al recupero di minusvalenze o alla speculazione.
- Accesso a mercati e strategie sofisticate: consentono di replicare strategie volte a ottenere ritorni in fasi di mercato stabili, crescenti o persino in ribasso, sfruttando la possibilità di posizionamento short, combinando opzioni, coperture o leve finanziarie.
- Protezione del capitale: alcune tipologie offrono livelli variabili di difesa, favorendo l’investitore che desidera tutelarsi da discese marcate dei mercati ma mantenendo il potenziale di rendimento superiore rispetto a obbligazioni e soluzioni a tasso fisso.
- Flussi periodici: le strutture che prevedono il pagamento di cedole rappresentano una soluzione per chi ricerca una generazione di reddito costante anche durante fasi laterali o negative dei mercati sottostanti.
- Efficienza fiscale: la natura di "redditi diversi" consente una gestione vantaggiosa della fiscalità, garantendo la possibilità di compensazione con minusvalenze da altri strumenti.
- Trasparenza e liquidità: la quotazione su mercati regolamentati permette la verifica in tempo reale dei prezzi e delle condizioni, facilitando operazioni di acquisto e vendita con maggiore controllo rispetto a strumenti non quotati.
Rischi e svantaggi dei certificati: cosa valutare prima di investire
L’investitore che valuta i certificati deve considerare attentamente alcuni rischi inerenti e svantaggi strutturali di prodotti come, già detto, non semplici e non certamente alla portata di tutti. I seguenti elementi evidenziano le principali criticità da ponderare:
- Rischio emittente: Il valore del certificato dipende dalla solidità finanziaria dell’istituto che lo emette. In caso di insolvenza o default della banca, il capitale investito può essere a rischio, poiché tali strumenti non hanno garanzia dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. La qualità creditizia dell’emittente deve essere oggetto di un’analisi preventiva dettagliata.
- Rischio di mercato: Le fluttuazioni del sottostante influenzano direttamente il valore del certificato. Anche con barriere o protezioni condizionate, il capitale può essere eroso nel caso di andamenti avversi persistenti o violazione dei parametri di protezione stabiliti. L’investitore deve valutare il rischio specifico del sottostante, la sua volatilità e la coerenza dello scenario di investimento scelto.
- Rischio di liquidità: Sebbene negoziati su mercati organizzati, i certificati possono soffrire una liquidità ridotta rispetto ad azioni e obbligazioni standard. Spread denaro-lettera più ampi e book di negoziazione meno profondi possono comportare maggiori costi di uscita o difficoltà a vendere lo strumento prima della scadenza, specialmente in situazioni di tensione sui mercati.
- Costi occulti: Oltre alle commissioni di acquisto o collocamento, i certificati possono incorporare costi impliciti derivanti dalla struttura delle opzioni e dalla marginalità per l’emittente. Questi oneri possono ridurre sensibilmente il rendimento effettivo rispetto a soluzioni alternative.
- Durata e orizzonte temporale: La scadenza fissa di molti certificati obbliga a una valutazione attenta della tempistica di ingresso. L’investitore che necessita di liquidare il prodotto in anticipo può essere penalizzato da condizioni di mercato sfavorevoli, rinunciando ai benefici previsti dalla struttura a scadenza.
- Complessità strutturale: I meccanismi di funzionamento possono risultare opachi per chi non possiede conoscenze avanzate. Una comprensione superficiale delle logiche di payoff, delle opzioni incorporate e delle condizioni di rimborso costituisce un significativo rischio operativi e comportamentale.
- Rendimento non garantito: In presenza di condizioni di mercato sfavorevoli, anche le componenti contrattualmente promesse (come cedole o bonus) possono non essere corrisposte, ridimensionando o azzerando le aspettative di guadagno iniziali.
Fiscalità dei certificati: tassazione, redditi diversi e recupero minusvalenze
Gli aspetti fiscali legati ai certificati rivestono particolare importanza nelle strategie di gestione patrimoniale. In Italia, i risultati derivanti dalla vendita o dalla scadenza di questi strumenti sono trattati come redditi diversi di natura finanziaria.
Da ricodare, quindi, i seguenti principi basi sulla tassazione dei certificati, con un occhio particolare alla possibilità di usarli in ottica fiscale come strumento per recuperare perdite:
- Aliquota fiscale: Sulle plusvalenze realizzate viene applicata l’imposta del 26%, in linea con altre tipologie di strumenti finanziari
- Recupero minusvalenze: Uno dei vantaggi consiste nella possibilità di compensare le perdite realizzate su altri titoli (ad esempio azioni o obbligazioni) con i profitti ottenuti tramite certificati, a condizione che siano anch’essi qualificati come "redditi diversi". Tale recupero può avvenire nell’arco di quattro anni solari successivi alla maturazione della perdita.
