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Guida al concordato preventivo: cos, come funziona, procedure, vantaggi e rischi

Chi pu aderire e come al concordato preventivo fiscale e quali sono i vantaggi che offre: cosa prevede la normativa vigente

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Guida al concordato preventivo: cos, c

Il concordato preventivo biennale rappresenta una delle più significative novità nel sistema fiscale italiano, ideata per rafforzare la collaborazione tra contribuenti titolari di partita IVA e amministrazione finanziaria.

Questa misura, in vigore dal 2024, offre la possibilità di definire in modo anticipato l’importo delle imposte dovute per due anni consecutivi, basandosi su proposte formulate dall’Agenzia delle 

La misura si inserisce nel più ampio quadro della riforma tributaria, con l’obiettivo di promuovere l’adempimento spontaneo degli obblighi fiscali e, contemporaneamente, di potenziare la compliance fiscale in Italia.

Cos’è il concordato preventivo biennale e obiettivi della misura

Il concordato preventivo è un patto biennale tra titolari di partita IVA e amministrazione fiscale che ha il compito di elaborare una proposta di reddito su basi oggettive, dati storici e proiezioni di settore, fornendo così ai contribuenti la possibilità di conoscere in anticipo l’importo delle imposte dovute per due anni.

L’accettazione della proposta comporta l’impegno a dichiarare e versare, nell’arco del biennio, le imposte calcolate su tale importo, anche se il reddito effettivo risultasse diverso.

Obiettivi del concordato preventivo biennale sono:

  • Aumentare la certezza fiscale e la trasparenza nei rapporti tra contribuenti e Agenzia delle Entrate.
  • Ridurre il rischio di accertamenti e contenziosi, rafforzando la compliance.
  • Definire ex ante delle imposte dovute limita l’esposizione dei soggetti a variazioni impreviste del carico fiscale.
  • Sostenere le partite IVA nelle attività di pianificazione finanziaria e gestionale, favorendo la stabilità economica per microimprese e professionisti.

Il processo si fonda sull’utilizzo integrato dei dati dichiarativi già trasmessi dai contribuenti, informazioni delle banche dati e indicatori macroeconomici.

Chi può aderire al concordato preventivo biennale: soggetti e requisiti

La platea dei potenziali aderenti al concordato preventivo include persone fisiche e giuridiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), nonché contribuenti aderenti al regime forfettario limitatamente al periodo d’imposta 2024. I requisiti d’accesso richiedono:

  • Regolarità fiscale: è necessario non avere debiti fiscali o previdenziali superiori a 5.000 euro oppure averli estinti nei termini previsti.
  • Assenza di cause di esclusione come mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi negli ultimi tre anni o condanne per specifici reati tributari e finanziari.
  • Per le società, non devono essere in corso fusioni, scissioni o altre operazioni straordinarie che modifichino sostanzialmente l’attività.

I titolari di partita IVA che nel periodo d’imposta precedente abbiano conseguito redditi esenti, esclusi o non concorrenti alla base imponibile oltre una certa soglia (40%) restano esclusi.  

La normativa prevede ulteriori limiti per società e associazioni che abbiano modificato la compagine sociale o la titolarità dei redditi nei periodi di riferimento. Solo in presenza di tutti i requisiti indicati è possibile procedere all’adesione all’accordo con l’Agenzia delle Entrate.

Procedure di adesione: come funziona e quali passaggi seguire

L’adesione al concordato preventivo biennale avviene secondo una specifica procedura. L’Agenzia delle Entrate genera la proposta utilizzando una piattaforma digitale specifica, integrando dati fiscali, indicatori di settore e informazioni contabili. Il contribuente può visualizzare la proposta accedendo al proprio cassetto fiscale o tramite intermediari abilitati.

Per i soggetti ISA, la proposta viene calcolata tramite il software "Il tuo ISA 2024 CPB" e si inseriscono i dati nei quadri della dichiarazione dei redditi dedicati, mentre per i contribuenti in regime forfettario, la compilazione avviene all’interno del quadro LM del modello Redditi PF.

