Nel 2025 i certificati di investimento offrono opportunità e rischi diversificati. Analisi di strutture, rendimenti, protezione, cedole e strategie per orientarsi tra le principali tipologie e scegliere soluzioni sostenibili.
L’attenzione verso i certificati di investimento ha conosciuto una crescente rilevanza negli ultimi anni, accompagnata da una maggiore domanda di prodotti finanziari capaci di offrire protezione, flessibilità ed esposizione selettiva alle principali asset class.
Il contesto del 2025 si caratterizza per un ambiente di tassi d’interesse persistentemente elevati rispetto al decennio precedente, una rinnovata volatilità sui mercati azionari e la ricerca di strumenti alternativi ai tradizionali titoli di Stato e obbligazionari per ottimizzare la gestione del patrimonio. In questa cornice, gli investitori si orientano verso soluzioni che consentano di equilibrare rendimento atteso e controllo del rischio, adottando un approccio razionale e diversificato nell’allocazione delle risorse.
I certificati d’investimento sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati, emessi principalmente da banche d’investimento. La loro peculiarità consiste nell’offrire una gamma di payoff differenti, legati all’andamento di attività sottostanti quali azioni, panieri azionari, indici, materie prime, tassi di cambio e perfino obbligazioni. La struttura può prevedere:
Le previsioni per il 2025 indicano che i rendimenti medi dei certificati d’investimento a capitale condizionatamente protetto possono variare dal 6% all’11% lordo annuo, a seconda della struttura scelta, della profondità della barriera e della volatilità del sottostante. Registrando l’aumento della domanda per strutture di protezione parziale, i prodotti con barriera al 50% restano tra i più ricercati grazie alla loro resilienza anche in contesti ribassisti.
Tipologia |
Rendimento Lordo Stimato |
Protezione Capitale |
Capitale protetto |
2% - 4% |
Totale/parziale |
Condizionato (barriera profonda 50-60%) |
6% - 11% |
Condizionata |
Non protetto |
11% - oltre 15% |
Nessuna |
Il confronto con strumenti alternativi, quali obbligazioni high yield o ETF a distribuzione di dividendi, evidenzia come i certificati offrano profili rischio/rendimento commisurati al grado di protezione e alla complessità della struttura. Tuttavia, occorre ricordare che la selezione del singolo prodotto deve avvenire considerando la solidità dell’emittente e l’adeguatezza rispetto al proprio orizzonte temporale.
I prodotti a capitale protetto risultano indicati per chi mira a una difesa pressoché completa del capitale, accettando rendimenti modesti. I certificati a capitale condizionato, come Cash Collect e Bonus Cap, bilanciano rendimento e difesa del capitale, purché le barriere non vengano violate. In ambienti di incertezza, barriere più profonde (50%) sono preferite per la loro maggiore resilienza. I certificati non protetti, invece, sono strumenti efficienti per investitori evoluti: offrono accesso a strategie con maggiore leva e potenzialità di rendimento, tuttavia esprimono la totale esposizione al rischio sottostante.
Nel 2025, assume rilievo la struttura cedolare dei certificati Cash Collect, che prevedono il pagamento di premi periodici a condizione che le barriere non vengano toccate. Tra le caratteristiche salienti troviamo:
Diventa allora interessante capire quali sono strategie di portafoglio tra diversificazione, fiscalità e confronto con altri strumenti finanziari