- Tassazione delle cedole: Gli importi periodici percepiti sotto forma di cedole o bonus sono anch’essi soggetti alle stesse regole di tassazione, venendo inclusi determinando l’imponibile totale per l’investitore.
- Gestione fiscale amministrata: In presenza di rapporti amministrati presso le banche, gli intermediari applicano direttamente la ritenuta, semplificando gli adempimenti per l’investitore e consentendo la gestibilità delle compensazioni tra minusvalenze e altri redditi finanziari.
Come selezionare i certificati più adatti: criteri e parametri di valutazione
Selezionare il certificato appropriato richiede un’accurata valutazione di diversi parametri strutturali e un’analisi delle proprie esigenze patrimoniali. La scelta deve rispecchiare la coerenza tra profilo di rischio, obiettivi di rendimento e orizzonte temporale dell’investitore.
Bisogna, assolutamente, considerare:
- Analisi del sottostante: Verificare la natura, la volatilità storica e le prospettive di crescita dell’asset di riferimento. Un sottostante idoneo deve essere allineato alla strategia complessiva del portafoglio.
- Livello della barriera e protezione: Valutare la distanza della barriera dal valore iniziale e la tipologia di copertura implicita. Maggior distanza implica più protezione ma spesso un rendimento potenziale inferiore.
- Rendimento potenziale: Confrontare i livelli di cedole, bonus e premi rispetto al rischio assunto e alle soluzioni alternative disponibili.
- Durata: Considerare la scadenza e la presenza di meccanismi di rimborso anticipato, in relazione agli obiettivi temporali dell’investitore.
- Rating dell’emittente: Valutare la solidità finanziaria e la reputazione della banca o dell’istituzione emittente, dato che il rischio emittente incide direttamente.
- Liquidità: Prediligere certificati quotati su mercati regolamentati con volumi di scambio adeguati e spread denaro/lettera contenuti.
- Costi: Analizzare commissioni di sottoscrizione, gestione ed eventuali oneri impliciti che influenzano il rendimento netto.
- Valutazione prospetto e KID: Esaminare scrupolosamente i documenti informativi, in particolare il KID (Key Information Document), per comprendere rischi, scenari di rendimento e condizioni contrattuali.
Strategie operative e gestione del portafoglio con i certificati
L’inserimento dei certificati in un portafoglio permette l’attuazione di molteplici strategie operative. Tali strumenti vengono utilizzati sia per gestire la volatilità che per sfruttare specifiche opportunità di mercato, grazie alla vasta gamma di payoff disponibili.
Attraverso i certificati, si possono cercare di soddisfare diversi obiettivi ed esigenze:
- Diversificazione: Integrando certificati legati a sottostanti differenti (titoli azionari, indici, panieri tematici), è possibile ridurre il rischio complessivo del portafoglio e accedere a segmenti altrimenti difficilmente replicabili con strumenti tradizionali.
- Ottimizzazione del rendimento: L’utilizzo di soluzioni con cedole periodiche e protezione condizionata si rivela utile per perseguire un flusso di reddito costante, particolarmente interessante in contesti di tassi bassi o mercati laterali.
- Gestione della liquidità: Inserire certificati di breve durata, scadenzati a rotazione, può consentire una gestione dinamica delle scadenze e una migliore pianificazione degli incassi.
- Copertura e speculazione: Strutture a leva o reverse (short) offrono strumenti per coprire posizioni già presenti nel portafoglio, oppure per beneficare di fasi negative dei mercati, sempre in coerenza con la propensione al rischio dell’investitore.
- Efficienza fiscale: Impostando gli acquisti in funzione del recupero minusvalenze pregresse, si ottimizza l’impatto delle imposte sul rendimento totale.
Esempi pratici di investimento in certificati: casi reali e scenari applicativi
Per comprendere le applicazioni operative dei certificati, si possono analizzare alcuni scenari reali e ipotesi d'investimento che evidenziano la versatilità di questi strumenti nelle diverse fasi di mercato.
Si possono ipotizzare tre esempi, legati ad altrettanti differenti scenari
- Cash Collect su indice azionario: Un investitore acquista un certificato Cash Collect legato a un indice europeo con barriera al 60% e cedola trimestrale del 2,5%. Nel caso in cui l’indice si mantenga sopra la barriera, vengono corrisposte le cedole; se il valore dell’indice a scadenza è superiore al livello barriera l’investitore ottiene la restituzione del capitale e tutte le cedole maturate. Se la barriera viene infranta, può subire una perdita allineata alla performance negativa dell’indice.