Una volta ricevuta la lettera di proposta, l’aderente verifica eventuali eventi eccezionali che potrebbero giustificare variazioni, anche attraverso la compilazione di specifici codici nei modelli di adesione.

L’accettazione dell’accordo è formalizzata barrando le caselle previste nei modelli, indicando il reddito concordato e confermando l’assenza di cause di esclusione.

La trasmissione dei modelli CPB o Redditi PF avviene esclusivamente per via telematica, entro le scadenze annualmente fissate.

In caso di errori o omissioni, è possibile effettuare integrazioni tramite dichiarazione integrativa nei termini previsti dal sistema tributario.

Tempistiche e modulistica: scadenze, modelli e strumenti operativi

Le tempistiche e la modulistica per la procedura sono definite annualmente dall’Agenzia delle Entrate che rende disponibile (dal 2026 il termine è fissato al 15 aprile) il software, accessibile sia ai contribuenti che agli intermediari fiscali e:

  • La scadenza per l’adesione è fissata al 30 settembre, ossia entro il nono mese successivo alla chiusura del periodo d’imposta per cui si richiede l’applicazione.
  • I titolari di partita IVA devono trasmettere il modello CPB o, per i forfettari, il quadro LM della dichiarazione, utilizzando la procedura telematica ufficiale.
  • Per la gestione dei pagamenti, l’agenzia specifica i codici tributo da inserire nei modelli F24 relativi ai versamenti delle imposte concordate.

I modelli sono resi disponibili sul sito dell'Agenzia delle Entrate e aggiornati secondo le eventuali modifiche normative.

I contribuenti possono accedere agli strumenti operativi direttamente online o avvalersi di professionisti abilitati per la predisposizione e l’invio della documentazione. 

Cosa succede dopo l’adesione: effetti sulla fiscalità, adempimenti e accertamenti

Dopo l’accettazione della proposta, il contribuente è vincolato a rispettare le condizioni stabilite e a inserire l’importo concordato nelle proprie dichiarazioni dei redditi e IRAP per il periodo interessato.

Le imposte dovute vengono determinate esclusivamente sul valore concordato, indipendentemente dai risultati effettivi dell’attività svolta durante il biennio di riferimento. 

E' sempre bene ricordare che:

  • Gli ordinari adempimenti contabili e dichiarativi restano obbligatori, incluse le regole consuete per l’IVA, la fatturazione elettronica e la trasmissione dei corrispettivi.
  • I soggetti che accettano la proposta godono di benefici premiali come esoneri dal visto di conformità per alcune compensazioni di crediti e riduzione dei controlli fiscali ordinari.
  • Durante il biennio, le attività di accertamento presuntivo da parte dell’Agenzia delle Entrate vengono sospese: non sono ammesse rettifiche sulla base di presunzioni semplici relative ai redditi oggetto del patto.

Vantaggi del concordato preventivo biennale per partite IVA e imprese

Uno dei principali vantaggi del concordato preventivo fiscale è la certezza dell'imposizione fiscale: i contribuenti, conoscendo con anticipo l'ammontare delle imposte dovute, hanno la possibilità di gestire meglio flussi di cassa, programmare investimenti e modulare risorse interne senza il timore di incappare in variazioni imprevedibili del fisco.

Sono inoltre previste:

  • La riduzione del rischio accertamenti incide positivamente sulla serenità gestionale. Sospendendo le verifiche presuntive e limitando il ricorso a controlli invasivi, il rapporto tra impresa o professionista e amministrazione finanziaria si fa più disteso e improntato alla trasparenza.
  • I benefici premiali si manifestano anche con esoneri dal visto di conformità per l’utilizzo di crediti fiscali in compensazione fino a specifiche soglie (70.000 euro per l’IVA e 50.000 per IRPEF, IRAP e IRES), semplificando la gestione tributaria ordinaria.
  • L’esclusione della tassazione su maggiori redditi rispetto a quelli concordati premia le attività più dinamiche. In caso di introiti superiori alle stime, nessuna imposta aggiuntiva verrà richiesta sul surplus.
  • La misura incentiva inoltre una pianificazione finanziaria di lungo termine e favorisce investimenti, grazie alla prevedibilità del carico fiscale.
  • Per le partite IVA più piccole e le microimprese, il beneficio si traduce anche in una maggiore semplicità amministrativa, limitando il contenzioso e le richieste documentali da parte degli organi di controllo.
  • Conciliare le esigenze del bilancio familiare risulta più agevole per chi gestisce un’attività secondo un regime di prevedibilità delle imposte e una regolarità nelle uscite da destinare al pagamento dei tributi.

Rischi, criticità e cause di esclusione, decadenza e cessazione

Accanto ai molteplici vantaggi, la misura presenta anche diversi rischi e ambiti critici che i contribuenti devono attentamente valutare.

Uno dei principali è legato all’impossibilità di ottenere una riduzione delle imposte qualora i ricavi effettivamente conseguiti risultino inferiori rispetto a quelli concordati: le imposte rimangono dovute sull’importo fissato anche in presenza di cali del fatturato, salvo eventi straordinari previsti dalla normativa. 


Tra le altre criticità emergono la necessità di mantenere costantemente la regolarità fiscale e di aggiornare correttamente le dichiarazioni, poiché comunicazioni errate o incomplete possono determinare la perdita dei benefici e la retrocessione nel regime ordinario.

Si devono poi considerare:

Cause di esclusione, comprendono la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi per almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti, la presenza di debiti tributari o previdenziali superiori a 5.000 euro non estinti e condanne per reati fiscali o per alcune tipologie di reati societari e finanziari. Nelle società, modifiche della compagine sociale, operazioni straordinarie e cambi dell’attività durante il biennio possono risultare anch’essi motivo di esclusione.

Cause di cessazione si possono verificare in caso di cessazione dell’attività, di modifica sostanziale della stessa rispetto al periodo di imposta precedente oppure in presenza di circostanze eccezionali (ad esempio calamità) che comportino variazioni significative e documentate dei ricavi o della produzione netta. In questi casi, i benefici sono sospesi dal periodo in cui si realizza la divergenza.

Cause di decadenza includono la rilevazione, a seguito di accertamento, di attività non dichiarate o la dichiarazione di passività inesistenti per oltre il 30% dei ricavi dichiarati, oppure la modifica dei dati nella dichiarazione integrativa che cambi il perimetro dell’accordo.

Nei casi di decadenza o cessazione, le imposte restano dovute sulla base del reddito concordato se questo risulta superiore al reddito effettivo conseguito nel periodo.

Calcolo del reddito concordato e tassazione agevolata (flat tax)

Il valore del reddito oggetto di accordo viene definito dall’Agenzia delle Entrate attraverso un’analisi dei dati dichiarativi, degli andamenti economici e delle specificità settoriali. La metodologia di calcolo integra, oltre ai dati storici del soggetto, fattori macroeconomici e proiezioni settoriali per proporre un reddito prudenziale su cui applicare l’imposizione:

  • Per chi applica gli ISA, il valore concordato può essere soggetto a soglie di incremento predefinite in base al punteggio conseguito nell’anno precedente, con limiti crescenti collegati ai livelli di affidabilità dichiarata.
  • Al reddito concordato, quando risulti superiore rispetto a quello dichiarato nell’annualità precedente, si applica una tassazione agevolata tramite imposta sostitutiva (flat tax). L’aliquota è calibrata sul livello ISA: 10% per punteggi elevati, 12% per intermedi e 15% per livelli più bassi.
  • I forfettari, per la parte eccedente rispetto al reddito dichiarato, sono soggetti a imposta sostitutiva del 10% (ridotta al 3% per le start up con requisiti specifici su ricavi e durata).

 

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