- Certificato Bonus Cap su azione italiana: Un risparmiatore orientato al contenimento delle perdite decide di sottoscrivere un Bonus Cap su un titolo FTSE MIB con il bonus attivo se il titolo non scende mai sotto l’80% del livello iniziale durante la vita residua. Se questa condizione è rispettata si ottiene il bonus predeterminato, altrimenti il risultato riproduce l’andamento dell’azione sottostante.
- Certificato a leva long/short: Un’operazione tattica può coinvolgere la scelta di un certificato a leva per sfruttare movimenti marcati di breve periodo. Ad esempio, se un investitore anticipa una crescita repentina su un’azione tecnologica statunitense, il certificato a leva triplica il rialzo – o, in caso di posizione short, amplifica anche la perdita se il prezzo invece sale.
In sintesi:
Tipologia |
Sottostante |
Barriera |
Cedole/Bonus |
Cash Collect |
Indice Euro Stoxx |
60% |
10% annuo |
Bonus Cap |
Azioni bancarie |
80% |
Bonus 12% |
Leva |
Indice Nasdaq |
- |
Moltiplicatore 3x |
Conviene investire in certificati? Considerazioni finali e consigli pratici
La valutazione sull’opportunità di investire in certificati richiede, davvero, la massima attenzione visto i rischi connessi (senza, dimenticare, comunque, le oppurtunità). Questi strumenti sono apprezzati dagli investitori esperti che intendono accedere a strategie tendenzialmente riservate a operatori professionali, con la possibilità di generare reddito periodico, ottimizzare il carico fiscale o seguire i trend di mercato con soluzioni speculativamente avanzate..
Occorre, dunque, come più volte già ribadito avere buone, se non ottime competenze finanziarie.
Detto questo, in sintesi, prima di scegliere su quale certificato investire, occorre procedere con i seguenti passaggi:
- Pianificazione: La posizione dei certificati all’interno del portafoglio dovrebbe essere coerente con obiettivi, tolleranza al rischio e orizzonte temporale. Un’analisi approfondita delle condizioni contrattuali e una comprensione delle logiche di funzionamento risultano imprescindibili.
- Selezione accurata: L’identificazione di strumenti solidi passa attraverso la verifica delle condizioni finanziarie dell’emittente, il confronto tra le proposte disponibili e la selezione di prodotti con elevati livelli di trasparenza, liquidità e protezione
- Professionalità: Per i risparmiatori meno esperti, la consulenza specializzata con un professionista abilitato può fare la differenza, soprattutto nella valutazione delle condizioni di mercato e nella gestione attiva delle posizioni.
- Confronto con alternative: È opportuno paragonare i certificati con strumenti a basso costo e a struttura trasparente, come ETF o obbligazioni, per valutare l’effettivo valore aggiunto rispetto alla complessità e ai costi occulti.
- Monitoraggio continuo: Una gestione dinamica contempla la revisione delle scelte nel tempo, sia in risposta a mutamenti di scenario che a innovazioni di prodotto, per mantenere il portafoglio allineato ai propri obiettivi.
FAQ-Domande frequenti sui certificati di investimento
- Quali sono i principali vantaggi fiscali?
La possibilità di compensare minusvalenze e plusvalenze nell’arco di quattro anni solari garantisce una gestione più efficiente della fiscalità rispetto a molti strumenti tradizionali.
- Come posso monitorare il valore e i rischi del mio certificato?
Attraverso la piattaforma della banca o del broker è possibile consultare il prezzo di mercato, le condizioni attuali del sottostante e scenari di rimborso. I mercati regolamentati forniscono inoltre quotazioni in tempo reale.
- Cosa succede in caso di default dell’emittente?
Il capitale investito è a rischio e non esiste garanzia di rimborso da fondi di tutela specifici. È essenziale valutare attentamente il rating e la solidità dell’emittente prima dell’acquisto.
- Quando è possibile ricevere le cedole?
Dipende dalla struttura del certificato: alcune prevedono pagamenti periodici condizionati al rispetto della barriera, altre erogano cedole fisse a intervalli predeterminati.
- Come si acquistano o vendono certificati?
I certificati sono quotati su mercati organizzati; è possibile operare tramite home banking, piattaforme di trading o rivolgendosi alla propria banca.
- Esistono certificati adatti a profili prudenti?
Alcuni certificati prevedono la restituzione totale del capitale a scadenza, ma la sicurezza dipende sempre dalla solvibilità dell’emittente e dalla struttura di protezione scelta.